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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 2) — Neapel, 1760 [Cicognara, 2645-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3733#0028
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T

^

16

TAVOLA III.

nell'ifcrizzione, che ha fotto , ove fi legge (3): Taììa (4)
la Comedia (s). E ben corrifpondono alla profeffione la
mafcbera comica (6), che tiene colla finiftra mano ; e '1
pedo (7), che ha nella deftra. Oltre alla corona di alloro ^

e al

(3 ) 0AAEIA. KwMOAIAN. E da offervarfili' omi-
cron in luogo dell' omega nella feconda fillaba della
feconda parola. Quefto errore o negligenza, che -vo-
glia dìrfi , è frequente nelle ifcrizioni in marmo, e
falle medaglie , vedendofi fpejfo l' E per T H , e l'O
per l'Q,. Si veda lo Spanemio de V. & P. N. diiT. II.
Son da ojfervarfi ancora le figure dell' £, e dell' w ,
che coflantemente fi vedono cosi formate qui , e in
KA?(W, e in sPATw, e negli altri nomi delle noftre Mufe,
dovunque occorrano tali lettere .

(4) Talia é cosi detta aitò tS QdXXsi)/ dal fio-
rire , perche lungo tempo fiorifcono coloro , che fon
da'Poeti celebrati ; come penfa Diodoro IV. 7. 0 per
le altre ragioni immaginate da Fornata cap. 14.
e da "Plutarco Symp. IX. 14. Ella e l* inventrice,
0 la fopraintendente della Comedia: e in ciò va d'ac-
cordo con Petronio Afranìo , che dice :

Voce Thalia cluens foccis Dea Comica gaudet;
e con Aufonìo Idyl. XX.

Comica lafcivo gaudet fermone Thalia.
anche l'autor dell' Epigramma */<?//'Antologia, do-
ve fi legge :^r

Kuy-mòv evpe QzXsia. §lov rs, noti %9étz xsfoà,

Il comico carattere Talia

E i belli ritrovò coiìumi onefli.
Dionifio prejfo Plutarco cit. 1. par che al fola nome
di Talia avejfe riguardo , dicendo : Anche noi agri-
coltori ci attribuiamo Talia , a cui crediamo appar-
tenere la cura , e la confervazione delle piante, e
delle Temenze , che ben fiorifcono , e germinano ( sv-
feAa'vTwv, xxl fiXz?avóvT!i}V ) . Su quefto penficro potrebbe
Talia chìamarfi la Mufa Campagnuola . E ciò ben
converrebbe all' origine della Comedia , come fi ve-
drà nella nota feguente . Ed in fatti lo Scoliafte di
Apollonio III. v. 1. dà efprejfamente a quefla Mufa la
coltura de' campi : ysupyùv , asci rijv icspì tà (fivTà
Ttpay^LScrslav.

(5) Coloro , che s' immaginarono dì fcovrir e i prin-
cipìì della Tragedia nell' Iliade d' Omero , con egual
felicità riconobbero nell' Odiffea un faggio della Co-
media . lionato Proleg. in Terent. Altri non dall'
Odijfea, ma dal Margite di Omero , fritto in verfi

jambi, vollero dedurre la Comedia . Ari fot eie Poe't.
cap. 2. Benché non manchi chi non ad Omero, ma ad
altri attribuìfca il Margite. S. Bafilio de leg. Gen-
til. Hb. Nel marmo dell' Apoteofì di Omero fi ve-
dono fcolpite ancora la Tragedia, e la Comedia, co-
me figliuole di cosi gran padre . Si veda ivi il Cape-
rò . Tre fon numerati da "Diomede lib. III. de Poè-
mat. gener. per principali autori della Comedia , cioè
Sufarione , Multo , e Magnete -, benché Clemente Alef-
fandrìno Strom. I. p. 308. affolut amente dichiari in-
ventore Sifarione Icariefe. Altri nominano Formo: Suì-
da in Q>ópy.oq. Altri Epicarmo -, altri Cratete. Sì
veda Aratotele Poé't. cap. 4. I diverfi pareri sul pri-
mo autore della Comedia poffono leggerfi in Vofiìo

Poèt. II. 23. Ver altro lo fleffo Arìflotele nel cit.
cap. 4. avvifa , che i principìì della Comedia fono
fconofciuti . E con verità può dirfi, che al pari di
qualunque altra ben regolata prof filone, fia nata dà
principìì vili ed ofcuri , che poi di mano in ma-
no abbellita giunfe a quella perfezione , dove Menan-
dro fra' Grtcì , e Plauto e Terenzio fra i Romani
la portarono . Il fio nome , che vuol dire canto vil-
lereccio , conferma quel , che comunemente fi fcrive,
che nafctjfe da prima nel contado ne' tempi della ven-
demmia. Orazio II. Epiftol. I. Ateneo II. p. 40. Do-
nato Proleg. in Terent. Come poi da queftì fmplici
principìì , e da' rozzi fcherzi di gente campagnuola,
fojfe la Comedia pajfata a fare il trattenimento prin-
cipale de' Cittadini ; può vederli in Vofiìo nel cit. 1.
e in Scaligero Poetic. I.

(6) Le mafchere adoperavanfi nelle azioni Tea-
trali per dare un carattere corrifpondente alle perfi-
ne , che falla Scena s'introducevano . Nelle G lofi e fi
legge: XapiMTyipify, Noto , pcrfcno : e Xapaxr/jp, vul-
tus , titulus , figura , lineamentum . Eran dunque
le mafchere varie , e a proporzione dell' età, del fi fi-
fa , e della condizione del perfonaggio , che ràpprefen-
tav&fi . 'Polluce nel lib. IV. defcrive minutamente le
mafchere Tragiche , Comiche, e Satiriche ( di que-
fìe tre forte di azioni freniche fi parlerà altrove )
co' loro nomi -, e noi avremo occajìone in più Tavole
feguenti di confrontare quefle defcrizioni colle noftre
Pitture . La mafchera , che qui tiene in mano Ta-
lia , par che convenga con quella deficritta da Pollu-
ce tra le Comiche , nel cit. lib. IV. fegm. 144. Il con-
dottiere ( tfyE/juàv ) è vecchio , co' capelli a modo rli
corona, di faccia larga , col deftro fopracciglio al-
zato . O pìuttojto coli'altra deficritta nel Seg. 149.
11 condottiere fervo ha i capelli a modo di fpira,
di color lionato, alza i fopraccigli, e corruga la fron-
te . Scalìgero Poèt. I. 14. crede , che l' Egemone,
0 condottiere fojfe il fervo , che accompagnava il
padrone giovane. Tal e il Geta di Terenzio nel For-
mione . Si rapprefenta con quefla mafchera in mano
Talia , forfè perché sì fatti fervi faceano le parti
più imporianti , e portavano T intrigo della favola ;
quale appunto è il carattere del Geta in quella Co-
media . Per altro nel marmo pubblicato dallo Spanto
Mifc. Er. Ant. p. 44. Talia tiene in mano una ma-
fchera dì uomo giovane, che il Gronovìo Thef. To. I.
Tab. C. con troppa confidenza afiìcura effcre il ritrat-
to di Menandro -, fìccome con eguale ardire afferma
ejfere il ritratto dì Sofocle la mafchera , che ha in
mano la Mufa Tragica nello ftcjfo marmo . Tutti
gì' Iftrioni portavaìio la mafchera , che non potea lo-
ro vietarfi , fé non quanto avveniva , che rappre-
fentando ejfi fconcìamente la parte loro , il Popolo
ordinava che fi fmafcherafferò . Fefio in v. Perfo-
nata fabula : e ivi Scaligero.



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