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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0285
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275

TAVOLA LXII.

AFFRESENTA quelta Pittura (O ,
chiufa da una cornice nera, e da un'altra
fa/eia rojfa al di fuori, F interno d'una
ftanza ^ con muro indietro di color
bianchiccio , il quale al di fopra lafcia
un'apertura , per cui fi vede il campo
d'aria, e né1poggi uo/i di fabbrica bian-
ca è fituato un animale pelato ^\ e veduto di fchiena,

Qq un

Tom.V.Pit.

(1) Fu ritrovata nelle fcavazioni di Pompei.

(2) Sì è già avvertito altrove, ebe sì fatte pit-
ture , che rapprefent avana commedibili , diceanfi Xe-
ni a , perchè imitavano quei regali, che foleanfi man-
dare agli Oipiti nel partire ( Vitruvio VI. io. Ftfo-
fìrato Immag. 1. 31 « II. 26.); Marzia-
le intitola il librò XUL, dove parla di commeflibili,
Xeni a; <? tf£ /* ragione f Epigr. 3.) :

Omnis in hoc gracili Xeniorum turba libello
Conflabil Ruramis quatuor emta tibi.

Hasc licet Hofpitibus prò munere djfticha mittas.
Del re/lo qui può dhfi rapprefentata una difpenfa,
TX/asio» , cella proma ( Tertulliano de Reiurr. carn.
ca p. 27. ), promtuarium ( Plauto Atnph. Aà. I • Se 1.)
e penariuiiì : Fefio: Penerà dicuritur res neceffariae

ad viécum quotìdianum; & locus earum Penarium.
All'incontro Favorirlo prefo Geli 10 ( VI. 1.) crede,
che quelle cofe , le quali fono pjr V ufo quotidiano del
pranzo , 0 della cena , non vengono fitto il nome di
penus , ma quelle , ebe fi ripongono per fervirfene a
Ungo ufo , come olio, vino , g™m > e fim ''l'1 P™vvi-
fioni. Così anche Q. Muzio, e Ulpiano ( L. 3. de pe~
W leév ) ; dove fi vedano gli eruditi Commentatori .
T)el re/lo Fihjlrato ( Im. ti. z6. ) chiama il luogo s
cb' egli deferive nella pittura Jimìle alla nojìra ,
oiki7[xqv , domunculam.

(3) Non è facile il determinarlo. Potrebbe ejfere
un coniglio, 0 una lepre , filmati fommamente dagli
antichi (Nonno de Re cib. II. 9.) ; e vi fi anche chi lo
credette un ghiro, dì cui fi veda, Plinio (Vili. 57.)»
 
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