àt
I.
0 ' ^ col
quante ^
1 Color dei;
ancora pei {
-racie del ^
*#
uetta petra mìflemj,
i , o/imboli, che jpt^
Che tutto ìlfimuknji
lente Fihjlrato in Apolli
m Pafo , dove èlafe
bolicamente: ei ^m
o della fatua isl Sitili
una maniera finihhjii
>oA.m Tpòno) ) pi^i ii;
della qual maniera lièi
;re tutti ibarbari,Giife
/ Egizzii fommiép» \i
e . V origiw pi MA.
fondazione di pi taf» i
'.tto . l'anfanili 1.14. *'
era un tempeitoiiVw[
) vi era flato intrétU Ai
mnw A'fw/x'wj iwj» '•;
$ A w^/gj. Wffl ^
che adorarono Venere C-
3po quefti trai Cipri j
abitanti di AfaM
| ne appreferoil*
ci* Paufamf'-
^colU Cipria J*
■«ss* , «** « fcf
fidi* dice? * i
P Veneri ;a*r &
m Aeriam v<*
a Cinyrj.1; „.lj
ediP^>^
Pi,
AVOLA L1I.
O
75
£w/£0 : verfo la fuperior eftremità di cui fi offerva uno
f}>orto rotondo, e mufficelo, sul quale comparifeono appena
tre piccole punte rilevate ($), e nel mezzo, continuando il
corpo della guglia, forge un'altra piccola /?///# , che ha in
cima come una fiammella , o un^for*? (ó) . Sta fituata la
T0M.UI.P1T. Xx guglia
§0)>. E Luciano de dea Syr. dice, che Cinira ( for-
fè lo Jlejfo ) fece un tempio di Venere sul monte Li-
bano nella Siria . Igino Fav. 142. e 170. chiama Ci-
nira Regem AìTyriorum. Altri citati dal Munkero
ivi , e da Meurfio in Cypr. I. 15. eli. 9. attribuifeono
a Cinira la fondazione del tempo , febbene lo dicano
Cipriotto . Sentirà dunque più cojlante l'opinione, che
Cinira fondaffe Pafo , e vi edifi'caffè il tempo di Ve-
nere , tanto più , che il nome di Aeria in Tacito fi
legge diverfamente , ojfervando Alciato, che in alcu-
ni MSti è Urani um : e lo ftejfo Tacito HifL II. 2.
mette in dubbio , fé Aeria fojjé il nome del Re , 0
della dea : quidam ipfius deae nomen id ( Aeriam )
perhibent. Quindi fembra in qualche modo poterfi dire ,
che la Venere di Pafo avejfe la fua origine dagli
Egizzii : sì perchè Luciano de dea Syria in prin. di-
ce, che i primi a introdurre la cognizione degli Dei fu-
rono gli Egizzii ; e che dagli Egizzii apprefero gli
AJJìrii la loro teologia , e a fabbricar de' tempi , e
a farvi fatue , e fimulacri : sì perchè la dea Aeria
potrebbe fiojpettarfi altro non effere, che una dea Egiz-
zia: Lo Scoli afte di Apollonio Arg. I. dice che l'Egitto
anticamente chiamavafi Aeria , perchè avea la terra ne-
cja . EJicbio ■yerO dopo aver aeuu ,vb„ ój; Z2,ru j.v>«.»
asgiav la nebbia ò\xtyp\x> , foggi unge, che Tafo , la Libia,
V Egitto , Cipro , e Creta chiamavanfi tutte di pi oli.
Si veda Seldeno de diis Syr. I. 4. e Meurfio 1. e. I.
o. e V Aver ani diri. LV. in Anth. Ma comunque fa,
è certo , che la Venere di Pafo era la Venere cele-
fte : così efprefamente la chiama Apulejo Met. XI.
Seu tu caeleftis Venus , quae nunc circumfluo Pa-
phi facrario coleris . Si veda Meurfio I. e. I. 115.
Ed è certo ugualmente , che la Venere ' celefte era ne'
varii luoghi diverfamente rapprefentata . Prejjo Pau-
fania I. 19. VI. 25. e IX. 16. s' incontra in tre di-
verge maniere figurata .
(5) Sembrò ad alcuno , che poteffe queflo pezzo
rotondo , e ornato di punte , 0 raggi dinotar la co-
rona radiata , con cui fi vede sulle medaglie , e su i
marmi talvolta Cibele , la Luna , Giunone, e fimi-
li deità , le quali tutte erano lo Jìefifo nume con Ve-
nere , adorata da' Siri , e dagli altri popoli dell'Orien-
te fitto nome di Aftarte, di Baalte , di Afroarche,
di Regina del Cielo , e di Signora degli Afri : fi
veda Seldeno de diis Syr. II. 2. e 4. e le tre punte,
0 raggi , 0 ftelle che fieno, corrifponderebbero appunto
all'Ecdtt triforme, di cui fi veda il Voffio Idol. II.
29. Si pensò ancora, che quejle tre ftelle potefiero efpri-
mere le tre Parche , di cui la prima prefedea alla
nafeita , la feconda alla vita, la terza alla morte:
* la più antica era la Venere celefte : così Paufania
I. 19. tò Ss s'm'y0afjL[jLot, G/i[j.alvn rt\» O'upctviai/
A'QpoSt'TYiV tSv ìia?Lii[dti(w MoipZi/ sfmt 7t$s<J$ur&'niv:
l'iferizione dimoftra efTer Venere Celefte la più antica
delle Parche. Anzi il Vojfio 1. e. II. 44. dimoftra, che la
tre Parche fi riduceano alla fola Venere, che era la Jlejpt
che la Luna . Della forte della Fortuna, su cui fi
appoggiava V Aerologia degli Orientali , eh' era la
fiefifa che la Fortuna primigenia , 0 la Fortuna del
Cielo, la Regina degli Aftri, la Venere Celefte ; fi
veda il Seldeno I. 1. e 2. dove offerva, che il rombo
magico, di cui fi fervivano gì' incantatori, e le ma-
ghe per indurre le donne , 0 gli uomini ad amare,
era lo Jlejfi , che lo Strofalo , 0 cerchio , di Venere..
0 di Ècate triforme : fi veda Properzio III El. IV.
26. ove il Broukufio, e gli altri da Iaì citati. Al"
tri finalmente confiderando quefta fafeia, come rappre-
fentante il Zodiaco, pensò , che le tre ftelle dinotafiè-
ro i principii delle tre Jìagioni , fecondo gli Egizzii .
che in tre parti fole divideano V anno , primavera,
eftà e inverno . Si veda la nota (17) della Tavola
L. e Y Aver ani de Meni. Aegypt, Si veda anche-
la nota feg.
(6) Tacito H. IL 2. dopo aver deferi tto il fimu-
lacro di Venere Pafia , foggiunge , che era ofeuro il
perchè così fojfe fatto : & ratio in obfcuro. Ad ogni
wwuìs» ~w v~r.jv.yG , „ìl ii tSaic , adorato fiotto i nomi
di Alagabalo , 0 di Apollo, era in forma jtmile figu-
rato ; come altrefi Giove, per cui intendeano anche il
fuoco (fi veda Seldeno 1. e. IL 2. ) : bm creduto gli
antiquarii , che per la fileffa ragione la Venere di Pa-
fo (la quale, come madre degli amori, altro non era
che una fiamma : eft mollis fiamma medullas : ) fi
rapprefentava di una figura propria ad efprimere quel-
la del fuoco : così il patarol nella cit. Ep. 3. il qua-
le però inclina piuttofto a credere , che fjp così figu-
rata la Venere di Pafo per dinotare la flefa Natura,
il di cui fimbolo era la piramide, come fpiega Pier io
Valeriano lib. 60. Per Pjramidem veteres rerum na-
turarci , & fubftantiam illam informem formas reci-
pientem lignificare voluerunt . Non mancò nondimeno
tra noi chi fofpettajfe che il fimbolo JìeJJò della gene-
razione quivi fi figurajfe . E" noto per altro , che Ve-
nere fi rapprefentava fiotto V uno e V altro fefifo ; fi ve-
da Macrobio III. Sat. 8. Ed è noto parimente il cul-
to del Fallo, che dall' Oriente fi propagò per tutte le
altre nazioni. Luciano de dea Syr. dice , che avanti
al tempio di quella dea fi vedeano due gran Falli.
Per quel che più fa al noftro propofito , dice Clemen-
te Alejfandrino nporp. p. io. che Cinira, il quale in-
troduce in Cipro il culto di Venere , e come abbiam
veduto , fabbricò il tempio di Venere in Pafo , e n»
ijlituì i J'agrifìcii , e i mifteri , volle, che agli ini-
ziati fi dejfe un fallo TmiA/iptov tyiq yov/jg fimbolo
della generazione. Da ciò fi volle dedurre , che no»
tra invsrifimile , eh* lo JìeJJò fimbolo fi figuraffe nei
Jìmulaero
li A
•
I.
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della qual maniera lièi
;re tutti ibarbari,Giife
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f}>orto rotondo, e mufficelo, sul quale comparifeono appena
tre piccole punte rilevate ($), e nel mezzo, continuando il
corpo della guglia, forge un'altra piccola /?///# , che ha in
cima come una fiammella , o un^for*? (ó) . Sta fituata la
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§0)>. E Luciano de dea Syr. dice, che Cinira ( for-
fè lo Jlejfo ) fece un tempio di Venere sul monte Li-
bano nella Siria . Igino Fav. 142. e 170. chiama Ci-
nira Regem AìTyriorum. Altri citati dal Munkero
ivi , e da Meurfio in Cypr. I. 15. eli. 9. attribuifeono
a Cinira la fondazione del tempo , febbene lo dicano
Cipriotto . Sentirà dunque più cojlante l'opinione, che
Cinira fondaffe Pafo , e vi edifi'caffè il tempo di Ve-
nere , tanto più , che il nome di Aeria in Tacito fi
legge diverfamente , ojfervando Alciato, che in alcu-
ni MSti è Urani um : e lo ftejfo Tacito HifL II. 2.
mette in dubbio , fé Aeria fojjé il nome del Re , 0
della dea : quidam ipfius deae nomen id ( Aeriam )
perhibent. Quindi fembra in qualche modo poterfi dire ,
che la Venere di Pafo avejfe la fua origine dagli
Egizzii : sì perchè Luciano de dea Syria in prin. di-
ce, che i primi a introdurre la cognizione degli Dei fu-
rono gli Egizzii ; e che dagli Egizzii apprefero gli
AJJìrii la loro teologia , e a fabbricar de' tempi , e
a farvi fatue , e fimulacri : sì perchè la dea Aeria
potrebbe fiojpettarfi altro non effere, che una dea Egiz-
zia: Lo Scoli afte di Apollonio Arg. I. dice che l'Egitto
anticamente chiamavafi Aeria , perchè avea la terra ne-
cja . EJicbio ■yerO dopo aver aeuu ,vb„ ój; Z2,ru j.v>«.»
asgiav la nebbia ò\xtyp\x> , foggi unge, che Tafo , la Libia,
V Egitto , Cipro , e Creta chiamavanfi tutte di pi oli.
Si veda Seldeno de diis Syr. I. 4. e Meurfio 1. e. I.
o. e V Aver ani diri. LV. in Anth. Ma comunque fa,
è certo , che la Venere di Pafo era la Venere cele-
fte : così efprefamente la chiama Apulejo Met. XI.
Seu tu caeleftis Venus , quae nunc circumfluo Pa-
phi facrario coleris . Si veda Meurfio I. e. I. 115.
Ed è certo ugualmente , che la Venere ' celefte era ne'
varii luoghi diverfamente rapprefentata . Prejjo Pau-
fania I. 19. VI. 25. e IX. 16. s' incontra in tre di-
verge maniere figurata .
(5) Sembrò ad alcuno , che poteffe queflo pezzo
rotondo , e ornato di punte , 0 raggi dinotar la co-
rona radiata , con cui fi vede sulle medaglie , e su i
marmi talvolta Cibele , la Luna , Giunone, e fimi-
li deità , le quali tutte erano lo Jìefifo nume con Ve-
nere , adorata da' Siri , e dagli altri popoli dell'Orien-
te fitto nome di Aftarte, di Baalte , di Afroarche,
di Regina del Cielo , e di Signora degli Afri : fi
veda Seldeno de diis Syr. II. 2. e 4. e le tre punte,
0 raggi , 0 ftelle che fieno, corrifponderebbero appunto
all'Ecdtt triforme, di cui fi veda il Voffio Idol. II.
29. Si pensò ancora, che quejle tre ftelle potefiero efpri-
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nafeita , la feconda alla vita, la terza alla morte:
* la più antica era la Venere celefte : così Paufania
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tre Parche fi riduceano alla fola Venere, che era la Jlejpt
che la Luna . Della forte della Fortuna, su cui fi
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