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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0387
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377

ALCUNE

OSSERVAZIONI.

Avola I. La Vignetta di quefla Ta-
vola contiene de' Tempietti (z) t e altri
edifica, con alberi intorno, e con figu-
re , traile quali è notabile quella nu-
da , benché in parte mancante -, e Y al-
tra anche nuda M , colla tefia cinta da
una fa/cetta & , in atto di verfàr del

G g g liquore

(1) La Luna crefcente, che fi vede fui faftigio o lavori della campagna, V effer feminudi , /ferialmente
tìmpano del tempio circondato dal bofchetto, e cìnto in alcune ftagioni dell'anno. In una gemma del Gorko
da colonne; potrebbe indicare, che fìa dedicato a Dia- ( R II. 11 3 ) fi vele un giovane nudo , che tiene
na . 1 due fiori, che fi vedono a' due lati dello JleJJo con una mano due (piche, e coli' altra una patera in
timpano , e quello che (ì vede /ul faftigio deh'altro atto di ver/ar del liquore /opra un' ara. Nota ivi
tempietto , forfè è quel flos , di cui parla Vitruvio il Gronovìo, che ciò può alludere all' agricoltura, dir
(IV. 7.) come di un ornamento appunto della fommi- cendo Virgilio ( G, I. 299. ) : Nudus ara, fere nudus.
tà de' tempii . Sì veda V Oljlenio ( in Nymphaeum Del re/lo anche nellefejìe di Bacco la nudità era ufa-
To. IV. A. R. ). ta, e nelle luftrazioni, e negli incantefimi » e ne' fi'

(2) Non è nuovo il vederfi Figure nude in atto crificii a Piiapo, e ad altre fimilì o/cene deità {Lì-
di lacrificare . Lo Studio generalmente dice , che vio XXXIX. 9. e fegg. de' Baccanali ; Orazio Epod.
quelli, i quali facrificavano alle deità, che fi rappre- 17. ^'Cotittii, de quali fi veda anche Giovenale IL
Jentavano nude, erano anch' effi nudi . Ma giudizio- 92. e VI. 316. e fegg. e ivi i Contentatotie'I Gof-
famente riflette ft B^ro ( Th, Er. To I. p. 144.), raldi Synt.VL Petronio e 17. de pervigili i di Ptia-
ebe fe ciò foffe vero ; a Giove, ad Apollo, a Venere, p0, che faceanfi nella Grotta di Napoli ). E for/e il
a Mercurio, e a quafi tutte le deità , fi avrebbe do- cuito fa Belfegor preffo i Moabiti , creduto da altri
vuto così /acri/care ; quando da' monumenti antichi, farfi con gli efere menti, da altri colle cor eggie (VoJJio^
e dagli Autori fi vede il contrario. Dice anche il idoì. II. 7. ) altro non era , che lo fmdarfi avanti
Braun ( de Veft. Hebr. I. I. § 4. ) , che la maggior a quell' idolo ; dicendo ejprejàmente Maimonide ( de
parte de' facrificii da* gentili fi faceano all'ignuda. Idol. cap. III. e 7.), che il culto dì quell' idolo
Ma poi ( §. 5. e feg. ) lo rejlringe a' Lupercali , e non con/ìjiea in altro , che nello feovrirfi avanti a lui;
a' facrificii , che fi faceano a Belfegor, creduto lo e forfè le fole parti della generazione : come appunto
JleJJo , che Priapo . In fatti fembra poterfi con molta il culto , che le donne Egizie rendeano al bue Api,
verifimiglianza dire, che per rito il facri/care all' altro non era, che lo feovrirfi avanti a lui,e moflrar-
ignuda foltanto ne' Lupercali foffe preferitto ( Ovidio gli la natura : $6iMu8atv dvxavp%[JLSVCti ri èx.'jTùi'j
Faft. II. 358. e 359. ). Ex noto poi, che le fefte Lu- yswviTiKà (j.óptoi (Diodoro I. 85.) . E" noto anche il
percali furom portate da Evandro in Italia dall' Ar- cojlume di Frine , che compariva nelle fefte Eleufìne ,
cadmia ( Livio \. 5. Valerio Majfimo IL I1*) m ono~ e *n quelle di Nettuno tutta nuda in pubblico , e
re di Pan, dio de'paftori; e perciò dette da Plutarco così entrava in mare ( Ateneo XUI. p«590.). Plinio

( in Caef. ) fefte de5 paftori ; de' quali per altro fem- anche (XXII. 1.) dice , che le donne Britanne, tinta
Ira anche proprio , come dell'altra gente addetta a* tutto il corpo di azzurro coli'erba detta plafto, 0 (ia

guado,
 
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