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CANTO XV,


4* 4* 4» 4* 4» 4 14 14» 4* «¥>■ 4^ 4" «i» »?* 4* 4 114* 4" 4*' 4 14» 4* 4* 4*

ARGOMENTO.

Venne dì donna a Eertoldin prurito,
jE yL: Menghina la samofa pianta,

Da cui fi vide quel bel germe ufcito
Di Cacafenno, c/zrs or fi fcrive . e canta.

A Menghina a cantar vien satto invito
(Che rnolta al canto al'tivitade vanta)

Da un tal, che colafsu giunto era a farte}
Erminio detto, cavalier di Corte»

ALLEGORIA*

E’ divina provvidenza, che si propaphino le famìglie ancora
dc’ rustici, e de’ pastori, corne necestarie al vivere umano, ed
alia Repubblica. Le donne spesTe volte si trattengono dall’
csercizio di qualche profeisione virtuosa, perchù temono. di
palesare i loro difetti naturali.

°<§>“ L

Sc oichè del gran Bertoìdo il buon puplllo
La sua parte ha già avuta, e la sua gloria,
Se, come in testa mi bulica il grilio,

Di Cacasenno canterò l’ istcria ;

Dirò, che fei più, che non fe’ CammiIIo
Scaliger, che ne scrifse la memoria;
Dirò, che posTo, sebben d’arte povero,
Trar sugo da la pomice, e dal sovero*

U iv
 
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