FASE PRIMA O GEOMETRICA
IOI
Corrispondenze dell’arte del Dipylon e progressi suoi. — Questi inizi di arte figurata
trovano facili corrispondenze con gli inizi di altre arti; così le geometriche figurine
del Dipylon rammentano, per esempio, pitture parietali di Hieracompolis dei primis-
simi tempi dinastici dell'Egitto, oppure rappresentazioni su vasi di Abydos, di El-
Amrah, di Nagadah pure proto-dinastici; così, dall’altro lato si possono trovare
analogie, per esempio, con le incisioni rupestri della Scandinavia (Bohuslàn e Oster-
Gotland). Ma anche se talora in questi monumenti vi è maggiore espressione di vita,
non mai si trova in essi quella compostezza contegnosa esplicantesi in una ricerca di
ben ponderata simmetria, di regolarità di distribuzione delle parti, che già ammiriamo
come qualità peculiari del genio artistico dei Greci sin da questi loro primissimi prodotti.
Ma negli ultimi tempi di questa fase nella ceramica attica si osservano realizzati
progressi non lievi, che sono promessa di quello che questa ceramica saprà raggiungere
in tempi di arte più evoluta. E cominciano a fare la loro apparizione gli elementi orientali
di decorazione e di figurazione, e cominciano pur ad apparire gli esseri favolosi, imma-
ginati dalla calda fantasia dei Greci. Nel tempo stesso le forme umane acquistano mag-
giore corporeità, con espressione non più geometricamente
convenzionale delle varie membra. Si forma così uno stile
eclettico in cui, accanto agli elementi vecchi, conservati e
trasformati, sono gli elementi nuovi.
Altre fabbriche ceramiche geometriche. — Lo stile geo¬
metrico della ceramica dipinta ha signoreggiato contem¬
poraneamente in tutti i luoghi della cultura ellenica; ma,
al contrario di ciò che si avverte nella tarda ceramica
micenea, non si può qui parlare di unità, sì invece di va¬
rietà di stile, poiché ogni regione ellenica ebbe una pro¬
duzione sua propria, che con caratteri peculiari visse più
o meno lungamente, talora, per alcune fabbriche, pene¬
trando anche nella fase successiva di arte. Ma tra queste
varie produzioni quella dell’Attica è veramente tipica,
occupa il primo posto e nei suoi vasi del Dipylon si av¬
vertono le più chiare promesse di una luminosa ascesa
nel cammino dell’arte. Di carattere provinciale sono le
produzioni della Beozia e dell’Eubea (Eretria) in piena
dipendenza e dei motivi attici e di quelli delle isole del-
l’Egeo. Nel Peloponneso abbiamo la produzione argiva
con ricordi micenei, ove frequente è la figura del pesce,
(da Ath. Miti.}
Idg. 114. — Anfora di stile geometrico
da Tera (cm. 69).
e quella denominata convenzionalmente protocorinzia, che ha un mirabile sviluppo,
come vedremo, nel secolo vii, in special modo per ciò che concerne i piccoli vasi, larga-
mente esportati. Alla produzione argiva si deve aggiungere quella laconica. Nelle isole
poi primeggiano Rodi, che pure esplicherà, come l’Argolide e come la Laconia, la sua
attività ceramica posteriormente, e Tera, che ha fornito ricchissimo materiale geome-
trico, che si mantiene tale anche in pieno secolo vii. Si può addurre un’anfora di Tera (i)
(1) Atene, Museo Nazionale Archeologico.
IOI
Corrispondenze dell’arte del Dipylon e progressi suoi. — Questi inizi di arte figurata
trovano facili corrispondenze con gli inizi di altre arti; così le geometriche figurine
del Dipylon rammentano, per esempio, pitture parietali di Hieracompolis dei primis-
simi tempi dinastici dell'Egitto, oppure rappresentazioni su vasi di Abydos, di El-
Amrah, di Nagadah pure proto-dinastici; così, dall’altro lato si possono trovare
analogie, per esempio, con le incisioni rupestri della Scandinavia (Bohuslàn e Oster-
Gotland). Ma anche se talora in questi monumenti vi è maggiore espressione di vita,
non mai si trova in essi quella compostezza contegnosa esplicantesi in una ricerca di
ben ponderata simmetria, di regolarità di distribuzione delle parti, che già ammiriamo
come qualità peculiari del genio artistico dei Greci sin da questi loro primissimi prodotti.
Ma negli ultimi tempi di questa fase nella ceramica attica si osservano realizzati
progressi non lievi, che sono promessa di quello che questa ceramica saprà raggiungere
in tempi di arte più evoluta. E cominciano a fare la loro apparizione gli elementi orientali
di decorazione e di figurazione, e cominciano pur ad apparire gli esseri favolosi, imma-
ginati dalla calda fantasia dei Greci. Nel tempo stesso le forme umane acquistano mag-
giore corporeità, con espressione non più geometricamente
convenzionale delle varie membra. Si forma così uno stile
eclettico in cui, accanto agli elementi vecchi, conservati e
trasformati, sono gli elementi nuovi.
Altre fabbriche ceramiche geometriche. — Lo stile geo¬
metrico della ceramica dipinta ha signoreggiato contem¬
poraneamente in tutti i luoghi della cultura ellenica; ma,
al contrario di ciò che si avverte nella tarda ceramica
micenea, non si può qui parlare di unità, sì invece di va¬
rietà di stile, poiché ogni regione ellenica ebbe una pro¬
duzione sua propria, che con caratteri peculiari visse più
o meno lungamente, talora, per alcune fabbriche, pene¬
trando anche nella fase successiva di arte. Ma tra queste
varie produzioni quella dell’Attica è veramente tipica,
occupa il primo posto e nei suoi vasi del Dipylon si av¬
vertono le più chiare promesse di una luminosa ascesa
nel cammino dell’arte. Di carattere provinciale sono le
produzioni della Beozia e dell’Eubea (Eretria) in piena
dipendenza e dei motivi attici e di quelli delle isole del-
l’Egeo. Nel Peloponneso abbiamo la produzione argiva
con ricordi micenei, ove frequente è la figura del pesce,
(da Ath. Miti.}
Idg. 114. — Anfora di stile geometrico
da Tera (cm. 69).
e quella denominata convenzionalmente protocorinzia, che ha un mirabile sviluppo,
come vedremo, nel secolo vii, in special modo per ciò che concerne i piccoli vasi, larga-
mente esportati. Alla produzione argiva si deve aggiungere quella laconica. Nelle isole
poi primeggiano Rodi, che pure esplicherà, come l’Argolide e come la Laconia, la sua
attività ceramica posteriormente, e Tera, che ha fornito ricchissimo materiale geome-
trico, che si mantiene tale anche in pieno secolo vii. Si può addurre un’anfora di Tera (i)
(1) Atene, Museo Nazionale Archeologico.