Anmerkungen.
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figura da lui fatta in Athene di marmo, la quale era fatta per la dea
Venere, . . . marauigliosa . . per questo nel tempio di Ottauiano fu
portata a Roma e conlocata nel suo palazzo . . . Ancora gli era appresso
li cauallo e l’huomo di marmo, che oggi dì si uede in Roma. Apresso
a questo era quello di Presitele ; et ancora è oggi dì a Roma ; i quale
sono tanto simili, che non è huomo perintendente che sia, che possa
giudicare, essere meglio fatto l’uno che l’altro. Ma tutti é due, non che
d’una mano, d’uno maestro, ma se stati fatti fussono come a improntare
uno suggello medesimo in cera, così questi pareuano fatti, e così degni,
quanto natura mai facessi. Sichè questo Brasitele gli era ancora dipinto
con questa inmagine . . e . . la statua di Venere, la quale aueua . .
fabbricata nell’ ixola chiamata Gnidon . . . ancora . . simulacri . . di
Cerere e Tritolarne .... [F. 155 r.] ancora di Lathona e quello di
Venere, é quali furono portati a Roma e messi al palazzo del Canpi-
doglio . . ancora . . di Diana e di Esculapio, i quali Pollione Axilio
gli collocò .nel tempio di Giunone alla sua sepultura . . C’era ancora
dipinto questi, i quali ancora furono nel tempo di Phidia, i quali la
maggior parte erano poi emoli suoi. El nome loro: Alcamenes, Clicia,
Temistocle, Eleas .... Agellade, Calon, Gorgia, Lacon, Policreto, Piamo,
Miron, Pittaghora, Scopa, Pirelio. Eraci ancora gli discepoli di Pulicreto:
Sophodero, Alexis, Aristide, Frinone, Dinon, Atenodoro, Demeas,
Clitonius, Emiron: dopo questi: Fulalcida, Dinomene, Patroclo, Policreto,
Palodoro, Echion, Efrimacus. Dopo questi: Lisippo ; Lisistrato; il fratello
Istemo haueua nome; Eufrodes, Sostrato. Sabion, dice, che sanza maestro
fece hopere marauigliose in suo tempo. Eragli dipinto Cares, discepolo
di Lisippo, il quale aueua fatto uno huomo d’altezza d’ottanta ghombiti
. . . Briaxis gli era . . con uno . . che lui haueua fabricato in Italia nel
tempo di Augusto, il quale era alto cinquanta ghonbiti, dignissimo.
Zenodoro gli era col suo, il quale fabricò in Gallia nella città di Bernis ;
il quale, dice, penò dieci anni a farlo, di peso di quattrocento pondi ;
questa dice, che era più di quattrocento gonbitì nel tempo di Nerone . . .
Pulicreto ancora, il quale fece il simulacro di Mercurio molto maraui-
glioso, e Tesicrates quello della madre, cioè Maia, i quali in Roma molto
marauigliosi erano. Perillo gli era, benché trouato auessi l’aspro martore
del thoro a Fallaride, thiranno di Siragusa .... Eragli Calimaco, il
quale sempre calupniaua le sue opere . . . questo fece la inmagine di
Ercole, torneato nelle sedie de’ senatori. Eragli ancora quegli primi, i
quali scolpirono di marmo l’oracolo d’Appollo ; e questi furono nel tempo,
che signioreggiauano quegli di Media. Costoro nel tempo della carestia in
Creta scolpirono i simulacri di Ercole, di Minerua, e di Diana ; i quali
dice che altrimenti non si saria potuto sopportare la .fame, secondo che
aueuano auuto dall’ oracolo di Phebo.
Io, uedendo tanti nobili maestri essere dipinti in questa casa, dissi : Per
certo quello Patrofilos [ci è], il quale fece a Teodosio in Ghostantinopoli
uno grandissimo cauallo di bronzo con lui suui ; sì grande, che dice, che
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figura da lui fatta in Athene di marmo, la quale era fatta per la dea
Venere, . . . marauigliosa . . per questo nel tempio di Ottauiano fu
portata a Roma e conlocata nel suo palazzo . . . Ancora gli era appresso
li cauallo e l’huomo di marmo, che oggi dì si uede in Roma. Apresso
a questo era quello di Presitele ; et ancora è oggi dì a Roma ; i quale
sono tanto simili, che non è huomo perintendente che sia, che possa
giudicare, essere meglio fatto l’uno che l’altro. Ma tutti é due, non che
d’una mano, d’uno maestro, ma se stati fatti fussono come a improntare
uno suggello medesimo in cera, così questi pareuano fatti, e così degni,
quanto natura mai facessi. Sichè questo Brasitele gli era ancora dipinto
con questa inmagine . . e . . la statua di Venere, la quale aueua . .
fabbricata nell’ ixola chiamata Gnidon . . . ancora . . simulacri . . di
Cerere e Tritolarne .... [F. 155 r.] ancora di Lathona e quello di
Venere, é quali furono portati a Roma e messi al palazzo del Canpi-
doglio . . ancora . . di Diana e di Esculapio, i quali Pollione Axilio
gli collocò .nel tempio di Giunone alla sua sepultura . . C’era ancora
dipinto questi, i quali ancora furono nel tempo di Phidia, i quali la
maggior parte erano poi emoli suoi. El nome loro: Alcamenes, Clicia,
Temistocle, Eleas .... Agellade, Calon, Gorgia, Lacon, Policreto, Piamo,
Miron, Pittaghora, Scopa, Pirelio. Eraci ancora gli discepoli di Pulicreto:
Sophodero, Alexis, Aristide, Frinone, Dinon, Atenodoro, Demeas,
Clitonius, Emiron: dopo questi: Fulalcida, Dinomene, Patroclo, Policreto,
Palodoro, Echion, Efrimacus. Dopo questi: Lisippo ; Lisistrato; il fratello
Istemo haueua nome; Eufrodes, Sostrato. Sabion, dice, che sanza maestro
fece hopere marauigliose in suo tempo. Eragli dipinto Cares, discepolo
di Lisippo, il quale aueua fatto uno huomo d’altezza d’ottanta ghombiti
. . . Briaxis gli era . . con uno . . che lui haueua fabricato in Italia nel
tempo di Augusto, il quale era alto cinquanta ghonbiti, dignissimo.
Zenodoro gli era col suo, il quale fabricò in Gallia nella città di Bernis ;
il quale, dice, penò dieci anni a farlo, di peso di quattrocento pondi ;
questa dice, che era più di quattrocento gonbitì nel tempo di Nerone . . .
Pulicreto ancora, il quale fece il simulacro di Mercurio molto maraui-
glioso, e Tesicrates quello della madre, cioè Maia, i quali in Roma molto
marauigliosi erano. Perillo gli era, benché trouato auessi l’aspro martore
del thoro a Fallaride, thiranno di Siragusa .... Eragli Calimaco, il
quale sempre calupniaua le sue opere . . . questo fece la inmagine di
Ercole, torneato nelle sedie de’ senatori. Eragli ancora quegli primi, i
quali scolpirono di marmo l’oracolo d’Appollo ; e questi furono nel tempo,
che signioreggiauano quegli di Media. Costoro nel tempo della carestia in
Creta scolpirono i simulacri di Ercole, di Minerua, e di Diana ; i quali
dice che altrimenti non si saria potuto sopportare la .fame, secondo che
aueuano auuto dall’ oracolo di Phebo.
Io, uedendo tanti nobili maestri essere dipinti in questa casa, dissi : Per
certo quello Patrofilos [ci è], il quale fece a Teodosio in Ghostantinopoli
uno grandissimo cauallo di bronzo con lui suui ; sì grande, che dice, che