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Dechazelle, Pierre T.
Studii sulla storia delle arti ossia quadro dei progressi e della decadenza della scultura e della pittura presso gli antichi durante le rivoluzioni che agitarono la Grecia e l'Italia (Band 1): Grecia — Venedig, 1835

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https://doi.org/10.11588/diglit.5910#0108
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I o6 SCHIARIMENTI

citore; ed allora i suoi concittadini sovvenivano
alla spesa della erezione del monumento (*).

Non era strettamente ordinato che V effigie
di colui che restava vincitore in una sola pugna
fosse un vero ritratto ; ma la statua dell' atleta
tre volte vittorioso in tre esercizii diversi, do-
veva esser fatta a perfetta somiglianza e riprodur-
rè in ogni parte le forme di lui, che colla destrezza
delle membra ed il vigore dei nervi avea conse-
guito tre successive palme.

Le statue iconiche, a dir di Luciano, erano
soggette all' esame di giudici rigorosissimi, i quali
rifiutavano di approvarle, ove avessero trovata la
menoma differenza fra il modello e l'imitazione.

Gli scultori rappresentavano talvolta il lot-
tatore nella attitudine in cui era al momento che
decise la sorte della pugna ...... Su questo argo-

mento leggesi neh"dittologia greca un epigramma
apologetico sulla statua dell' atleta Lada3 vincitore
nella corsa; eccone la versione:

( ) La statua di Entelida spartano, il quale nella tren-
tesiinaottava olimpiade (600 anni, prima di G. C), avea
ottenuto il premio nei cinque giuochi, non fu eretta che as-
sai tempo dopo !a di lui morte. Quanto a quelle di Res-
sibio e di Prassidamante, V uno pancraziaste3 V altro pugil*
latore} furono innalzate ad Olimpia circa la cinquantesi-
ma olimpiade (58o anni, prima di G. C), epoca in cui
 
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