CAPITOLO C CINTO ^
e. la più cauta. Le ampollosità con cui lodando le cose sue da qualche sen-
tenzioso venne proferito, die famedi les nncieiis ii'ont rien Jait de plus
beau ( in proposito appunto del suo Mercurio ) gli fecero girare il capo:
e sebbene egli non mancando di spirito rispondesse con modestia all'esagera-
zione di questa lode, nuli' ostante non è da maravigliarsi, che le sue idee di-
venissero sregolate ed ei s'avviasse a battere un falso cammino. Le sue opere
migliori furono donale dal Re di Francia al Re di Prussia, e per tali furono
riguardate il Mercurio sovracitalo, e una Venere che lo accompagnava. La-
vorò a non pochi monumenti, e Bouchardon lo destinò a terminare il suo
gran monumento della piazza di Luigi XV.
La bizzarria pertanto di questo artista non può meglio esser in altra cosa
riconosciuta, quanto nella scelta del soggetto ch'egli prese a scolpire per dare
a conoscere ai giovani allievi un vero modello per gli studj anatomici: perchè
essendogli stala ordinala una statua di Voltaire, ed avendo ottenuto di poter
rappresentarla ignuda, eseguì un' opera la più infelice che abbia la scultura di
tulle le età, copiando senza genio, e senz'arte un modellò vivo il più brut-
to, il più scarnato, il più disgustoso che fosse possibile a ritrovarsi. Ebbero
inutilmente a rappresentargli i suoi amici che panneggiando la figura con di-
gnità, le pieghe distribuite con dotto artificio avrebbero celato quella mo-
struosità, permettendo allo sguardo di arrestarsi su quella testa tante volte co-
ronata dalle muse; ma costantemente fu sordo, e preferì di fare una bruita
anatomia piuttoslocchè una passabile slama. Diciamo aperlameule e franca-
mente una brutta anatomia, poiché, se almeno si fosse prefisso di render ra-
gione dei muscoli senza loro togliere le forme originarie , esprimendoli nella
miglior loro configurazione e non privi affatto di nutrimento vitale, allora
avrebbe potuto produrre nell'ingrato risullamento la propria istruzione, e far
pompa della scienza anatomica ; sicché da noi non potrà mai questa chia-
marsi come la disse d'Argenvillc anatomie savante, esistendo ben molte al-
tre statue di questo genere infinitamente meglio ideale ed eseguile. Alla Ta-
vola XVI vedesi questo miserabile scheletro in tutta la sua ingenuità dise-
gnato, vecchio, cadente, spolpalo, con bruttissime estremila, non presentan-
do nell'imagine del gran letterato che la meschinità del suo scultore. Fu fat.
lo un epigramma da un bello spirito di quel tempo.
Pigal au naturel reprèsente Voltaire, *
Le squelette à la fois offre lhomme et l'auteur.
L'oeil i/ui le Volt sans parure etrangére,
Est effrayé de sa maigreur.
Questo autore aveva una tendenza grandissima alla rappresentazione degli
scheletri, poiché ne scolpi uno parimente sortendo dall'urna nel monumenta
di Enrico Claudio conte d' Harcour Maresciallo di Francia, morto nel I769,
e. la più cauta. Le ampollosità con cui lodando le cose sue da qualche sen-
tenzioso venne proferito, die famedi les nncieiis ii'ont rien Jait de plus
beau ( in proposito appunto del suo Mercurio ) gli fecero girare il capo:
e sebbene egli non mancando di spirito rispondesse con modestia all'esagera-
zione di questa lode, nuli' ostante non è da maravigliarsi, che le sue idee di-
venissero sregolate ed ei s'avviasse a battere un falso cammino. Le sue opere
migliori furono donale dal Re di Francia al Re di Prussia, e per tali furono
riguardate il Mercurio sovracitalo, e una Venere che lo accompagnava. La-
vorò a non pochi monumenti, e Bouchardon lo destinò a terminare il suo
gran monumento della piazza di Luigi XV.
La bizzarria pertanto di questo artista non può meglio esser in altra cosa
riconosciuta, quanto nella scelta del soggetto ch'egli prese a scolpire per dare
a conoscere ai giovani allievi un vero modello per gli studj anatomici: perchè
essendogli stala ordinala una statua di Voltaire, ed avendo ottenuto di poter
rappresentarla ignuda, eseguì un' opera la più infelice che abbia la scultura di
tulle le età, copiando senza genio, e senz'arte un modellò vivo il più brut-
to, il più scarnato, il più disgustoso che fosse possibile a ritrovarsi. Ebbero
inutilmente a rappresentargli i suoi amici che panneggiando la figura con di-
gnità, le pieghe distribuite con dotto artificio avrebbero celato quella mo-
struosità, permettendo allo sguardo di arrestarsi su quella testa tante volte co-
ronata dalle muse; ma costantemente fu sordo, e preferì di fare una bruita
anatomia piuttoslocchè una passabile slama. Diciamo aperlameule e franca-
mente una brutta anatomia, poiché, se almeno si fosse prefisso di render ra-
gione dei muscoli senza loro togliere le forme originarie , esprimendoli nella
miglior loro configurazione e non privi affatto di nutrimento vitale, allora
avrebbe potuto produrre nell'ingrato risullamento la propria istruzione, e far
pompa della scienza anatomica ; sicché da noi non potrà mai questa chia-
marsi come la disse d'Argenvillc anatomie savante, esistendo ben molte al-
tre statue di questo genere infinitamente meglio ideale ed eseguile. Alla Ta-
vola XVI vedesi questo miserabile scheletro in tutta la sua ingenuità dise-
gnato, vecchio, cadente, spolpalo, con bruttissime estremila, non presentan-
do nell'imagine del gran letterato che la meschinità del suo scultore. Fu fat.
lo un epigramma da un bello spirito di quel tempo.
Pigal au naturel reprèsente Voltaire, *
Le squelette à la fois offre lhomme et l'auteur.
L'oeil i/ui le Volt sans parure etrangére,
Est effrayé de sa maigreur.
Questo autore aveva una tendenza grandissima alla rappresentazione degli
scheletri, poiché ne scolpi uno parimente sortendo dall'urna nel monumenta
di Enrico Claudio conte d' Harcour Maresciallo di Francia, morto nel I769,