i2o TAVOLA XXV.
parte, e vicino a cui fi vede un pezzo d'afta anche gial-
lo , appoggiato a una grande ara , che finge il color del
porfido . Sono sulP ara due colombe di color biancaftro W,
di una delle quali manca la tefta, e dell'altra non rimane,
che la fola coda : ficcome perduta ancora è Y altra cofa,
molto incerta , e di cui fi riconolce foltanto il targo giro
inferiore a color d'oro , che fìa fituato {opra un panno
bianco raggruppato , e intorno al quale panno fi vede an-
che involta una larga fa/ci a , che ha il fondo pur bianco
con ftrifce , e pezzette rojfe da tratto in tratto *, e parte
della quale reità pendente dall' ara colf eftremità biparti-
te ^.
L'altro pezzo W è un bel fregio in campo nero chiufo da
lift e, e da ornati di molti colori : la colonna, e ì pilaftro
hanno molto del grottefco : il primo uccello ha le piume
d^un color cangiante tra il giallo, e '1 verde : Y altro, raf-
fembra a un merlo ; la farfalla, i , e le corbezzole ^
fon
(4) Le colombe fon /acre a Venere , come è noto,
per le ragioni accennate altrove , e che poffbn vederfi
freffo Lattanzio a Stazio Theb. IV. 226. Fornuto
cap. 24. ed altri citati da' Cementatori a Fulgenzio
Mythol. fi. 4. e perciò fi facrificavano anche a quejla
dea : Properzio IV. Ei. V. 63.
Sed cape torquatae, Venus o Regina , columbae
Ol> meritum ante tuos guttura fe&a focos.
E dai vederfi qui fopra l' ara, fi notò il coflume Uh-
flrato da Cupero Obferv. 1. 12. p. 99. di uccidere le
vittime pofìe sull' ara , le quali allora diceanfi S7rtfìù!i-
ftiot ; come fon dette da Apollonio Rodio IV. 1130.
èvayéuQ èmpsófiia utìTÌ épóaxyrss.
(5) Potrebbe ejfere un vafo per ricevere il fangue
delle vittime : ma vedendofi foriere da quel giro un'
altra cofa conveffà , fi fofpettò , fe forfè fojfe voluto
indicarfi un cimiero, per alluderfi a Venere vincitri-
ce. Del re/lo effendo mancante , e perduta la pittura,
nulla può dirfi, anzi ne pur congetturarfi di verifimile.
(6) L'ufo delle vitte , 0 fafeette ne' facrificii, è
notijfimo e per adornar la vittima, e per cingere l'ara
Jleffa : Virgilio Ecl. Vili. 64.
. . & molli cinge haec altana vitta :
dove Servio : molli , ideft lanca : e sul verfo 269.
Aen. V.
Puniceis ibant evinéti tempora taeniis.
piegando le tenie punicee per vittas xoleas , dice,
che fi ufavano ambe difcolores fafciae; cosi Artemi-
doro I. 79. chiama tò notm'KQV la fafcetfa di lana a
più colori : e Clemente Ahffandrino : TOCiv/dg s'p/y ,
Kcct ncpdpvpa 7rs7toiKt?ifjJmg ; le fafeette di lana in-
tramezzate di porpora : fi vedano i Comentatori di
Petronio cap. 130. e di Apulejo in Apolog. sull'ufo,
di fintili tenie a più colori negl' ine antefimi amatori}.
Qui fi volle anche fofpeilare di qualche allvfione al
cefto di Venere , da noi altrove fp legato , e di cui
può vederfi tragli altri Fornuto cap. 24.
(7) Nella Caffi. K MCXV. Fu trovato nelle fca-
vazioni di Civita a il. Maggio 17Ó2.
(8) Ovidio I. Met. 104.
Arbuteos faetus , montanaque fraga legebant:
Plinio XV. 24. Aliud corpus efì terreftribiis fragis,
aliud congeneri eorum une doni, quod lolum pomum
fenile fru&ui terrae gignitur .... Pomum inho-
norum , ut cui nomen ex argumento fit unum tan-
tum edendi: éiiohus tamen nominibus hoc Graeci ap-
peilant , comaron , & mimeejlon : ex quo apparet
totidem elle genera : & apud nos alio nomine ar-
lutus vocatur . Juba auétor eft quinquagenum pe-
dum altitudine in Arabia effe eas . Secov.no dunque
il fentimento di Plinio diceafi unedo la corbezzola,
perchè mangi andofene più d'una è nociva. All'incontro
Ateneo lib. II. 11. p. 50. fpiegando un luogo di Afclepiade,
che parla delle cameceralie , ^fiattépefoià , credute
da Ateneo le fi effe , che le corbezzole , dice: ó x'/Jo»
TW ìwtQL tS wpffó Qaycòv K£<pct7ict?iyijc; ylmcti ; chi
mangia
parte, e vicino a cui fi vede un pezzo d'afta anche gial-
lo , appoggiato a una grande ara , che finge il color del
porfido . Sono sulP ara due colombe di color biancaftro W,
di una delle quali manca la tefta, e dell'altra non rimane,
che la fola coda : ficcome perduta ancora è Y altra cofa,
molto incerta , e di cui fi riconolce foltanto il targo giro
inferiore a color d'oro , che fìa fituato {opra un panno
bianco raggruppato , e intorno al quale panno fi vede an-
che involta una larga fa/ci a , che ha il fondo pur bianco
con ftrifce , e pezzette rojfe da tratto in tratto *, e parte
della quale reità pendente dall' ara colf eftremità biparti-
te ^.
L'altro pezzo W è un bel fregio in campo nero chiufo da
lift e, e da ornati di molti colori : la colonna, e ì pilaftro
hanno molto del grottefco : il primo uccello ha le piume
d^un color cangiante tra il giallo, e '1 verde : Y altro, raf-
fembra a un merlo ; la farfalla, i , e le corbezzole ^
fon
(4) Le colombe fon /acre a Venere , come è noto,
per le ragioni accennate altrove , e che poffbn vederfi
freffo Lattanzio a Stazio Theb. IV. 226. Fornuto
cap. 24. ed altri citati da' Cementatori a Fulgenzio
Mythol. fi. 4. e perciò fi facrificavano anche a quejla
dea : Properzio IV. Ei. V. 63.
Sed cape torquatae, Venus o Regina , columbae
Ol> meritum ante tuos guttura fe&a focos.
E dai vederfi qui fopra l' ara, fi notò il coflume Uh-
flrato da Cupero Obferv. 1. 12. p. 99. di uccidere le
vittime pofìe sull' ara , le quali allora diceanfi S7rtfìù!i-
ftiot ; come fon dette da Apollonio Rodio IV. 1130.
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(5) Potrebbe ejfere un vafo per ricevere il fangue
delle vittime : ma vedendofi foriere da quel giro un'
altra cofa conveffà , fi fofpettò , fe forfè fojfe voluto
indicarfi un cimiero, per alluderfi a Venere vincitri-
ce. Del re/lo effendo mancante , e perduta la pittura,
nulla può dirfi, anzi ne pur congetturarfi di verifimile.
(6) L'ufo delle vitte , 0 fafeette ne' facrificii, è
notijfimo e per adornar la vittima, e per cingere l'ara
Jleffa : Virgilio Ecl. Vili. 64.
. . & molli cinge haec altana vitta :
dove Servio : molli , ideft lanca : e sul verfo 269.
Aen. V.
Puniceis ibant evinéti tempora taeniis.
piegando le tenie punicee per vittas xoleas , dice,
che fi ufavano ambe difcolores fafciae; cosi Artemi-
doro I. 79. chiama tò notm'KQV la fafcetfa di lana a
più colori : e Clemente Ahffandrino : TOCiv/dg s'p/y ,
Kcct ncpdpvpa 7rs7toiKt?ifjJmg ; le fafeette di lana in-
tramezzate di porpora : fi vedano i Comentatori di
Petronio cap. 130. e di Apulejo in Apolog. sull'ufo,
di fintili tenie a più colori negl' ine antefimi amatori}.
Qui fi volle anche fofpeilare di qualche allvfione al
cefto di Venere , da noi altrove fp legato , e di cui
può vederfi tragli altri Fornuto cap. 24.
(7) Nella Caffi. K MCXV. Fu trovato nelle fca-
vazioni di Civita a il. Maggio 17Ó2.
(8) Ovidio I. Met. 104.
Arbuteos faetus , montanaque fraga legebant:
Plinio XV. 24. Aliud corpus efì terreftribiis fragis,
aliud congeneri eorum une doni, quod lolum pomum
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tum edendi: éiiohus tamen nominibus hoc Graeci ap-
peilant , comaron , & mimeejlon : ex quo apparet
totidem elle genera : & apud nos alio nomine ar-
lutus vocatur . Juba auétor eft quinquagenum pe-
dum altitudine in Arabia effe eas . Secov.no dunque
il fentimento di Plinio diceafi unedo la corbezzola,
perchè mangi andofene più d'una è nociva. All'incontro
Ateneo lib. II. 11. p. 50. fpiegando un luogo di Afclepiade,
che parla delle cameceralie , ^fiattépefoià , credute
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