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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 3) — Neapel, 1762 [Cicognara, 2645-4]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3734#0290
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L-t i\ J_i 1X,

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I

74 T A V

quadrata \ e da un piede, come di uà vafo, s'alza col jfò//.
éfo convejfo a guifa di pina , moftrando alquante fa/ce , o
giri, e macchie di varie figure (4) , che il color della pit-
tura , eh'è tutta a chiaro/curo , sbiadato ancora pel tem-
po, non lafcia ben diftmguere , nella fuperficie del corpo

conico :

dì fimil figura fi adorava . II famofo Alagabalo , fat-
to trafiportare da Emejfa in Roma dall' Imperatore ,
che da quel dìo , dì cui fu facerdote , prefie anche
il nome , è così deferitto da Erodiano III. 3. 7.1 dog t/c
*V/ [J.tytsos mmdev nspiQsp?]g , 7$yocv si'g g"£vtY/Tx :
è una certa pietra molto grande, rotonda al di lot-
to , e (he termina in ixa punta acuta . La figura può
•vederfi nelle medaglie ancora prefifh il Vaìllant . Del
nome dì quejlo dio può veder/i Cafauhono a Lampridio,
e Salmafio a Vcpifico : Seldeno de diis Syr. Synt. IL
1. crede , che ì Aglibelo de' Palmi reni Jì a lo fteffo ,
che V Alagabalo di Emejfa , il quale può egualmente
pender^, pel Sole, e per Giove . In Megara fi adora-
va Apollo Carino , eh' era una pietra piramidale :
JPaufania I. 44. s$i Ss ... . ?J9cg nxpsyòfisvog nu-
pa/jJSog Gyjiyjt 8 /j.sycc7'/]g • tstov A'ffó?J.wxÒJOfidQi-
gi YLupivÒ!/ : Vi è ... un faffo, che ha la figura di
una piramide non grande : lo dicono Apollo Carino.
Apollo Agieo, 0 fecondo altri, Bacco, che folca porfi
avanti le porte delle cafie , era rapprefentato in
forma di una guglia, 0 colonna conica, mustang yj-
6.V, come dice Suida in A'yvixt : fi veda Elladìopref-
Jò Fazio Cod. 279. ed altri notati dal Begero Thef.

1)1". Io. 3. p, CO. £&# lo fyr.nnrjr.c iin uvin. ^ytPiìnjjTiri.

degli Apolloniefi ; dove Arduino , e gli altri non ve-
dono , fé n;n che una meta in fegno de' giuochi . In
Sidone fi vedea la fatua di Giove Milichio informa
dì piramide: Paufianèa IL 9. vrvpxy.i'Si Si óMsi7u^°Q
( leìg ), v) Ss ( K'prspig nxrpda ) yuovi hìv sìxaofAS-
' T/i : Il Gio\e Miluhìo ha la figura d' una piramide,
la Diana Patria di una colonna . In Tefpi Amore al-
tro non era, che dpyòg Kt'Qog un rozzo laflb. La Ma-
dre degli dei in Peffinunte era una pietra : Livio XXIX.8.
Sì veda Curzio lV.p.82. dì Giove Aminone^ umbilico
iimilis, imaragdo , & gemmis coagmentatus. Paufia-
mìa IX. 27. il quale altrove III. 20. narra , che vici-
no a Sparta fi vedeano y.lovsg snid . . . xoctcc Tpónov
toV apycuoy, èòg fcèpw ?w n7,avr,Tav Qxgìv dyx7,p.X"
tx , fette colonne , pofìe iecondo il coftume antico,
quali dicono effere le ftatue de' fette pianeti. Infatti
egli fieffo VII. 22. dopo aver detto, che in Bere fi ve-
deano trenta pietre quadrate , che rapprefentavano
altrettanti dei, fggiunge : <rtì Ss sti nx7Miòrspx xxì
Tc7g ndmv s7.?,y,giv Tifiàg Qsqùv ani dyxy^xxTor; sìyjw
o'pyoì 7.ida : fecondo il coftume antico preffo tutti
i Greci le rozze pietre in vece delle ftatue aveano
gli onori divini . Il Seldeno 1. e. rapporta quefìepietre
fagre al genere de' Betili, di cui fi veda anche il Bo-
chart Chatt. IL 2. e la differtaz. 7. Tom. IX. Mem.
dell' Accad. delle Ifcriz. dove per altro i Betili fi re-
stringono alle file pietre piccole , e portatili , e di tal
qualità , che pefifan rìdurfi alle pietre dette ceraunie .
Si veda amb« qu$] cb« ba raccolto ì'Uzelio » il Gro-

novio e gli altri Cementatori di Minuzìo Felice p.20-
sull' origine di adorare, e ungere e coronare le pietre.
(4) Sulle medaglie, che rapprefentano Venere Pafia,
non fi difìinguono quefti fegni : non è però inverifimi-
le , che vi foffero su quella pietra mifteriofa incifi de'
geroglìfici , 0 caratteri , 0 fimboli , che fpiegafiero , 0
alludeffero al mìftero . Che tutto il fimulacro fojfe fim-
bolìco, lo dice efpreffamente Filofìrato in Apoll. Tyan.

III. 58. KXTX TY1V ndQoi/ , 8 TÒ T% A'(ppOÒlTY!S 'édog,

fylAfioTiimQ ìSpvfJLSTm ■ in Pafo , dove è la fìatua di
Venere , coftrutta fimbolicamente : ed egli ftefifo Ap.
Tyan. IL 24. parlando della fatua del Solerteli' India
fatta di margarite d'una maniera fimbolìca , dice ge-
neralmente : S ( "iy^oTam rpónu ) (ìxpfixpoi ninsg
èg rx i'spd xP®>roLi '■ ^e^a clua^ maniera fimbolica fi
fervono nelle cofe fagre tutti i barbari . Gli Gielifchi,
e gli altri monumenti Egizzii fonimi niflr ano haftantè
efempii di tal coftume . L' origine poi del culto della,
Venere Pafia e la fondazione di quel tempio con-
fermerebbe quefo fofpetto . P anfani a I. 14. raccontan-
do , che in Atene vi era un tempietto dì Venere Ce-
iefte , il di cui culto vi era flato introdotto da Egeo,
dice : npohotg Sé d^pimm A'aauptoig kxtss& osftsaSxi
t^k Qòjavìoc'j . ìj^.v Ac k'&aMfu'gQ _ Y*.L7tpiùò)i YluQLOig,
vm Qwrim» Toig A'ukxTiuux s\%aiy è» t^ X\x7xi-
si'ì/iq ■ net pei Ss Qowxw Ki$/jpioi [txQóì'Tsg oéfòoip:
i primi uomini , che adorarono Venere Celefìe,
furon gli Affirii : dopo quefti tra i Cipri i Pani ,
tra i Fenicii gli abitanti di Afcalona nella Pa-
kftina : da' Fenicii ne apprefero il culto quei di
Citerà . Ma par che Paufania s' inganni , fcam-
hiando la Venere Pafia colla Cipria . Erodoto I. iosf.
dice con più accuratezza , che il tempio più antico
della Venere Celefte era quello d' Afcalona , a fimi-
lìtudine del quale fu fatto poi quel d'p Cipro , e quel
di Citerà. Eran dunque le Veneri Cipria , e Gite-
rea prefe ambedue dalla Venere Afcalonefe , e fimili
tra loro . Infatti Paufania fieffo III. 23. dice che la Ve-
nere Citerea era armata : duvri Ss ri tlscg jj-óww
unTuaplvov : Ed Efichi0 dice, che la Venere Cipria
era aftata : syyficg, h'QpoStTYì , vlnpioi. Tacito all'
incontro Ann. III. 20. parlando della caufa degli afili
trattata in Roma fiotto Tiberio , dice , che i Cìpriotti
pretefiero anche V immunità per tre tempii : quorum ve~
tuft'flìmum Paphiae Veneri ; au&or Aerias : poft filius
ejus Amathus Veneri Amathufiae , & jovi Salamì-
nio Teucer pofuiffent. E lo ftefio Tacito Hift. IL 2.
parlando dello fiefib tempio di Venere Pafia : Condito-
rem templi regem Aeriam vetus memoria ; fama
recentior tradit , a Cinyra facratum templum .
Apollodoro TU. attribuifice a Cinira , Re degli Affi-
ni , ha fondazione di Pafo : Kivùoxg ( h'oavoicci) ftx-
GiTisCg) iv ¥*ùnpù> nxpxysvótisvog cu? Mut 'imm tl&-

èo'J .
 
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