47
ve
7£
TAVOLA X.
Due Gemi dipiati iti quefto intonaco (*\
di campo giallo, coi capelli biondi, col-
le ali rojfette , e coi panni , che svo-
lazzano loro intorno, di color cangiante
tra il rofso, e '1 verde \ portando una li-
ra a cinque corde (2) , la di cui arma-
tura , o fieno i pezzi, che la compon-
gono i fono a color di legno /curo, dimofìrano apertamen-
te , che appartengono ad Apollo (*) .
Tom.V.Pit. H
Vaiiriteili
(i) F# ritrovato in Pompei.
(a) lira , e yàtf parti, del numero del-
le corde , e della differenza tra la lira , la cetra , e
fimili firumenti , molto fi è detto in più luoghi de'
Tomi precedenti ; e pojfon veder/i lo Spanemio a Cal-
limaco , il Bulengero , il Bianchini , il Calmet , e 'l
tiofiro Mazzocchi ( Spicil. Bibl. Tò. I. p. 301. ).
(3) Siccome è certo , che la cognizione degli Spi-
riti , e degli Angeli , minifiri di 'Dio, pafsò per tra-
dizione dai Patriarchi agli Ebrei, e aoli altri popoli
( Vitringa Obf. Sacr. I. 4. Vòffio IdolA 6\ JaUonski
Panth. Aeg. To.IIL Prol. £.32.) ; così non può dubi-
tar fi che quella fiejà cognizione alterata dai Filofofi,
e dai Sacerdoti ■prejh i Gentili produjfe la dottrina
de' Gepii; fa auah ebbe origine oprejfi i Caldei ( Dio-
gene Laerzio Prooem. §. 8. Vandale de Orig. & Pr.
Idol. c. 3. e fegg. ) , 0 prejfo gli Bgizii ( Plutarco
de If. & Ofir. T.II. p. 368. e feg. Jàblonski P. Aeg.
To. I. c. 2. e 4. e To. III. Prol. e 2. ) col fiflema
de* due Principii , uno autor del bene , detto il buon
Genio, 0 Giove ; /' altro il mal Genio , 0 Plutone
( Diogene Laerzio, e Plutarco 11. ce. ) ; fifiema adot-
tato da Pittagora , e da Platone , e da tutti i loro
feguaci ( Brucherò H. Ph. To. I. p. 1127. il Marcbefè
d'Argens a Timeo p.21. e fegg.) ; e i\ qual fifiema
poi fi riducea al Panteifmo ( Jàblonski \l ce. j , e
all' anima del Mondo , 0 fia alla materia operante
colle fue forze ( Diogene Laerzio Prooem. §. 1 o. Plu-
tarco Symp. Vili. 1. e de PI. Ph. IV. 7. Eufebh P. E.
III. 4. e 9., e altri prefib Jàblonski P. Aeg I. 2. §. %
e fegg.
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TAVOLA X.
Due Gemi dipiati iti quefto intonaco (*\
di campo giallo, coi capelli biondi, col-
le ali rojfette , e coi panni , che svo-
lazzano loro intorno, di color cangiante
tra il rofso, e '1 verde \ portando una li-
ra a cinque corde (2) , la di cui arma-
tura , o fieno i pezzi, che la compon-
gono i fono a color di legno /curo, dimofìrano apertamen-
te , che appartengono ad Apollo (*) .
Tom.V.Pit. H
Vaiiriteili
(i) F# ritrovato in Pompei.
(a) lira , e yàtf parti, del numero del-
le corde , e della differenza tra la lira , la cetra , e
fimili firumenti , molto fi è detto in più luoghi de'
Tomi precedenti ; e pojfon veder/i lo Spanemio a Cal-
limaco , il Bulengero , il Bianchini , il Calmet , e 'l
tiofiro Mazzocchi ( Spicil. Bibl. Tò. I. p. 301. ).
(3) Siccome è certo , che la cognizione degli Spi-
riti , e degli Angeli , minifiri di 'Dio, pafsò per tra-
dizione dai Patriarchi agli Ebrei, e aoli altri popoli
( Vitringa Obf. Sacr. I. 4. Vòffio IdolA 6\ JaUonski
Panth. Aeg. To.IIL Prol. £.32.) ; così non può dubi-
tar fi che quella fiejà cognizione alterata dai Filofofi,
e dai Sacerdoti ■prejh i Gentili produjfe la dottrina
de' Gepii; fa auah ebbe origine oprejfi i Caldei ( Dio-
gene Laerzio Prooem. §. 8. Vandale de Orig. & Pr.
Idol. c. 3. e fegg. ) , 0 prejfo gli Bgizii ( Plutarco
de If. & Ofir. T.II. p. 368. e feg. Jàblonski P. Aeg.
To. I. c. 2. e 4. e To. III. Prol. e 2. ) col fiflema
de* due Principii , uno autor del bene , detto il buon
Genio, 0 Giove ; /' altro il mal Genio , 0 Plutone
( Diogene Laerzio, e Plutarco 11. ce. ) ; fifiema adot-
tato da Pittagora , e da Platone , e da tutti i loro
feguaci ( Brucherò H. Ph. To. I. p. 1127. il Marcbefè
d'Argens a Timeo p.21. e fegg.) ; e i\ qual fifiema
poi fi riducea al Panteifmo ( Jàblonski \l ce. j , e
all' anima del Mondo , 0 fia alla materia operante
colle fue forze ( Diogene Laerzio Prooem. §. 1 o. Plu-
tarco Symp. Vili. 1. e de PI. Ph. IV. 7. Eufebh P. E.
III. 4. e 9., e altri prefib Jàblonski P. Aeg I. 2. §. %
e fegg.