LA GALLERIA NAZIONALE DI NAPOLI 235
dipinti, ed ai 22 novembre dello stesso anno 1803 consegnava una lista
di 67 tra i migliori quadri del palazzo Farnese, indicandone gli autori. 76
in.
Una terza galleria fu progettata sin dall'anno 1800 nell'edilìzio detto
degli Studi,11 ove attualmente risiede il R. Museo Nazionale; ma. questa
non potè formarsi se non molti anni più tardi.78 E poiché l'edifizio, che
doveva essere adibito anche alla conservazione di alcune raccolte di an-
tichità, non era sufficiente a contenere questa nuova Galleria, nella quale
avrebbero dovuto fondersi le due già esistenti nei palazzi di Capodimonte
e di Francavilla ; si pensò di ampliarlo incorporandovi il vicino monastero
della Madre di Dio dei padri teresiani. Questi non poco si agitarono per
non essere scacciati, 19 e riuscirono a porre indugio anch'essi alla forma-
zione della nuova Galleria.
Intanto re Ferdinando si era ritirato a Palermo, ove si sentiva più sicuro
che a Napoli, e pensava di fissare in quella città la sua residenza. Nel corso di
diversi anni vi trasportò quanto più potette delle opere d'arte e delle antichità
che possedeva nei palazzi e nelle Gallerie napoletane. Alcuni documenti del-
l'Archivio di Stato di Palermo c'informano ch'egli fin dal i 798 aveva trasfe-
rito in questa città una collezione di oggetti antichi che si conservava nel
palazzo di Portici, la sua biblioteca e quella della regina, 8" e quattordici
quadri tra i migliori che si trovavano in Napoli, i quali, senza esser tolti
dalle casse, furono depositati nel salone del Parlamento palermitano. 81
Tra gli altri furono destinati a questa prima spedizione il Leone X,
la Danae, il Paolo III con Pier Luigi ed il cardinal Santangelo, la Zin-
garella e lo Sposalizio di S. Caterina del Correggio, la Madonna della
Gatta e la' grandiosa tela rappresentante l'Angelo custode, opera così
firmata e datata dal Domenichino :
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dipinti, ed ai 22 novembre dello stesso anno 1803 consegnava una lista
di 67 tra i migliori quadri del palazzo Farnese, indicandone gli autori. 76
in.
Una terza galleria fu progettata sin dall'anno 1800 nell'edilìzio detto
degli Studi,11 ove attualmente risiede il R. Museo Nazionale; ma. questa
non potè formarsi se non molti anni più tardi.78 E poiché l'edifizio, che
doveva essere adibito anche alla conservazione di alcune raccolte di an-
tichità, non era sufficiente a contenere questa nuova Galleria, nella quale
avrebbero dovuto fondersi le due già esistenti nei palazzi di Capodimonte
e di Francavilla ; si pensò di ampliarlo incorporandovi il vicino monastero
della Madre di Dio dei padri teresiani. Questi non poco si agitarono per
non essere scacciati, 19 e riuscirono a porre indugio anch'essi alla forma-
zione della nuova Galleria.
Intanto re Ferdinando si era ritirato a Palermo, ove si sentiva più sicuro
che a Napoli, e pensava di fissare in quella città la sua residenza. Nel corso di
diversi anni vi trasportò quanto più potette delle opere d'arte e delle antichità
che possedeva nei palazzi e nelle Gallerie napoletane. Alcuni documenti del-
l'Archivio di Stato di Palermo c'informano ch'egli fin dal i 798 aveva trasfe-
rito in questa città una collezione di oggetti antichi che si conservava nel
palazzo di Portici, la sua biblioteca e quella della regina, 8" e quattordici
quadri tra i migliori che si trovavano in Napoli, i quali, senza esser tolti
dalle casse, furono depositati nel salone del Parlamento palermitano. 81
Tra gli altri furono destinati a questa prima spedizione il Leone X,
la Danae, il Paolo III con Pier Luigi ed il cardinal Santangelo, la Zin-
garella e lo Sposalizio di S. Caterina del Correggio, la Madonna della
Gatta e la' grandiosa tela rappresentante l'Angelo custode, opera così
firmata e datata dal Domenichino :
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