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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0318
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3o8 TAVOLA LXIX.

giallo, dove fiedono le due ^tmazonì W veftite di un
panno paonazzetto tramifchiato di macchie ro/Je M, con
fiiualetti verdi , e con berrettoni in tefla , a modo di
celate , di colore anche rojfo : le pelte (5) fono a color
bianco , col giro rojfo ; tejcuri a color di metallo (6)*,
e dello fìeffo colore fono i ^ mfi , in uno de' quali
fon due ramufcelli di lauro (7) , nelF altro vi è un ramo

più

del Tempio grò Grifi ; anche perchè quelli fi E Stazio ( V. Theb. 145- ) :

vedono in altri Tempii delle Tavole feguenti. Può dun- Lunatumque putes agmen .

que piuttofio dirfi, che fojfero quejli uccelli favoloji un pel re/io poffono creder/i finte di argento : Virgilio
folito ornamento de* faftigii de' tempii, come lo erano ( Aen. V. 307. )

anche le aquile; onde aquila ccstÓq ( Arifiofane Avib. . . . caelatamque argento ferre lipennem.

Ilio, ove lo Scoli afte ; e Paufania IL 7 V. 1 o. Efir.hio (6) Di quefte due Amazoni una tiene la Scure
in at'sTÒg, Arpocr azione in cìstÒc, Polluce VII. 119.) a due tagli, V altra ad un taglio folo ; quefta dìceafi
diceafi il ietto de' tempi; <? propriamente il faftigio, propriamente Securis , quella bipennis. Onde Varrone
0 fia quel timpano triangolare formato dalle due ali ( prejfo Sonio II. 81. ) ferens ferream humero li-
dei tettò . Nelle Glqffe: Faftigium , dsmfxot: e più pennem fecurim . Ed Ifidoro (XIX. 19. ) : Bipennis
didimamente in Galeno Lex. H pp. àsTUfix* rò sig dicitur ex utraque parte habens aciem , quafi duas
t^og ùaLTSTafièw T/jg opo($g uonsp Tgiywov; Aeto- pennas. Pennum aut«rfi antiqui dicebant acutum; mi-
ma {aquilaggio), la parte del tetto rialzata, e di- de Se avium pennae, quia acutae. E 'l Chifflezio
ftefa, come un triangolo. Perchè poi fi diceffe aqui- ( Anaft. Chilped. Reg. c. 14. ) dice, che in un an-
la , fe dalla figura delle due penne del tetto, fimili tico lejico manuferitto leggeafi : Bipennis, Securis A-
alle ali dell'aquila; 0 dall'effervi sul tetto de'tempii mazonica . Pennum dicebant antiqui bis acutum-
Jìtuate le aquile , come in qusjìa pittura i grifi }fi J)el redo la figura della bipenne fi ricava da quel *
accenna negli Scolii di Pindaro ( 01, XIII. 30. ) che che dice Plutarco ( de Pyth. orac. p. 399. ) , che 1
me attrihuijce V invenzione a' Corintii : H' 6sai/ volo7- Tenedii dedicarono in Delfo una bipenne per dinota-
ci)/ oìtomv fìxGiMot didujAO» s&KK6 Q chi su i tem- re i cancri , che fono prejfo loro particolari , efpri-
pii degli dei pofe il Re degli uccelli duplicato? Do- mendo la forma della bipenne.

ve gli^Scohi : Qiavctv fìaGiTivict • ó dsròg oiojì/h ficcai- (7) l vali pieni di acqua luftrale, pofti avanti la
Tisig épv ò s'm rai/ Ispw rtdép,evo$ • tii/sq Ss tó di- porta de' tempii , diceanfì nsptfyoivTYiptOL luftratorii,
7&)fioc • • . èi'Sv/j.oy Ss QììGtv , hi Sittàòl ri dsró/xa- perchè coloro, che entravano, fi afpergeffero prima, £ fi
la. onioQsv , y.ai sfxTtpoaQsv Sid rò s'% dfxQorspw mv lavqffero le mani ( Porfirio de ViSk.) , onde il luogo e%a
fisgZi/ XCtTOLay.eidtyadai aórd i Re degli uccelli. L'a- 7rspiPÒct»T/ipìw fuora de' vali lucrali, era profano , e
quila7 è il re degli uccelli, la quale metteafi fopra ognuno potea entrarci; il luogo h'aa TtspiqqctwYiqioy^
i tempii; Altri fpiegano aetoma ( il tetto 0 il fa- dentro i vali luftrali,<?m facro , nè potea entrarvi chi
ftigio fatto a quel modo) .... Lo chiama poi dop- non avea le mani pure ( Polluce I. 6.7. Luciano de Sa-
fio , perchè due fono gU aefomì , da dietro, e da- crif. 13. ) ; onde quelli, a' quali era interdetto l'ufo
vanti, facendoli quefti dalie due parti . Del refi 0 fi delle cofe fiacre, e della comunione con gli altri, di-
veda il Filandro a Vitruvio ( IV. 7. ) , e Tumebo ceanfi efckfi da' perirranterii , come dice Luciano
(Adv. XXVIII. 20.), dove nota , che aquila diceafi ( Eun. 6. ) del Cafirone, nella graziofa controversa
anche la cimala ( Eficho 11. ce). eh' egli riferifee , fe l'Eunuco poffa effer filofofo . E"

(3) Delle Amazoni fi è parlato nel Tomo IL de' noto poi , che per le lufirazioni adoperavafi il ramo
Bronzi Tav. LXIIL e LXIV. Dal vederfi qui fedute di lauro ( Plinio XV. 30. Virgilio Aen. VI. 229. );
avanti ad un tempio , fi volle fofpettare, che vi foffe e con quejlo , 0 altro ramofcello intinto nell'acqua lu-
quàlche rapporto col tempio di Diana Efelina , il firale i Sacerdoti afpergeano quelli , che entravano nel
quale da alcuni credeafi che lo avejfero edificato le tempio ( Sozomeno VI. 6. ) . Sì veda il Patterò
Amazoni , altri, che fi fojjero in quello rifugiate le ( Ardi. H. 4. ) . Afè è da tacerfi, che anche nel foro
Amazoni perfeguìtate prima da Bacco , e poi da vi erano i perirranterii ( Efchine in Timarch. e in
Ercole {Paufania IV. 31. e VII. 2.). Ctefiph. ) per lo fieffo wf0% e forfè per la fuperftìzio-

(4) Plutarco ( Lac. Inft. p, 238. ) dice, che gli vie di non cominciar le loro faccende illotis mani bus .
Spartani ufavano in guerra vefti paonazze , così per (8) Si legge nelle Glqffe mqiqqcLnyipiM , Afper-
atterrire i nemici con quel colore fanguigno, e per non gillum »^ Amuia : dinotando così V afperforio , come il
fa* comparire , fe alcuno era ferito. vafe luftrale . Diceafi Ama , 0 Hama , e Hamula ,

(5) Virgilio ( Aen. I. 490. ) : un vafo per attigner V acqua (ColumellaX. 387. Ca-
* ' • Amazonidum lunatis agmina peltis: tw* & c- 135. ) ; e avea un ufo particolare an-
che
 
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