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Dümichen, Johannes
Baugeschichte des Denderatempels und Beschreibung der einzelnen Theile des Bauwerkes nach den an seinen Mauern befindlichen Inschriften — Strassburg, 1877

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https://doi.org/10.11588/diglit.5933#0008
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su di una piccola elevazione in vicinanza della catena libica, indica da lontano al visitatore il
posto dell' antica Tentyra. Mezzo secolo fa, allorche fu visitato dalla commissione francese,
numerose antiche case diroccate nascondevano all' interno ed all' esterno la rnaggior parte del
medesimo. Mohammed-Ali lo fece ripulire da quelle macerie, avanzi delle abitazioni dei primi
cristiani copti. La dimora di questi, fu di gran detrimento ai numerosi bassorilievi di cui e rico-
perto il tempio, mentre animati da fanatismo religioso martellarono le immagini delle divinita
fin dove la loro mano pote arrivarle. Per buona fortuna rispettarono le iscrizioni da loro incom-
prese, lasciando cosi allo studioso filologo ancora im vasto e richissimo campo da mietere. —
Questo tempio, da quanto appare dalle iscrizioni scolpite sulle sue pareti, fu in origine fondato
da Cheops (Chufu) in onore della dea Hathor, figlia del Sole, la Venere degli Egizi. I re della
VI.a e quelli della XII.a dinastia lo abellirono in seguito, Ramses II lo ristauro, ma ciononostante
sotto Tolomeo neo-Dionisio, figlio di Cleopatra e di Giulio Cesare, di bei nuovo era caduto in
rovina. Egli lo fece ricostruire quäle lo ritroviamo al giorno d'oggi, e lo dedicö ad Hathor,
come prima ed agli altri dei del paese. Gli imperatori Augusto e Caligola lo abellirono di bassi-
rilievi, e Tiberio, in seguito, vi fece aggiungere il magnifico portico sopportato da venti-quattro
grandiose colonne, adorne di capitelli rappresentanti sui quattro lati Athor colle corna di vacca,
sormontata da un naos, il solito emblema di questa dea. Sei di queste colonne sostengono l'archi-
trave della facciata. I muri dell' interno del portico sono coperti di bassorilievi e leggendo dell'
epoca di Claudio, Caligola e Nerone.» — Auch das hier über die Geschichte des tentyritischen
Tempelbaues Gesagte ist meines Erachtens nicht durweg zutreffend, sondern scheint mir mehr-
fach im Widerspruch mit den Inschriften zu stehen. So geht aus der im Jahre 1865 von mir
veroeffentlichten Bauurkunde der Tempelanlagen von Dendera, auf welche die von Herrn Vassalli
in seinem Bericht von 1867 ausgesprochene Annahme sich gründet, durchaus nicht hervor, dass
gerade unter Chufu der aelteste Bau begonnen. Wir erfahren aus jener Urkunde nur, dass noch
unter Thutmosis III. (16. Jahrh. v. Chr.) ein aus der Zeit des Chufu herrührender Bauplan des
Denderatempels vorhanden gewesen, von Bauarbeiten aber die unter ihm am Denderatempel aus-
geführt worden, wird nichts erwsehnt. Dass in der VI. und XII. Dynastie am Tempel gearbeitet
worden, ist richtig, nicht aber, dass erst unter Eamses II. die Wiederherstellung des in Verfall
gerathenen alten Baues vorgenommen worden, wenn auch unter seiner Regierung noch einzelne
Arbeiten im Tempel zur Ausführung gekommen zu sein scheinen. Der zweite Wiederaufbau ist
 
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