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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 3) — Neapel, 1762 [Cicognara, 2645-4]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3734#0021
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RAPPRESENTATO in quefta pittura,
di buon colorito, febbene in qualche pic-
cola parte perduto alquanto , apollo che
tien la lira appoggiata a un'ara*, e tutte
le altre divile, che l'accompagnano, a quel
Dio chiaramente appartengono ^. Ha egli
circondata la tefta da un rilucente ?tim~
una corona di verde alloro M la bionda e

A

(i) Nel Cateti Num. CCCCXL1.

(2) Fu trovata negli /cavi di Portici. Quefta
pittura , avrebbe dovuto occupare un luogo del Tomo
Secondo , ove un altro Apollo è fituato : ed avrebbe
dovuto parimente la pittura della Tavola feguente
tz-ccoppiarfi agli altri Bacchi , che fono nello ftejfo To-
mo Secondo . Ma effendo quefle due pitture compagne^
non fi è creduto proprio difunirle , come avrebbe do-
vuto far/i per Jìtuarle in quel Tomo : dove /'Apollo
fa una ferie colle Mufe , e i Bacchi vie fanno un'altra
. (olle Arianne , e con tutto ciò , che appartiene a' riti
fiacchici. Oltracciò i difegni , e le ineijioni non pnjfo-
no fempre andar del pari colla ftampa . Né potendo/i
finalmente in una copia di pitture così grande , e che
ogni giorno è accrefeiuta dq nuovi ritrovamenti , of-
fervare un ordine efatto nel pubblicarle : perciò da noi
fi è Jìabilito il metodo, come fin da principio fi diffe,

di dare in ciafeun Tomo parte di tutti i diverfì ge-
neri di pitture , andando così feompartendo quelle, che
fono già nel Mufeo , e avendo fempre gli occhi agli
fcavi ì i quali fono aperti , e producono continuamen-
te pitture d'ogni forta, e di deità, e di favole, e dì
eferciziì diverfi, e di proiettive, e di frutta , 0 di
altre cofe .

(3) Si veda la Tav. X. n. (3) p. 61. » 62. del
II. Tomo di quefle Pitture.

(4) Si veda il cit. To, II.,Tav. I. n. (io) p. 3. Dio-
doro I. 17. chiama Apollo sugsryjit t§ Qut5 ?mSd($v/iQ
inventore dell'alloro; e Nicandro Alexiph. v. 200.
dice , che il primo, che fi coronò di lauro , fu ..Apollo.
Del refto Ovidio dà la corona di fiondi ad Apollo an~
che p>rima della trasformazione di Dafne in alloro %
Met. I. v. 450. e feg.

Nondum laurujs erat: jongo^ue decentia crine

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