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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0116
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ioo TAVOLA XXII.

de nelle Trachinie di Sofocle,' e nelV Ercole Furiofo,
e w//'Ercole Eteo di Euripide; e l'altro giocofo, co-
tne «<?//'Alcefte dello fieffo Euripide , e in moltiffimi
drammi di altri Tragici, come fidirà appreffo. Ora il
vederli qui la Mufa fenza coturni, e kalza, potreb-
be fomminijlrare un argomento al fofpetto , che le fa-
vole , in cui s' introduce a Ercole giocolo , fojfero per

10 più fatiriche, o Tragicomiche, nelle quali vi era
me/colato il ferio della Tragedia col ridicolo della Co-
media . Nelle Satiriche, di cui ci rejla l'efimpio nel
Ciclope di Euripide , /ebbene fojleneano principalmente

11 carattere ridicolo Sileno , e i Satiri, anche gli al-
tri per fona ggi davano nel giocofo (Eliano V. H. II. 8.);
ed è noto ,che nelle contefe* teatrali ogni Poeta tragi-
co dovea far quattro drammi , tre ferii , e uno fati-
fico ( Biogene Laerzio in Plat. lo Scoliajìe di Arifio-
fane Ran.ii§5- ove lo Spanemio , eCafaubono de P. S.
I.5.). Nelle Tragicorr.edit, inventate da Rintone Ta-
rantino , e del qual genere di favole ci refi a /' Anfi-
trione di Plauto (forfè tradotto da quello di Rintone,
citato da Ateneo III. p. ili.), faceano le parti buffe
anche gli fiejfi dei. Infatti ne' drammi fattrici degli
antichi Tragici fon rammentati /'Ercole fatirico di
Sofocle ( Polluce VII. 109. X. 11 o.) ; /' Onfale di Acbeo
{Ateneo XI. p. 466.) ; /'Eurifteo di Euripide (Polluce
X.108. e 145.); /'Ercole fatirico di AJìidamante (Ate>
meo X. p. 411.) . E forfè il Bufiride di Epicarmo,
e /'Onfale di "Jone (rammentati da Ateneo^.. p.411.)
che deferivano graziofamente Ercole vorace, e bevitore,
erano anche fatirici, 0 fui gufi0 delf MctB^ d* Sa-
pide, Per altro il carattere buffone di Ercole era così
decifo, che fomminijlr ava argomento anche ai Comici,
dai quali era rapprefentato vorace , e fempre famelico;
e fuggitivo , e battuto , come dice Arijìofane ( Pace
740. e leg. ) dove nota lo Scoliajìe, che tale introdu-
ce afi Ercole da Cratino nelle fue Comedie ; e che lo

Jìeffo Ariflofane così fa comparirlo negli Uccelli ( v.
1603. efegg.) tw/rEolificone, e w/feVefpe (v.6o.),
e altrove ; e fon rammentate ancora le Comedie di
Ntcocari, /'Ercole fpofo, e /'Ercole corego (Polluce
VII. 40. e 45.). Anzi era così comunemente creduto
un tal carattere , nella voracità fpeclalmente, di Er-
cole, che vi era il proverbio ìl'potx^g ffrilfiTOLi, Er-
cole colpite (Ariflofane Lyf. 927. ove lo Scoliajìe, e i
Commentatori), detto ai Convitati %i quali non devono

tardare, quando fanno, che a tavola vi è un mangio-
ne. Infatti Megaclide (preffo Ateneo XII. p. 512. )
fcrive , che Ercole non fu quel grande Eroe, che Ji
fuppone, nè guidò mai eferciti, nò efpugnò Città, nè
fece quelle tante imprefe, nè fqjlenne quelle tante fa-
tiche ; ma anzi fu un uomo di buon tempo, dato tut-
to al divertimento , e ai piaceri ; e perciò , Jìegue
egli a dire, i bagni caldi fon dedicati ad Ercole, »
letti morbidi fon detti Erculei, e perciò gli fi attri-
buirono tante mogli , e tanti figli, e di effere in una
fola notte, 0 fecondo altri , in fette giorni , giaciuto
con cinquanta donzelle, e di averle tutte ingravida-
te ; e perciò anche comunemente era rapprefentato gran
mangiatore, e gran bevitore. Ed è nota la fua con-
tefa con Lepreo (PaufaniaV. 5.), da cui fu disfidato a
chi aveffe mangiato più prejlo un toro, e rejlò vincitore',
onde fu detto bufago; e la fua voracità, e buffoneria
infieme è graziofamente deferitta da Callimaco ( H. in
Dian. 149. e fegg.j, e da altri tragici poeti (preffò
Ateneo X. p, 412.): e oltre a quelli da Matri, e da
Caucalo nell'Encomio d'Ercole (Ateneo Le); ed Eu-

doffo Gnidio ( freflò lo Jìeffo Ateneo IX. p. 392.) fcrive ,
che Ercole effóndo fiato ammazzato da Tifone , fu ri-
chiamato invita dajolao coli' odore di una quaglia, di
cui era golqfijfimo ; ficcome golofo era ancora , e grandif-
Jìmo mangiai or di fichi frefehi (Ateneo VII. p. 276.).
Noti ancora fono i facrìficii Lindii, che fi faceano
ad Ercole con male parole , ed ingiurie, perchè aven-
dofi Ercole famelico prefo un bue di un villano, che
c*rava , ed avendolo divorato tutto , fenza nè pur fa-
fciarvi te offa , ,7 filano zìi diffe delle molte ingiu-
rie ; ed in memoria di tal fatto i Lindii nel facri-
ficare ad Ercole un far di buoi coli' aratro, fi dicea-
no delle ingiurie ( Lattanzio I. de falla rei. 21. Fi-
ltrato Ini. II. 24. ) , onde anche i cognomi di Ad-
defago , e Panfago dati ad Ercole da Orfeo, e da
Pindaro , e da altri . Vedendofi dunque da' Tragici
egualmente, e da' Comici deferitto , e rapprefentato
Ercole con tal carattere, potrebbe dirfi,che a ciò allu-
dano le nqflre pitture, nelle quali fi vede data la cla-
va', "é la pel i e di leone indijì/nt amante alle Mufe e
Tragica , e Comica ; perchè appunto Ercole coi due
caratteri e ferio, e giocofo avea luogo e nelle Trage-
die , e nelle favole fatiriche, e nelle Comedie.

TAVOLA XXIII.
 
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