TAVOLA VI. 29
qualche altra importante circoftanza (io) . Il giovane Fan-
no , o Pan (ii), che dir fi voglia, accompagnando quella
Donna, par che contribuita all'individuazione di efia 00 .
\J Aquila (13) > e '1 Leone manlueto Ih) fon polii certa-
mente
differo : ma tutte incontrarono delle ragionevoli oppo-
fizioni . Molti con qualche verìfimiglianza foftennero ,
che foffe la T)ea Tellure , detta da' Greci y.aoorpé(pog
nutrice de' fanciulli : Snida , e Paufania I. zz. ne
fan menzione . A quefia Dea , che , come ognun sa ,
fi fi ambia fpeffo colla Gran Madre , .con Opi , con
Flora ( le quali tutte un fol Nume fi vuol, che fieno:
Macrobio Sat. I. io. e lo Scoliafle di Perfio Sat. V.
175". ) ben fi accoppia il Dio 'Pan detto da Pindaro
Mcerpos (tsydàaq citccSóg: feguace della Gran Madre, */
■quale preffo Ariflotele Rhet. II. 24. lo chiama ^yà>ag
<fsS zvvx tzxvtcScckÓv , come avverte il Weffeling ad
Diod. III. 5-8. v. 36. £ le conviene ancora il Leone
pacifico .
(io) Vi fu , chi propofe , poter quefia "Donna
rapprefentare la Mifia , in cui 0 nacque, 0 certamen-
te regnò Telefo , e 'l di cui fuolo e chiamato da Pin-
daro I. Vili. 108. à[XKQÌrj : abbondante di viti ; 0
r Arcadia , luogo egualmente fertile , e a cui ben fi
unifce il Dio Pan , fuo principal Nume .
(11) Il Pedo pafiorale , la firinga , e la pelle di
Tigre , 0 di Pantera erano le proprie divife del Dio
Pan rapprefentante la Natura . Si veda Natal Conte
V. 6. E vero , che anche cornuto , e barbato// rap-
frefentava il T)io Pan -, non e pero , che talvolta
fienza barba , e fenza corna non fi figurajfe, confon-
dendoli il Pan de* Greci col Fauno de' Latini . 'Dice
<ìiuftino XLIII. 1. 6. In hujus radicibus templum
Lycaeo , quem Graeci Pana : Romani Lupercum ap-
pellami, conftituit. Ovidio all' incontro Fall. V. 101.
Semicaper colcris cinótutis, Faune } Lupercis.
Ed Orazio lib. I. Od. XVII.
Velox amaenum faepe Lucretilem
Mutat Lycaeo Faunus.
(12) Reftò qualche dubbio su quefia figura -, non
potindofi dar plaufibile ragione, perche mai, fé l'Arca-
dia nella Donna fedente rapprefntavafi, 0 anche la
Terra , // foffe poi in forma di giovane dipinto il
Dio Pan . Quefio dubbio imito all' altro maggiore del
■vederfi nella pittura un' Aquila , di cui riufeiva ol-
ir emodo difficile il dar conto , fece si , che fi avan-
zaffe urialtra congettura. Narra Dionifio d'Allear-
ci affo I. p. 34. che correa in Italia mi* antica tradi-
zione , che aveffe Ercole avuto un figlio chiamato
Latino da una giovanetti Settentrionale ( ex rivog
Citepfioafòoq Kcfrjg ) e che avendo data in moglie quefia
giovane donna a Far.no Re degli Aborigini , fi cre-
dette Latino figlio di Fauno . Snida all' incontro v.
Aanrìvot fcrive cosi : Telefo cognominato Latino , fi-
glio di Ercole fece , che fi chiamaflero Latini que',
che prima diceanfi Cezii ( Kìjtsoi , 0 KyJTSiot ) : quelli
furon poi nominati Itali da un tal Italo ; e quindi
Eneadi da Enea } e finalmente Romani da Romo-
lo . ZT vero , che fcrive il Kufiero di quefio luogo:
Haec inepta omnino iunt, & ex putidis lacunis haultaj
quibus gemina legas apud Cedrenum, Se Joannem Maia-
larti . Or che quefio articolo non fi trovi in tutti i MSti,
e che forfè il Porto lo trovo folamente ne'fuoi, può am-
metterfi ; ma che il contenuto di effo fa per ogni parte
inetto , e falfo , non puh con ficurezza avanzar/i} poi-
che e veriffhno', che i Latini un tempo chiamavanji Ce-
tii , nome deri vato da Cetthim nipote di Jafet, e pro-
nipote di Noe . Gen. e. io. Di quefio nome fi fa men-
zione da antichi Autori . Omero Od. A. 5" 18. e altrove^
Non e dunque da rigettare interamente la tradi-
zio'ae rapportata in quell' articolo , tanto maggior-
mente , che Plutarco nella vita di Tefeo sul princi-
pio fcrive , che Roma fu cosi detta , fecondo alcu-
ni , da Roma figlia di Telefo , e moglie di Enea.
Aggiugnefi a quefio , che la donna di Ercole chia-
mojfi Faula 0 Flaura i ed antichijfimo era nel La-
zio il culto della Dea Flora , anche prima del-
la fondazion di Roma . Varrone de L. L. lib. 4.
e talun vuole , che Kvbxtrx foffe l' arcano nome
di quella Città . Or combinando ìnfieme tutte que-
fie, per altro deboli congetture , fi dicea , che for-
fè nella Donna fedente fi foffe efprejfa la Dea Flora,
col giovane Fauno , creduto padre di Latino , 0 di
Telefo, ad individuare il quale fi foffe aggiunta la
Cerva -, e che la Pace, 0 la Vittoria addita fé ad
Ercole nel figlio i fuoi illufiri difendenti: e che jiccome
l' Aquila chiariva l' inlenzion del 'littore nel dimo-
firare l ' origine di quel popolo guerriero, e vittori ufo-,
cosi il manfueto Leo uè feovriffe la circojlanza de'tem-
pi de'primi Cefari, in cui tutto il Mondo rifpettava la
potenza Romana . Altri , cui par uè pili ingegnofo y
che verifimile un tal penfiero , propofe , che 7 'Pittore
aveffe voluto forfè piuttofio rapprefaitarci Telefo efpo-
fio preffo al monte Partenio in Arcadia : e che ad efpri-
mer quefia aveffe pojìo il Dio Pan vicino alle Dea Tel-
lure nutrice de' fanciulli , dal fuo pacifico Leone ac-
compagnata -, la quale Dia manda la Cerva ad allat-
tare il bambino , cui la Providen/.a , 0 altro fimil Nu-
me moflra ad Ercole , e gliene fcuovre le avventure,
additandogli riell' Aquila la difeendenza di quefio Eroe,
Quefia feconda congettura fembro meno ricercata, ma
a quefia, ed all' altra fi fece l'oppofizione, che non fo-
le a no nelle pittili e Greche tram'ifchiarfi cofe Romane.
Ma fi rifpofe , eh*Ercolano non era una Città pofta nel
cuor della Grecia, ma vicinifiirna a Roma , cui in que*
tempi, ne' quali a un di preffo può crederfi, che fien
fatte quefte pitture, dovea 0 per ambizione., 0 per ne-
cefiìtà adulare : e nel profiguimento di quefia opera fi
vedrà , che tra le noflre pitture vi fon cofe Romane.
(13) Paufania Vili. 31. fcrive di aver veduta
in Arcadia , una fatua di Bacco , sul di cui tirfo
eravì un Aquila , e foggiunge d'ignorarne il perche .
Meurfio nella Cafiandra di Licofrone v. 658. p. 78.
avverte , che l' Aquila Jole a a tutti gli Eroi ge-
neralmente attribuirli , forfè perche il volo altifiimo
di quella efprime la natura fublime di quefti.
(14) i/ Leone anche conviene agli Eroi per efpri-
meme
qualche altra importante circoftanza (io) . Il giovane Fan-
no , o Pan (ii), che dir fi voglia, accompagnando quella
Donna, par che contribuita all'individuazione di efia 00 .
\J Aquila (13) > e '1 Leone manlueto Ih) fon polii certa-
mente
differo : ma tutte incontrarono delle ragionevoli oppo-
fizioni . Molti con qualche verìfimiglianza foftennero ,
che foffe la T)ea Tellure , detta da' Greci y.aoorpé(pog
nutrice de' fanciulli : Snida , e Paufania I. zz. ne
fan menzione . A quefia Dea , che , come ognun sa ,
fi fi ambia fpeffo colla Gran Madre , .con Opi , con
Flora ( le quali tutte un fol Nume fi vuol, che fieno:
Macrobio Sat. I. io. e lo Scoliafle di Perfio Sat. V.
175". ) ben fi accoppia il Dio 'Pan detto da Pindaro
Mcerpos (tsydàaq citccSóg: feguace della Gran Madre, */
■quale preffo Ariflotele Rhet. II. 24. lo chiama ^yà>ag
<fsS zvvx tzxvtcScckÓv , come avverte il Weffeling ad
Diod. III. 5-8. v. 36. £ le conviene ancora il Leone
pacifico .
(io) Vi fu , chi propofe , poter quefia "Donna
rapprefentare la Mifia , in cui 0 nacque, 0 certamen-
te regnò Telefo , e 'l di cui fuolo e chiamato da Pin-
daro I. Vili. 108. à[XKQÌrj : abbondante di viti ; 0
r Arcadia , luogo egualmente fertile , e a cui ben fi
unifce il Dio Pan , fuo principal Nume .
(11) Il Pedo pafiorale , la firinga , e la pelle di
Tigre , 0 di Pantera erano le proprie divife del Dio
Pan rapprefentante la Natura . Si veda Natal Conte
V. 6. E vero , che anche cornuto , e barbato// rap-
frefentava il T)io Pan -, non e pero , che talvolta
fienza barba , e fenza corna non fi figurajfe, confon-
dendoli il Pan de* Greci col Fauno de' Latini . 'Dice
<ìiuftino XLIII. 1. 6. In hujus radicibus templum
Lycaeo , quem Graeci Pana : Romani Lupercum ap-
pellami, conftituit. Ovidio all' incontro Fall. V. 101.
Semicaper colcris cinótutis, Faune } Lupercis.
Ed Orazio lib. I. Od. XVII.
Velox amaenum faepe Lucretilem
Mutat Lycaeo Faunus.
(12) Reftò qualche dubbio su quefia figura -, non
potindofi dar plaufibile ragione, perche mai, fé l'Arca-
dia nella Donna fedente rapprefntavafi, 0 anche la
Terra , // foffe poi in forma di giovane dipinto il
Dio Pan . Quefio dubbio imito all' altro maggiore del
■vederfi nella pittura un' Aquila , di cui riufeiva ol-
ir emodo difficile il dar conto , fece si , che fi avan-
zaffe urialtra congettura. Narra Dionifio d'Allear-
ci affo I. p. 34. che correa in Italia mi* antica tradi-
zione , che aveffe Ercole avuto un figlio chiamato
Latino da una giovanetti Settentrionale ( ex rivog
Citepfioafòoq Kcfrjg ) e che avendo data in moglie quefia
giovane donna a Far.no Re degli Aborigini , fi cre-
dette Latino figlio di Fauno . Snida all' incontro v.
Aanrìvot fcrive cosi : Telefo cognominato Latino , fi-
glio di Ercole fece , che fi chiamaflero Latini que',
che prima diceanfi Cezii ( Kìjtsoi , 0 KyJTSiot ) : quelli
furon poi nominati Itali da un tal Italo ; e quindi
Eneadi da Enea } e finalmente Romani da Romo-
lo . ZT vero , che fcrive il Kufiero di quefio luogo:
Haec inepta omnino iunt, & ex putidis lacunis haultaj
quibus gemina legas apud Cedrenum, Se Joannem Maia-
larti . Or che quefio articolo non fi trovi in tutti i MSti,
e che forfè il Porto lo trovo folamente ne'fuoi, può am-
metterfi ; ma che il contenuto di effo fa per ogni parte
inetto , e falfo , non puh con ficurezza avanzar/i} poi-
che e veriffhno', che i Latini un tempo chiamavanji Ce-
tii , nome deri vato da Cetthim nipote di Jafet, e pro-
nipote di Noe . Gen. e. io. Di quefio nome fi fa men-
zione da antichi Autori . Omero Od. A. 5" 18. e altrove^
Non e dunque da rigettare interamente la tradi-
zio'ae rapportata in quell' articolo , tanto maggior-
mente , che Plutarco nella vita di Tefeo sul princi-
pio fcrive , che Roma fu cosi detta , fecondo alcu-
ni , da Roma figlia di Telefo , e moglie di Enea.
Aggiugnefi a quefio , che la donna di Ercole chia-
mojfi Faula 0 Flaura i ed antichijfimo era nel La-
zio il culto della Dea Flora , anche prima del-
la fondazion di Roma . Varrone de L. L. lib. 4.
e talun vuole , che Kvbxtrx foffe l' arcano nome
di quella Città . Or combinando ìnfieme tutte que-
fie, per altro deboli congetture , fi dicea , che for-
fè nella Donna fedente fi foffe efprejfa la Dea Flora,
col giovane Fauno , creduto padre di Latino , 0 di
Telefo, ad individuare il quale fi foffe aggiunta la
Cerva -, e che la Pace, 0 la Vittoria addita fé ad
Ercole nel figlio i fuoi illufiri difendenti: e che jiccome
l' Aquila chiariva l' inlenzion del 'littore nel dimo-
firare l ' origine di quel popolo guerriero, e vittori ufo-,
cosi il manfueto Leo uè feovriffe la circojlanza de'tem-
pi de'primi Cefari, in cui tutto il Mondo rifpettava la
potenza Romana . Altri , cui par uè pili ingegnofo y
che verifimile un tal penfiero , propofe , che 7 'Pittore
aveffe voluto forfè piuttofio rapprefaitarci Telefo efpo-
fio preffo al monte Partenio in Arcadia : e che ad efpri-
mer quefia aveffe pojìo il Dio Pan vicino alle Dea Tel-
lure nutrice de' fanciulli , dal fuo pacifico Leone ac-
compagnata -, la quale Dia manda la Cerva ad allat-
tare il bambino , cui la Providen/.a , 0 altro fimil Nu-
me moflra ad Ercole , e gliene fcuovre le avventure,
additandogli riell' Aquila la difeendenza di quefio Eroe,
Quefia feconda congettura fembro meno ricercata, ma
a quefia, ed all' altra fi fece l'oppofizione, che non fo-
le a no nelle pittili e Greche tram'ifchiarfi cofe Romane.
Ma fi rifpofe , eh*Ercolano non era una Città pofta nel
cuor della Grecia, ma vicinifiirna a Roma , cui in que*
tempi, ne' quali a un di preffo può crederfi, che fien
fatte quefte pitture, dovea 0 per ambizione., 0 per ne-
cefiìtà adulare : e nel profiguimento di quefia opera fi
vedrà , che tra le noflre pitture vi fon cofe Romane.
(13) Paufania Vili. 31. fcrive di aver veduta
in Arcadia , una fatua di Bacco , sul di cui tirfo
eravì un Aquila , e foggiunge d'ignorarne il perche .
Meurfio nella Cafiandra di Licofrone v. 658. p. 78.
avverte , che l' Aquila Jole a a tutti gli Eroi ge-
neralmente attribuirli , forfè perche il volo altifiimo
di quella efprime la natura fublime di quefti.
(14) i/ Leone anche conviene agli Eroi per efpri-
meme