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VOLA LI1
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guglia allo fcoverto (7) iti mezzo di un edifizio femicircola-
re compofìo da uri cornicione foftenuto da quattro colon-
ne-, e da un tramezzo di fabbrica s o d'altra materia che
finga \ il quale le chiude a metà W -, e da due pogginoli,
o ripari citeriori : fopra cui fon due urne o altri vafi, che
fieno ( da uno de quali fi vede ufcire una fi ri/eia, come
ài fumo ^ ), fimili ad altre fette , che fi vedono fopra il
cornicione : Van ferpendo tra il cornicione , e le colonne
alcuni ramufcelli \ e dal tramezzo i e dalla bafe pendono
alcune fafeette', ti. appoggia alla guglia una lunga canna(loV,
e a pie di uno de' poggiuoli fìa una fpada (Il} o altra co-
fa che fia, con fafeetta legata attorno . E circondato Xedi-
fizio
Jimufacro medefimo della dea . Se dunque la punta,
che fi vede sulV efìremità della guglia , fi prenda per
una fiammella ; potrebbe dirfi , eh' efprima o la fieffa
Venere , la di cui ftella era adorata dagli AJJìrii,
dagli Arabi, e da' Perfiani : fi veda il Seldeno 1. e.
II. 4. 0 il fuoco elementare , eh' è il principio della
generazione, e della vita in tutti i corpi , e che da
Lucrezio lib. I. è attribuito a Venere : fi veda anche
Plutarco in Graffo, e Virgilio Aen. VI. 724. e fegg.
Se poi fi prenda p?r <*rt iiui^ 5 ffictcifóa tfifp , e&z •*?-
ìuda al papavero , che fi vedea in mano della Venere
de' Sicionìi , per fignificare vim prolifìcam, & femi-
nis copiam, cerne dice il Pierio lib. 42. Ed oltraciò
al dir di S. Agoftim C. D. VII. 25. i gentili viri-
lia Atys fiori comparaverunt. E da Ovidio Met. X.
735. fi ha , che Adone fu cangiato da Venere anche
in un fiore.
(7) Plinio II. 96. Celebre fanum Veneris liabet
P; phos , in cujus quandam aream ( 0 arara , come
legge il Patarol 1. e. -Ep. 4.) non impluit . E più
apertamente Tacito H. II. 2. parlando dello Jlejfo tem-
pio: nec ullis imbribus, quamquam in aperto , aita-
rla madefeunt.
(8) Così fi vede appunto sulle medaglie.
{9) Tacito H. II 2. parlando del tempio di Vene-
re Pafia dice : precibus , & igne puro altaria ado-
lentur. Omero Od. 0. 362. e H. in Ven. 57.
R° S'apct K-ónpo» facevi 0i?iOfii[xs^SyìQ h'Qpoìhrì
Ei'g HdQo'j, h&x ès oì tsfJLSM$, fice/jLÓg is tlvoJdyjg:
Venne la dea del rifo amica in Cipro
A Pafo ; ov' ha tempio, e odorofo altare.
e Virgilio Aen. I. 419.
lpfa Paphum lublimis adit, l'edefque revifit
Laeta fuas : ubi templum ili:, centumque Sabeo
Thure calent arae.
dove fi veda Servio , che fpiega , perchè a Venere fi
offerijfè filo incenfo , e odori . Potrebbe dunque dirfi ,
che qusjlì vafi fieno appunto i vafi d'incenfo , che
fumavano avanti all' ara, della Venere Pafia . Il
va/o dell' incenfo era detto da' Cìprii con nome par-
ticolare Kjyjiròg , Efichio in tal voce : fi veda
Meurfio de Cypro I. 15. e 16. Se poi fi voglìan
dire urne cinerarie; potrebbe allora confiderarfi, quel
che dice Clemente Aleffandrino , e dopo lui Ar-
nobio lib. VI. Cinyram Regem Papiri cum familia
omni fua , immo cum omni profapia , in Veneris
tempio fitum effe .
(10) Delle Canne dì Cipro, che hanno ufi parti-
n.'5»r ' j...- ^„. ~<ft ,,.^2^icle t JV vaici, T'Unto XXtV. II,
e XXXII. io. Si notò qui , che forfè potrebbe que-
Jia Canna , che qui, e in altre pitture fi vede vicino
alle are ^ aver qualche rapporto alle canne , che porta-
vano in mano 0 che temano vicino alle loro camere i
pòrtinari nelle cafe, 0 gli Editui ne' tempii : fi veda
Properzio IV. El. VII. 21. e Petronio cap. 98. e 134.
e ivi p Comentatori.
(il) Dì Cìnira fon così varii e tra loro eppofti ì
racconti , che non può formarfene un fifiema : fi veda-
no raccolti preffi Meurfio loc. cìt. lì. 9. e prefso i
fomentatori di Ovidio Met. X. 298. e più di ogni
altro Meziriac a Ovidio p. 357. Traile altre co-
fe fi dice, che efendo egli giaciuto con Mirra fua fi-
glia fenza conofcerla , accortofi del fatto fi ucci fi: co-
sì Igino Fav. 143. ma il Boccaccio Gen. ILI. 51.
vuole , che Cìnira ferì colla i'pada la figlia , e dalla
ferita ufcì Adone. Da ciò potrebbe dedurfi qualche
debolijfima corgettwa per fofpettare , che quejla fpada
abbia del rapporto a tal fatto. Potrebbe anche fuppor-
fi , che tutta la pittura pofia appartenere a qualche fa-
vela , in cui Diana, e Mirra , 0 Smirna ( come al-
tri la chiamano ) cangiata poi nella pianta del fuo
nome, e Adone ( il quale da Euripide Hipp. 1420,
fi dice uccifo da Diana: fi veda anche Servio Ecl. X.
18.) abbiano parte . C.Elvio Cinna fece un poema mol-
to fatìgato , e molto ofeuro ( lodato da Catullo , e da
Orazio) intitolato Smirna, il di cui figgetto erano ap-
punto le avventure della figlia di Cinira. Sì veda il Fi-
largirio a Virgilio Ecl. IX. 35. e Servio Georg.],.388-