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FILOSOFI GRECI IN ITALIA
che la metempsicosi rappresenta un progresso, e non lieve,, per il concetto della vita, la
quale in tal modo non s’interrompe, ma fluisce perenne sia nella materia che nello
spirito, trasformandosi. Si dava adunque una forma più precisa al concetto popolare
della sopravvivenza dell’anima, cioè a quell’animismo, di cui abbiamo le tracce precise
presso vari popoli italici.
In. Crotone i più autorevoli pitagorei, in numero di trecento, stretti tra di loro dal
vincolo del giuramento, costituivano una forza non indifferente nello Stato, pur rima-
nendo come un semplice sodalizio estraneo ad esso. Vi fu come una riscossa da parte
degli esclusi dalla setta pitagorica; nel 510 a. C. il popolo, aizzato e guidato da un certo
Cilone, violento e fazioso, cacciò via i pitagorei. Ma già prima Pitagora aveva abbando-
nato Crotone e si era riparato a Metaponto.
Altri filosofi greci in Italia
Altro filosofo che esplicò la sua attività in Italia, ed anche esso jonico di nascita, fu
Senofane di Colofone. Contemporaneo di Pitagora, ebbe tuttavia la ventura di raggiungere
una assai avanzata età, superando i novanta anni dopo il 478, alla corte di Jerone, a Si-
racusa. Fu anche poeta gnomico
ed in una delle due elegie a noi
pervenute biasima la esagerata
importanza . annessa dai Greci
agli esercizi ginnici, ai quali ve-
niva posposto il culto della sa-
pienza. Fu anche poeta satirico
e compose parodie (silloi), in cui
motteggiò Omero ed alcuni filo-
sofi, tra cui Pitagora, del quale
prese in giro la credenza nella
metempsicosi. Ma fu sopratutto
filosofo e come tale esplicò es-
senzialmente la sua attività nella
focese Elea, dove si rifugiò per
fuggire il giogo persiano.
La sua filosofia fu monoteista
e condannò i numi di Omero e
di Esiodo, con le loro passioni,
coi loro difetti, con le loro col-
pe. Un’apparenza vana è il mon-
do sensibile; uno è il Dio, eterno
e non creato, che tutto vede, tut-
to ode, tutto pensa e che non è
visibile ai mortali né nella forma
né nel pensiero e che è per sem-
pre immobile.
Era in realtà una dottrina pan-
teista, confondendosi il Dio con
la natura; ma era impossibile
100. Colonne del tempio di Zeus Olimpio presso Siracusa sullo
Anapo. (Fot. R. Soprint. alle Antichità per la Sicilia)
FILOSOFI GRECI IN ITALIA
che la metempsicosi rappresenta un progresso, e non lieve,, per il concetto della vita, la
quale in tal modo non s’interrompe, ma fluisce perenne sia nella materia che nello
spirito, trasformandosi. Si dava adunque una forma più precisa al concetto popolare
della sopravvivenza dell’anima, cioè a quell’animismo, di cui abbiamo le tracce precise
presso vari popoli italici.
In. Crotone i più autorevoli pitagorei, in numero di trecento, stretti tra di loro dal
vincolo del giuramento, costituivano una forza non indifferente nello Stato, pur rima-
nendo come un semplice sodalizio estraneo ad esso. Vi fu come una riscossa da parte
degli esclusi dalla setta pitagorica; nel 510 a. C. il popolo, aizzato e guidato da un certo
Cilone, violento e fazioso, cacciò via i pitagorei. Ma già prima Pitagora aveva abbando-
nato Crotone e si era riparato a Metaponto.
Altri filosofi greci in Italia
Altro filosofo che esplicò la sua attività in Italia, ed anche esso jonico di nascita, fu
Senofane di Colofone. Contemporaneo di Pitagora, ebbe tuttavia la ventura di raggiungere
una assai avanzata età, superando i novanta anni dopo il 478, alla corte di Jerone, a Si-
racusa. Fu anche poeta gnomico
ed in una delle due elegie a noi
pervenute biasima la esagerata
importanza . annessa dai Greci
agli esercizi ginnici, ai quali ve-
niva posposto il culto della sa-
pienza. Fu anche poeta satirico
e compose parodie (silloi), in cui
motteggiò Omero ed alcuni filo-
sofi, tra cui Pitagora, del quale
prese in giro la credenza nella
metempsicosi. Ma fu sopratutto
filosofo e come tale esplicò es-
senzialmente la sua attività nella
focese Elea, dove si rifugiò per
fuggire il giogo persiano.
La sua filosofia fu monoteista
e condannò i numi di Omero e
di Esiodo, con le loro passioni,
coi loro difetti, con le loro col-
pe. Un’apparenza vana è il mon-
do sensibile; uno è il Dio, eterno
e non creato, che tutto vede, tut-
to ode, tutto pensa e che non è
visibile ai mortali né nella forma
né nel pensiero e che è per sem-
pre immobile.
Era in realtà una dottrina pan-
teista, confondendosi il Dio con
la natura; ma era impossibile
100. Colonne del tempio di Zeus Olimpio presso Siracusa sullo
Anapo. (Fot. R. Soprint. alle Antichità per la Sicilia)