CAI
TAVOLA XIX
La prima ^
mano un ramufcelio
OMPAGNE e fìmili in molte cofe tra
loro fon le due donne dipinte ne' due
pezzi d'intonaco in campo nero , coni-
prefi in quefta Tavola . Ambedue fono
nude al dinanzi fino a mezza vita ; la
vejìe dell'una, e dell'altra è bianca \ e lo
fcherzo del panneggio è quafi lo fteffo,
di cui manca la te fi a , ha nella de/tra
^ ; e icftiene colla fmifira un van-
no ,
(1) Nella Caffi. JST. DCCCXCFI. Fu trovata coli'
altra compagna negli fcavi di Civita a 8. Gennaro
1759.
(2) E" noto 1' ufo delle fiondi , e ^'ramufcelli
nelle /acre funzioni . Dioniso il Trace prejfo Clemen-
te Alefifandrino Stroni. V. p. 568. jdando ragione
T&u QaXtàv tw StSofiévu» roig npomvvht , de' rami,
che fi danno a quei , che adorano : dice '• 01 6&?&.oi
VirOt t~c TTpcÓTT/Q TpoQrjg gù[J.$G?.cv u7idpx%Giv , V o7r6}S
ilItWVTCLl 01 7T07i?i0l , t8c fJLSV XUpTtìÌQ Si' OÀB QdfàSlV*
kui ccv^sadoti àccfjJvonoLs èmnTisTso» • oQtxg de dvrag
ò?Jyov ètXYiysvoii TÒv ttjs fymg yjpom ' tst8 y&piv
èidcoOcùi règ 0aA7i8g fié?-ontu • i'aag ès mC ì'vcù èrash-
rctt ori èg "érot aa xou'ovrai , sr&g mi rsg sìg tbtov
TÓjf filo» Tctyéug sXMn&v , mi irvpòg k'gyoy ysvfcs-
aOat : i .rami o fono finibolo dei primo alii^ento; o
perchè fappìano gli uomini, che i frutti germoglia-
no , e crelcono , con durar molto tempo : ma che
efli hanno ricevuto un corfo breve di vita : per tal
ragione vogliono , che fi danno i rami . Forfè an-
che perchè fappiano , che ficcome i rami dopo fi
bruciano ; così anche dovranno effi lafciar tra bre-
ve la vita, ed efìèr confumati dal fuoco . .Quantun-
que la feconda ragione non fembri la più verifimile ;
tnojlra nondimeno il cojlume di bruciar/i il ramo, che
fi era adoperato nella facra funzione ; e così infatti
fi vede in una gemma ,prejjb il Gorleo , riportata an-
che dal Brouerip de Adorat. cap. 16. una donna in
atto di verfare il liquore da una patera , che tiene
nella deftra , e di porre fui fuoco il ramufcelio , che
tiene nella fmiftra . E fi notò a quejìo propofito quel
che ojferva lo jìeffo Brouerio l, cit. cap. 22. collo
Scoliqfle
TAVOLA XIX
La prima ^
mano un ramufcelio
OMPAGNE e fìmili in molte cofe tra
loro fon le due donne dipinte ne' due
pezzi d'intonaco in campo nero , coni-
prefi in quefta Tavola . Ambedue fono
nude al dinanzi fino a mezza vita ; la
vejìe dell'una, e dell'altra è bianca \ e lo
fcherzo del panneggio è quafi lo fteffo,
di cui manca la te fi a , ha nella de/tra
^ ; e icftiene colla fmifira un van-
no ,
(1) Nella Caffi. JST. DCCCXCFI. Fu trovata coli'
altra compagna negli fcavi di Civita a 8. Gennaro
1759.
(2) E" noto 1' ufo delle fiondi , e ^'ramufcelli
nelle /acre funzioni . Dioniso il Trace prejfo Clemen-
te Alefifandrino Stroni. V. p. 568. jdando ragione
T&u QaXtàv tw StSofiévu» roig npomvvht , de' rami,
che fi danno a quei , che adorano : dice '• 01 6&?&.oi
VirOt t~c TTpcÓTT/Q TpoQrjg gù[J.$G?.cv u7idpx%Giv , V o7r6}S
ilItWVTCLl 01 7T07i?i0l , t8c fJLSV XUpTtìÌQ Si' OÀB QdfàSlV*
kui ccv^sadoti àccfjJvonoLs èmnTisTso» • oQtxg de dvrag
ò?Jyov ètXYiysvoii TÒv ttjs fymg yjpom ' tst8 y&piv
èidcoOcùi règ 0aA7i8g fié?-ontu • i'aag ès mC ì'vcù èrash-
rctt ori èg "érot aa xou'ovrai , sr&g mi rsg sìg tbtov
TÓjf filo» Tctyéug sXMn&v , mi irvpòg k'gyoy ysvfcs-
aOat : i .rami o fono finibolo dei primo alii^ento; o
perchè fappìano gli uomini, che i frutti germoglia-
no , e crelcono , con durar molto tempo : ma che
efli hanno ricevuto un corfo breve di vita : per tal
ragione vogliono , che fi danno i rami . Forfè an-
che perchè fappiano , che ficcome i rami dopo fi
bruciano ; così anche dovranno effi lafciar tra bre-
ve la vita, ed efìèr confumati dal fuoco . .Quantun-
que la feconda ragione non fembri la più verifimile ;
tnojlra nondimeno il cojlume di bruciar/i il ramo, che
fi era adoperato nella facra funzione ; e così infatti
fi vede in una gemma ,prejjb il Gorleo , riportata an-
che dal Brouerip de Adorat. cap. 16. una donna in
atto di verfare il liquore da una patera , che tiene
nella deftra , e di porre fui fuoco il ramufcelio , che
tiene nella fmiftra . E fi notò a quejìo propofito quel
che ojferva lo jìeffo Brouerio l, cit. cap. 22. collo
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