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De Rossi, Giovanni Battista
La Roma sotterranea cristiana (Band 2, Text) — Rom, 1867

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https://doi.org/10.11588/diglit.1191#0033
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XXVII

né la storia mi darà lume, rimetterò alle future scoperte la dichiarazione di
problemi per noi oggi oscurissimi ; ma che l'analogia dei simili nodi disciolti
ci mostra dover essere egualmente capaci di soluzione e di storica con-
ciliazione.

Anche nelle deposizioni dei papi del secolo quinto il libro pontificale tal-
volta varia dai migliori calendarii e dai punti certi della cronologia. Il Ma-
zochi dall'esame d'una di coteste varietà fu condotto a quella distinzione me-
desima, che sopra ho accennato, tra la sepoltura provvisoria e temporaria e
la stabile e perpetua (1). E veramente la prima recensione del libro ponti-
ficale a noi pervenuta intera essendo del 530 (2), e le ragioni accennate nel
tomo primo pag. 122 facendoci intendere, ch'essa dee essere stata compilata
alquanti anni prima circa gli esordii del secolo sesto, non è supponibile, che
le date delle deposizioni dei papi del secolo precedente sieno quivi segnate a
capriccio e senza veruna scorta di storici registri e documenti.

IV.

Il così detto martirologio romano piccolo.

Nel tomo primo poco ho ragionato del martirologio celeberrimo appellato
il romano piccolo, perchè alle ricerche topografiche, delle quali precipua-
mente quivi io parlavo, cotesto documento reca qualche grave imbarazzo e
scarso ajuto ; e perciò mi bastò l'ammonire il lettore, che non desse troppo
peso alle difficoltà provenienti da pochissimi manifesti errori di quella com-
pilazione. Non così leggermente potrò saltare su questo fosso nel tomo, che
ora vede la luce ; ove oltre le topografiche, anche le cronologiche e le sto-
riche quistioni più volte esigeranno l'esame critico di quel famoso ed assai
controverso capo e fonte di notizie martirologiche. Per facilitare l'intelligenza

(1) V. Mazochi, Kalend. neap. p. 231.

(2) Di questa prima recensione a noi nota del libro pontificale terminata nel 530 1' Henschenio conobbe un solo codice della regina di
Svezia e Io stampò negli Atta ss. T. I Aprili*. Lo Schelstrate confrontò quel codice con un secondo della biblioteca colbertina ( Antiq. eccl. illu-
strata T. I pag. 402 e segg-). Io ne citerò anche un terzo esemplare fino ad oggi ignoto, bellissima scrittura del secolo nono serbato nel co-
dice 225 della biblioteca di Berna; ove le vite del libro pontificale secondo il testo pia antico, pari cioè a quello che giunge al 530, sono trascritte
da s. Pietro a Liberio. Non perciò si creda, che questa possa essere un'antichissima edizione di quelle vite fatta sotto Damaso, successore di
Liberio; come le false lettere di Damaso e di s. Girolamo premesse in questo e negli altri codici alle vite predette vorrebbero farci credere. La
storia di Liberio nell'esemplare di Berna non è intera; ma sospesa ed interrotta nelle parole: et revocaverunl Liberium et de cimilirio sanclae
Agnen ubi sedebat; (sic ). Segue Io spazio vuoto di due righe e poscia senza titolo il libro di s. Girolamo De scriptoribus ecclesiasticis. La vita
adunque di Liberio nel codice di Berna non è completa, anzi fu lasciata a mezza frase col punto e virgola ; indizio di senso e di periodo non
terminato. E perciò vanamente ci fonderemmo su questo esemplare, se volessimo in esso riconoscere una prima edizione del liber ponlifìcalis
contemporanea di Damaso; ia quale sarebbe grande scoperta per la critica d'un libro tanto importante.
 
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