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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 6): Statue — Neapel, 1771 [Cicognara, 2645-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3710#0362
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46

T A

L A LXXXVII.

la clava (8) *, per le ali (9) -, per la corona cT edera (l0) ; e
per F ornamento, che tiene in te fi a (I]c) .

La feconda par che fia GzVra? alla forfo, £ fulmine, al
lungo fcettro, alla corona di a/Zaro , e aquila : partico-
lare è però r ornamento circolare, che tiene sulla front e (xs)-

TAVOLA LXXXVIII.

confilium ; Jfcrrww /»r^ó Plutarco ( Quaeft.

Rom. To. II. p- 2 87. ), il quale per altro riprovando quejlo
penfiero di Fanone, dice aver forfè un tal cojlume rappor-
to alla Luna, la quale in alcune fafi non è sferica, ma
è limile ad una lente, o a un difco: è o-QcttgoeiSsg,
cipree (paxostSsg ki , kocì Siaxosióég . Or per V una,
e per l'altra ragione può la bolla convenire ad Arpo-
crate, il quale era lo fiejjo, che il dio Confo de' Ro-
mani , 0 fa il dio de' configli ( come ojferva il Vcjfio
Etym. inConfualia ,e dopo lui il Cupero Harp.p. 27.).
E fi poi fi vuol riferire alla Luna , eh' era la fieffa,
che lfide ; anche quejla ha rapporto ad Arpocrate fuo
figlio. Del rejlo è noto il cojlume del fommo jacerdo-
te degli Egizzii di portar nel giudicare appeja al collo
una gemma coli' immagine della verità : Eliam ( V.
H. XIV. 34. ) e Diodoro (I. 75.) dove i Cementatori
fanno il confronto col pettorale del giudizio del fom-
mo facerdote degli Ebrei , in cui era V Urim , e Tum-
mim , parole tradotte dai Settanta per SpMQig , xccì
ÙTtyQsiX, dottrina , e verità . Ed è noto per V altra
parte, che ad Arpocrate era fikfa la perfea , perchè
efprime colle fondi la lingua , £0/ frutto il cuore;
ficcome è-noto ancora, che V amtileto, che lfide fi ap-
pefe al collo nel partorire Arpocrate , dinotava CbtiVW
efryi&Vj la voce vera , 0 della verità , come tutto fi
legge preffo Plutarco ( de Ilici. & Ofir. p. 378. ) .

(5) Sebbene il Cupero p. 117. fiollenga che nel fuo
Arpocrate non vi fi vedea la pelle, ma un panno
lino, contro al Baudelot, che vi ritrovava una pelle
di ca^e, propria degli dei Lari ; non nega però , che
in altre immagini di Arpocrate vi fia la pelle, e che
poffa ejfer di cane , proprio /imbolo de' Lari , il quale
fi vede unito anche ad Arpocrate in molte fiatuetts.

(6) Con queìo /imbolo dell'abbondanza fi vede fpef-
fifimo Arpocrate, il quale come dice Plutarco ( de If.

& Of. p. 377. ) fi credea nato nel tempo , in cui co-
minciano le piante a germinare ; onde gli fi offeriva-
no le primizie ( Plutarco l. c. p. 377. ) .

(7) Il lerpe è il fi tribolo più frequente preffo gli
Egizzii , dinotando la divinità ( Or apollo I. 1. Ero-
doto II. 72. Eliano H. A. Xf. 17.) . Conviene poi fipe-
cialmente ad Arpocrate , come fimbolo particolare del
Sole, e della faniià ( Artemidoro li. 1 3. Macrobio Sat. I.
19. e 20.): fapendofi che Oro , lo fiejjo che Arpocrate ,
era l'Efculapio degli Egizzii ( Di odoro I. 25.).

(8) La clava , 0 tronco nodofo , conviene anche
al Sole fimbaleggiato in Ercole ,per la fua forza, co-
me fi vede ojjevvatoprejjò Macrobio (I. 20.)Eufebio(III.
Pr. Ev li.) e altri raccolti da Cupero p. 56. e feg.
il quale anche ojferva , che può convenirgli la clava
col lerpe proprio dijlintivo di Efculapio .

(9) Le ali fono anche date a quafi tutte le deità
Egizzie per fimbolo della divinità , e fpecialmente
convengono ad Arpocrate , che rapprefentava il Sole:

fi veda il Cupero l. c. p. 34. e fegg.

(10) Gli Egizzii attribuivano ad Ofiride Tede-
rà , e la cultura delle viti, e V invenzion del vino
( Diodoro I. 15. ) ; non dijlinguendolo da Bacco, an-
zi facendo e V uno , e V altro or marito , or figlio
d'lfide ( Cupero p. 96. ) . Forfè anche la pelle, che-
in quejla , e in altre immagini di Arpocrate fi vede;
può efprimere la nebride di Bacco . In altre imma-
gini di Arpocrate fi vede la corona di pampani , e
nella cornucopia di alcuna di effe anche V uva e la
pina , come nella nojlra ( Montfaucon To.IV. Tav. 123.).
Marziano Capella lib. II. generalmente dice, parlando
di Arpocrate , quidam redimitus puer ad os compreffo
digito falutari lìlentium commonebat.

(11) Per lo più tiene Arpocrate sul capo la per-
fea 4 0 fìmile ornamento ■ di r.uì JO, veda il Caylus
( Tav. IL p. 34. e 40. ) , il quale anche nota come
un dijlintivo particolare di quello dio un ornamento
curvo sull'orecchia deftra , ch'egli crede un fiocco ili
capelli ; dicendo Macrobio ( I. Sat. 21. ) , che gli
Egizzii rapprefentavano il Sole colla tejla rafia} fuor-
ché dalla parte dejl'ra . Ma ne in quelli due nojlri,
ne in molti altri Arpocrati fi vede.

(12) Non è quejlo bronzo di molto buon carattere:
e le fiondi , e /'uccello fon tali, che fan dubitare , fi
fian quelle di alloro, 0 di palma; e quejlo un cigno,
0 ««'aquila . Giove coronato di alloro lì trova fpeffo;
e le corone di palma fon proprie de' numi Egizzii
( Pitture To. II. Tav.LX. ). U aquila poi era anche
tragli animali fiacri di Egitto ( Diodoro I. 87. ) ; -
V aquila , e 'I cigno StaiTWTOU 7rccpx tx t§ àiò^ CKyj-
nrpsc, fi trattengono intorno agli feettri di Giove
( Sinefio Di on. p. 54. )

(13) Il Sole era rapprefintato , e adorato anche in
forma di difco {Cupero Le. p. 33. ). Speffo fi vedono con
sì fitti cerchi in tejla le deità Egizzie 0 per fimbo-
lo 'della divin;tà, 0 per dinotare , come fi vuole , il
Mondo, e in Montfaucon fSuppl. To. II. nella Tav. dopo
la XXXVII. ) fi vede lfide con un tal cerchio diflint0 in
quattro colori, per dinotare i quattro elementi , come
egli crede. Or quejla fola indicazione fece fofpettare,
che il nqjlro bronzo rapprefintajje un nume Egizio.
M<i lafciando flare ogni altra difficoltà, dei due Giovi
adorati in Egitto , quello di Eli-poli fpecie imberbi
dextra cum -flagro in aurigae modum , iaeva tenet
fulmen & Jpicas ( Macrobio l. Sat. 23 ); quello di
Tebe era Y-ptonpoamov colla faccia di ariete ( Erodoto
II.42. e IV. 181.). Onde altri inclinarono a dubitare
che foffe il nofiro Giove piuttofio Etrifco; potendùfi fip-
porre, che anche gli Etrufii ave fero prefo dagli Egiz-
zii l'ufo di fiffatti difei , come i Greci , e i Roma;tè

( Buonarroti Vetr. p. 60. ). Forfè il più fiemplieg è
dire , che fia la legatura rml fatta della vitta , di
cui fi vedono ricadere i lemnifci sugli omeri.
 
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