CELLINI. 45
avrebbero voluto mettermi prigione e con-
dannarmi a misura di carbone ; ma il buon
Prinzivalle a tutto rimediò . Cosi mi fece
una piccola condannazione di quattro staja
di farina, le quali si dovessero donare per
elemosina al monastero delle Murate . Su-
bito richiamatoci dentro mi comandò ch'io
non parlassi parola sotto pena della disgra-
zia loro, e ch'io ubbidissi a quello che
tamente contro i Medici . Scacciali questi nell' anno
medesimo F. Girolamo fu il più ardente repubblicano
di Firenze : e siccome il Papa Alessandro VI. era al-
lora d'accordo coi Medici , e Savonarola nelle sue pre-
diche non la perdonava neppure a lui; perciò i fulmini
di Roma e le più fiere persecuzioni gli piombarono sul
capo. Per lo che nel 1498. dopo varie vicende resi forti i
suoi nemici, colto il momento opportuno, lo strappa-
rono tumultuariamente dal convento , lo carcerarono, e
ben presto lo impiccarono ed arsero come eretico, uni-
tamente a due compagni, per sentenza di Giudici man-
dati espressamente da Roma, essendo egli di 46. anni.
Per quanto vogliasi condannare di fanatismo quest' uo-
mo, nessuno gli nega una piena integrità di costumi ,
un sincero attaccamento al popolo ed una eloquenza
quasi portentosa , per cui nel 1496 i Fiorentini si per-
suasero a rinunciare al Carnevale e correvano invece
ad abbruciare tutti gli ornamenti di vanità e di lusso.
Anche gli uomini più gravi erano affezionatissimi a
F. Girolamo, tra' quali è noto il gran Buonarroti che
seguitò sempre a leggere con piacere le opere di lui.
Non è quindi maraviglia che la fazione di F. Girolamo
sussistesse tuttavia anche dopo la sua morte, e che
per estinguerla fosse obbligato il Duca Cosimo di man-
dar lungi da Firenze i Domenicani, come fece nel 1545.
Ora cotesti cappuccetti giudici del Cellini erano seguaci
del Savonarola, giacché i Medici e massime il Card.
Giulio in quest' epoca lasciando tutte le apparenze di
libertà, dissimulavano il principato e non escludevano
dalle cariche i loro nemici . V. il Nardi.
avrebbero voluto mettermi prigione e con-
dannarmi a misura di carbone ; ma il buon
Prinzivalle a tutto rimediò . Cosi mi fece
una piccola condannazione di quattro staja
di farina, le quali si dovessero donare per
elemosina al monastero delle Murate . Su-
bito richiamatoci dentro mi comandò ch'io
non parlassi parola sotto pena della disgra-
zia loro, e ch'io ubbidissi a quello che
tamente contro i Medici . Scacciali questi nell' anno
medesimo F. Girolamo fu il più ardente repubblicano
di Firenze : e siccome il Papa Alessandro VI. era al-
lora d'accordo coi Medici , e Savonarola nelle sue pre-
diche non la perdonava neppure a lui; perciò i fulmini
di Roma e le più fiere persecuzioni gli piombarono sul
capo. Per lo che nel 1498. dopo varie vicende resi forti i
suoi nemici, colto il momento opportuno, lo strappa-
rono tumultuariamente dal convento , lo carcerarono, e
ben presto lo impiccarono ed arsero come eretico, uni-
tamente a due compagni, per sentenza di Giudici man-
dati espressamente da Roma, essendo egli di 46. anni.
Per quanto vogliasi condannare di fanatismo quest' uo-
mo, nessuno gli nega una piena integrità di costumi ,
un sincero attaccamento al popolo ed una eloquenza
quasi portentosa , per cui nel 1496 i Fiorentini si per-
suasero a rinunciare al Carnevale e correvano invece
ad abbruciare tutti gli ornamenti di vanità e di lusso.
Anche gli uomini più gravi erano affezionatissimi a
F. Girolamo, tra' quali è noto il gran Buonarroti che
seguitò sempre a leggere con piacere le opere di lui.
Non è quindi maraviglia che la fazione di F. Girolamo
sussistesse tuttavia anche dopo la sua morte, e che
per estinguerla fosse obbligato il Duca Cosimo di man-
dar lungi da Firenze i Domenicani, come fece nel 1545.
Ora cotesti cappuccetti giudici del Cellini erano seguaci
del Savonarola, giacché i Medici e massime il Card.
Giulio in quest' epoca lasciando tutte le apparenze di
libertà, dissimulavano il principato e non escludevano
dalle cariche i loro nemici . V. il Nardi.