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Bodrero, Emilio; Ducati, Pericle; Istituto Nazionale per le Relazioni Culturali con l'Estero <Rom> [Hrsg.]
Italia e Grecia: saggi su le due civiltà e i loro rapporti attraverso i secoli — Firenze, 1939

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https://doi.org/10.11588/diglit.42576#0297
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L'ITALIA MERIDIONALE E LA GRECIA NEL MEDIO EVO

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diano da terra, e poi da mare, Tessalonica, una delle più impor-
tanti città dell’ Impero, che ben presto è presa, sì che i vincitori
ne fanno la loro base di operazione, muovendo con un forte eser-
cito contro Costantinopoli, mentre la loro flotta vi si avvicina per
mare. Ma una rivolta scoppia nella capitale, Isacco Angelo viene
nominato Imperatore e, dopo offerte di pace respinte dai Nor-
manni sicuri della vittoria definitiva, egli sconfigge questi ultimi
a Demir-Hissar in Tracia. E la sconfìtta è decisiva: la flotta si
ritira, Tessalonica è perduta, e tutte le conquiste, comprese le
greche.
Invano l’anno seguente un’armata normanna riporta successi
a Cipro: nel 1189 la pace sottoscritta da Guglielmo II segna
l’inizio di un lungo periodo di pace fra le due potenze, mentre la
morte del Re (novembre) segnava la fine della sua Dinastia.
* * *
Le quattro guerre normanne combattute sul territorio stesso
o sulle coste dell’ Impero Bizantino non avevano portato — come
abbiamo visto — a domini normanni, su quelle terre, tranne che a
quelli transitori su Corfù e Durazzo ed a quelli addirittura bre-
vissimi sulla Tessaglia, sulla Macedonia e sull’Albania: invece, è
con Manfredi di Svevia che ha inizio quella dominazione napo-
letana su Corfù che durerà più di un intero secolo. Infatti, al
figlio di Federico II la seconda moglie, Elena, portò in dote, oltre
molte città e terre albanesi (Valona, Durazzo, Berat ecc.), anche
Corfù, tante volte invano voluta dai Sovrani Normanni. Allora
— nota il Galanti ■— « le due sponde del canale di Otranto torna-
vano ancora una volta sotto una sola signoria, che aveva sede
in Italia».1
Agli inizi, infatti, del secolo XIII, per conseguenza della
Quarta Crociata, Michele Comneno aveva fondato nell’ Epiro il
Despotato omonimo, che ebbe, però, (nota il Bourcart) « un ca-
rattere albanese piuttosto che greco » ; e fu appunto il suo succes-
sore, Michele Angelo II, che, con la concessione di quella cospicua
dote, « riapre — scrive lo stesso Bourcart — la porta dell’Alba-
nia all’occidente».2
Si trattò anzi di un’alleanza stipulata non solo fra il Regno
di Sicilia e il Despotato di Arta e di Epiro, ma anche con il Prin-

1 A. Galanti, L’Albania nei suoi rapporti con la storia d’Italia etc., in
Rassegna Stor. Risorgimento it., Ili, 1916, p. 4.
2 L’Albanie cit., pp. 95-96.
 
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