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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 2) — Neapel, 1760 [Cicognara, 2645-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3733#0094
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82

TAVOLA

Amore, che non ha qui le altre fu e note infegne, on-
de fuol effer didimo (5) : forfè, perchè non corriipon-
denti all' efercizio, in cui qui fi vede impiegato ; e
inutili contro un avverfàrio, con cui bifognava tutto se
medefimo adoperare (6). Pan (7) anche egli fi rapprefen-
ta giovanetto e con (8) corna, orecchie 5 cofce, gambe, e
piedi di capro . Il vecchio calvo, e panciuto, e rico-
verto

drino Stromat. VI. p. 623. e da Euripide in Phaed.
prejfo lo JleJJò, e ne II' Andromeda prejfo Ateneo XIII.
p. 501. e prejfo Luciano Quom. hiftor. fcrib. Padro-
ne , e regolatore dell' univerfo , da Orfeo Hym. in
Amor, che efercita il fino imperio /opra tutta la na-
tura . Oppiano Halieut. IV. 31. e fegg. e neW Anto-
log, lib. IV. cap. ix. Ep. 5"(j. e altrove.

(5) Sui non ha Amore altro dijlintivo, che l'ali.
Paufania VII. 26. narrando , che in Egira vedeafi
quefio 'Dio prejfo la fatua della Fortuna , per dinota-
re , che fpeffo in amore vai piti la fortuna della
bellezza , non nomina altro, che l ali : Ticcgà dvv/jv
(JYvyyi)) ) l-gws ZTSgà ìypn ì~('. E noto , che gli fi da-
vano l'ali per V incojtanza . Servio Aen. I. 667. Si
veda anche Properzio II. El. 9. Benché non mancò
chi accufajfe d' ignoranza i Pittori , che fingeano
alato un Nume autore della più profonda ed oflinata
paffione . Si leggano i graziofi verfi di Eubulo, e di
Aleffi in Ateneo XIII. p. $62. Si veda l' Aver ani
Diff! 58. in Anthol. Ver altro non era Amore il fo-
to Dio, che avejfe l' ali . Gisberto Cupero Apoth.
Hom. p. 162. 171. nel Poleni Tom. II. lungamente
parla de1 molti T)ei, che fi rapprefentano alati. Sì
veda Ariflofane in Av. 574. e feg. dove e notabile
quel che ferivo lo Scoliafle : vs&ìTSgixòv , rò Trjv NY-
xqy, kccì tòv ~Ei'pmx szTspoicQca, è nuovo, che la vit-
toria , e F Amore abbiano F ali. Si vedano in Ate-
neo XIII. p. 563. i verfi di Ariflofonte, in cui fi di-
ce , che gli 'Dei cacciarono dal Cielo Amore , e gli
tolfero l'ali, che diedero alla Vittoria. E" noto quel
che dice Ariflofane in Av. 694. e fegg. favoleggian-
do sull' origine delle cofe, che la Notte partorì un
uovo, da cui ufeito Amore colle ali d' oro , fi me-
fcolò col Caos , e produffe gli Dei, e gli uomini, e
tutto V univerfo. Si veda Platone nel Conv. De'
diverfi genitori , che fi attribuivano a quefio Dio,
parla Cicerone III. de N. D. lo Scoliafte di Apollo-
nio III. 2.6. Oppiano Halieut. IV. 24. e fegg. e al-
tri . "De' tre differenti Amori , fi veda Cupero II.
Obf. x.e len. (1 o)e{\\) della Tav.XXXVIII. delTol.

(6) Efamina Plutarco Symp. II. qu. IV. p. 638.
fé la lotta fojfe fiata la più antica de' giuochi gin-
nici : e da Panfania Vili. 1. fi ha l' antichiffhna
tradizione , che Saturno , e Giove aveffero lottato
ne' giuochi Olimpici. Delle due maniere di far la
lotta , 0 all' impiedi con procurar l' uno di gettar
l' altro a terra, 0 sul fuolo con cercar l' uno di por
fiotto P altro -, e dell' ufo grande , che faceano gli
antichi di quefio efercizio , fi veda il Mercuriale A.
G. II. 8. e V. $. e 7 Fabri Agon. I. io. Neil' Ifola

di Scio, dice Ateneo p. $66. bello è il vedere ne*
ginnafii lottar i giovani colle donzelle . Ed e notif-
fimo , che in Sparta le donne ammejfe a tutti gli
altri efercizii ginnafticì , lottavano anche nude con
gli uomini. Properzio III. Eleg. ix. Plutarco in
Lycurgo . 'Defcrive Nonno Dionyf. XXXVII. 556.
e fegg. minutamente la lotta d' Eaco , e d' Arifteo,
e i loro gefti -, nel X. 329. e fegg. quella di Ampe-
lo, e di Bacco , dove nel v. 336. dice elegantemen-
te , che in mezzo a quei due amabili lottatori,

T'ftxro fxxpyog sgug 7rrsgósig, èvxyuviog E'pixrjg.
Di Mercurio Enagonio ( 0 fia prefide della palefira,
di cui glifi attribuiva anche f invenzione ) fi ve-
da il Fabri Agon. I. 16. Per dimoftrare Ateneo
XIII. p. 561. che Amore dagli antichi era creduto
il Dto dell' onefta amicizia e della civile unione,
nota , che né ginnafii alle ftatue dì Mercurio , e
d' Ercole era unita quella d' Amore ; e che i Samii
ad Amore avean dedicato il lor ginnafio . Paufania VI.
13. dopo aver detto , che in Elide nel gran ginnafio
per gli Atleti fi vedeano le fiatile di Ercole , di
Amore , e di Anterote , foggiunge , che nell' altro
ginnafio pe' ragazzi vi erano i due Amori, che con-
tendeano per un ramo di palma.

(7) Pan ab antiquis dictus ( così par che debba
leggerfi ; non diebus , come fi legge comunemente,
ne gentibus , come emenda il Munkero ) fuit Deus
naturae, ficrive Albrico D. I. cap. 9. onde ebbe il
nome da' Greci , dd quali fu anche detto per

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la fina hiffuria èft'.dXrìK , e da' Latini Inuus , e fi
crede lo flejfo , che il Fauno , Fatuo , 0 Fatuello.
Servio Ecl. II. 31. e Aen. VI. 776. Si veda il Mun-
kero sul cit. cap. (>. di Albrico , e a Igino Fab. zx^.
dove nota , che Pan fu da alcuni creduto figlio di
Bacco . De' diverfi genitori attribuiti a Pan fi ve-
da , oltre a' Mitologi latini , lo Scoliafle di Teo-
crito Idyl. I. v. 3. e i.. 113. e Tzetze a Licofrone
v. 771. Di Pan antico Dìo degli Egizii fi veda
Erodoto II. 46. e 14 5. e 146.

(8) Prejfo gli Egizii, e prejfo i Greci fu rap-
prefentato da' Pittori, e dagli Scultori Pan alyo7rpó(T!>)-
r.oq, acci T?ayocrx;\Yìg, col volto , e colle gambe di ca-
pro , come fi legge in Erodoto II. 46. /'/ quale però fiog-
gìugne : orsv Sé iivsxct toiStov ypxpxcn dvròv, § p.01 tffoóv
s<ri Xsysw, perchè però così lo rapprefentino , non
piace a me il riferirlo . SHiiel che tace Erodoto, farà
forfè ciò i che dice Luciano nel Dial. dì Pan e Mercu-
rio. Omero nell'Inno ^Pan, anche lo chiama capripe-
de e bicorne, a!yo~coy}V, foyJpuTU.

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