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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 3) — Venedig, 1818 [Cicognara, 18-3; 2486-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1186#0240
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24°

LIBRO SETTIMO

Disposilo
Gaagaatilli

Piace qui l'indicare nuovamente ciò che in altri luoghi abbiamo ricordato
ai nostri lei tori in Ionio ai deboli sussidj che prestano i puri contorni delle
opere di scultura, i quali non servono per rendere un' idea del vero merito
dell'arte, e appena danno un qualche motivo dell'azione e dell'intenzione del-
lo scultore. I contorni non sono clic pochissimi segni, e specialmente se Ut
piccola dimensione toglie il poter precisare le minute parti dell' estremità; e
appunto come schizzi potranno per avventura dare appena alcun indizio delle
attitudini, dei parliti, delle idee d'un soggetto, ma non potranno mai render
conto della condotta dell'opera, dell'esecuzione, in fine del sublime dell'ar-
te. Cosicché rimarrà sempre indeciso come sia sentito un piede, una mano,
còme studiato un volto, un nudo, come sia reuduto il collo, la schiena , e fi-
nalinenic quali siano le finezze dell'arte e la verità della statua. E qui biso-
gna anche aggiungere, che in questi schizzi una scultura mediocre, purché ab-
bia una buona intenzione, guadagna sempre in effetto, laddove un'opera eccel-
lente starà sempre in pari termini della mediocre. Prendasi per esempio d
sarcofago della morte di Meleagro di villa Borghese, che presenta un'otti-
ma intenzione; tratto in piccol disegno riescirà pe'suoi movimenti un'opera
maravigliosa, nessuno dandosi pensiero di cercare se il lavoro sia poi con-
dotto con sublimila pari all'invenzione: anzi pongasi accanto a questo dise-
gno uno schizzo dell'Apollo di Belvedere, un disegno della Venere Medi-
cea, o della estremila di questa o di quelle del Laocoonte, e tutto si ridurrà
in parità di effetto; cosicché quanto questi perderanno, altrettanto avvantag-
gieranno le figure del sarcofago. Così si dica ( per parlare di opere a noi
più vicine ) se si presentano le porte del Ghiberti in contorni, che per la lo-
ro sagace e bellissima invenzione e composizione produranno lo stesso risul-
taiuenlo, che il meglio condotto basso-rilievo di Fidia. Abbiamo ciò esposto
più diffusamente in questo luogo, acciò il lettore sia trailo d'inganno, e non
creda da questi nostri disegni poter farsi idea, dopo del concetto , anche del-
l'esecuzione dei marmi. In generale noi abbiamo posto in quest'opera le ta-
vole come un repertorio per sussidiare unicamente la memoria di chi ha ve-
dute le statue, e per poter ragionare meno astrattamente sui concetti degli
scultori.

Il deposito di Ganganelli, eseguito prima del gruppo precedente, parve ta-
gliasse il nodo gordiano, e fosse la linea di demarcazione che bandi da tut-
te le scuole il cattivo gusto, poiché fu quello che grandiosamente mostrò a
tutto il pubblico di Roma il passaggio delle arti trionfami da un' epoca al-
l'altra.

Nel 1782 fu posto questo monumento; e lo scultore fu debitore della glo-
ria di una si bella ocasione per distinguersi alla benevolenza del savio pitto-
re Gavino Hamilton, pei consigli da esso dati al Volpalo, che fu il mediatore


 
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