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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 1) — Neapel, 1757 [Cicognara, 2645-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3711#0101
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furore delle paffioni foftenute e guidate da una fal-
la religione (?) , condufle il cieco gentilefimo (io).

fexus pube , Panificorum &c Nympharum habitu .

(9) 1 'Pittori , e gli altri artifici col prete fio dì
rapprefientar ì loro 'Dei , e le azioni de" medefimì ,
figuravano con tutta la vivezza della loro fantafia
gli oggetti del lor piacere . Taziano rtpèg 'èXtyvctg p.ió8.
e fcg. rinfacciando a' gentili le loro difoneftà , ci da
un lungo catalogo di molti famofi pittori e ftatuariì,
/ quali fi avean prefo il piacere dì formar fiotto la
divifia delle "Dee varie favorite donne de' tempi lo-
ro . Arnobio Adv. Gcnr. VI. e Clemente Alejfandrino
irpoTpszT. p. 35". dicono , che fiotto la forma di Vene-
re nuda fi vedean figurate le famofe Gratina, e Frine.
'Plinio XXXV. io. Fuic & Arccllius Romae Celebris,
panilo ance divum Auguftum , nifi flagitio infigni
corrupiflct artem , femper alicujus amore feminae
flagrans, &c ob id deas pingcns , fed dile£farum ima-
ginc . Itaque in pintura cjus feorra numerabantur.
Lo ftefio Clemente Alefjàndrtno nel citato libro p. 39.
dopo aver detto , che i 'Poeti , gli Statuarii , e i
'Pittori unicamente per compiacere al fieri fa aveano
introdotte le immodefte immagini de' Satiri , e delle
Ninfe ; lafciando dì mira i tempi antichi così par-
la a quelli del fino fiecolo : I voftri popoli avendo
depofta ogni verecondia dipingono nelle proprie cafe
gì' infami congrciil delle divinità geniali , che demo-
nii fi appellano : e compiacendoli di certe impudiche
pitture fofpefe in alto per ornamento delle camere
nuzziali , quafi che l'intemperanza folle una religio-
fa operazione , vanno a giacerli in que' letti , ne'
quali guardano gli abbracciamenti delie ignude Ve-
neri per imitarli. Le altre voftre immagini fi ridu-

cono in fomma ad alcuni piccoli Dei Pani con
delle ignude donzelle 5 ed a certi Satiri ubbriache ,
che fanno pompofa inoltra della loro incontinenza .
In fine voi non folo non vi arroffite di veder efpofie
al pubblico le figure della più laida impudicizia , ma
anzi le confervate in eminenti luoghi difpofte, de-
dicando nelle proprie cafe le rapprclcntanze de' vo-
ftri Dei , come tante bafi della sfrenatezza, e di-
pingendo con eguale indifferenza le azioni di Erco-
le, e i varii modi venerei della voftra Fileni .

(io) La Chauffe Thef. Er. Ant. To. 11. Self.VIE
dove tratta de Mutini Simulacris gìufiìfica se , e gli
altri , che han pubblicati gli 0fieni monumenti del
gentilefimo, col rapportar la condotta tenuta dall' hn-
perator Teodofio, e da Teofilo Veficovo dì Alexandria,
ì quali dovendo diftruggere le (latue e le altre me~
morie de' gentili , vollero confirvare , ed efiporre al
pubblico le più oficene , per far vedere tutto il ridi-
colo , e l'infame di quella fai fa religione, e renderla
in tal maniera V abominio e V ludibrio di tutti . Si
veda Sozomeno VII. iy. e Socrate V. 16. In fatti,
come avverte lo fieffo Signor della Chauffe, i più fe-
rii , e coflumati uomini, tra' quali molti Ecchfiajtì-
cì di efemplar vita , non hanno avuta difficoltà dì
produrre filmili pezzi di anticaglie, e illufirarlì, sul-
/' efiempio appunto de' Santi 'Padri , che nelle opere
loro hanno con tutta la chiarezza parlato delle lordure
del gentilefimo . Il dotto Leonardo Agoftìni dedicò al
Sommo Pontefice Aleffandro Vii. le fine Gemme anti-
che , tra le quali se ne vedono molte che rapprefinta-
110 'Priapì, e Falli , e Veneri ignude .

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TAVOLA XVII.

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