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Volume II.

DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE

Tav. 106.

Della imagine che si conserva nella Chiesa dei SS. Do-
menico e Sisto si narrano le notizie seguenti. Papa Sergio,
che governava la Chiesa l'anno 687, volle trasferire in
Vaticano l'imagine della Vergine, venerata allora in S. Agata,
che era un oratorio del monastero detto di Tempulo: in
oratorio sanctae Agathae, quod ponitur in monasterio Tem-
puli, scrive Anastasio (in vita Leonis III), e per tal motivo
si denominò doppiamente S. Agata in Turri e S. Maria in
Tempulo. È tradizione che il giorno dopo la santa imagine
trovossi di nuovo in S. Agata (1). Nell'anno 1219, allorché
S. Domenico tolse le monache dal luogo malsano di S. Sisto
vecchio e le trasferi a S. Sisto sul Viminale, l'imagine della

Vergine vi fu del pari trasferita, e quando S. Pio V traslocò
quelle religiose in via Magnanapoli, l'imagine passò con
loro in quella chiesa, che dal fondatore della religion loro e
dal titolare della Chiesa chiamossi insieme con un sol nome:
Chiesa dei SS. Domenico e Sisto. Leggasi per tutto ciò il Mar-
tinelli (Imago B. Mariae Virginis quae apud Ven. SS. Sixti
et Dominici moniales asservatur, Romae 1635 ; Imago
B. Mariae vindicata, Romae 1642), alle cui allegate tradizioni
scritte se si presta fede, sembrerebbe risultare, che l'imagine
venerata ora in S. Domenico e Sisto dovrebbe essere ben
antica e facilmente trascenderebbe il secolo settimo. Ma ciò
non ostante sapppiamo, che altri sono di contrario avviso.

TAVOLA CVII.

T '

I • \~i imagine della Vergine venerata in S. Maria Maggiore
è stata più volte copiata in colori, disegnata e incisa : l'ultimo
che ne ha fatto pompa è il signor Luigi Perret, inserendola
nei volumi delle pitture cimiteriali di Roma, dati alla luce.
Quantunque gli editori sempre protestino che ne riprodu-
cono il tipo colla più scrupolosa esattezza, che l'hanno
veduta e studiata da vicino e a loro bell'agio, che vi hanno
adoperato artisti i più capaci d'imitarne gì' interni lineamenti
e i contorni; nulladimeno è certo che non se ne hanno se
non copie infedelissime.

Stando alle asserzioni altrui in buona fede, e non avendo
innanzi la pittura originale, poteva impunemente escludere

questa imagine dal novero di quelle che antecedono il secolo
ottavo : ma debbo esser riconoscente al venerabile Capitolo
di quella basilica e reputarlo a mia singoiar ventura che
mi sia dato di poterla ora inserire nella Collezione da un
più esatto disegno, cavato a tutt' agio dall' originale, allorché
fu tenuto per qualche tempo nell' archivio capitolare e si
potè vedere da presso. Si avverta peraltro, che questo disegno
ritrae soltanto ciò che non è coperto dalla lastra d'argento,
e però il rimanente della Vergine e del Figlio vi è stato da
me aggiunto da una delle molte copie del secolo XVI.

Taluno forse sarà sorpreso e non poco maraviglierà che
io per noverar questa imagine fra le antichissime aspettar

( 1 ) Tolomeo Luccense (che scrìveva circa il 13oo) asserisce, come ho di
sopra notato, che S. Gregorio Magno portò in processione questa imagine
e cita gli atti della vita di luì (H. Eccl. ms. Bibl. vaiic). itane liianiam
seu processione-m septiformem, ut gesta referunt ehts, sic ordìnavtt,
quia imaginem Beatae Mariae, quam B. Lucas refertur pinxisse, man-
davit praecedere, quae a multo tempore in S. Sixtofuit locata et adhuc
est ibidem. Il P. Gretsero (Syni. De imagin. e. XVIII) dice a ragione
di non sapere come ciò possa essere, nam locorum circumstantiae aliud
suadent. Un altro domenicano, Teodorico di Apoldia, nella vita di S. Do-
menico (1. II, e. 3) prima di Tolomeo Lucchese, aveva narrata la stessa
cosa di questa imagine che era allora in S. Sisto vecchio. Il locorum
circumstantiae, notato dal Gretsero, è forse il passaggio pel ponte S. An-
gelo, onde parrebbe che l'imagine portata in processione da S. Gregorio
non fosse quella di S. Maria in Turri. E in vero S. Gregorio ordinò

che le diverse classi di cittadini, uscendo dalle chiese loro assegnate, si
radunassero in S. Maria Maggiore (S. Greg. ep. II, 2 ; Ioa. Diac. in vita,
n. 42): De singulis ecclesiis exeuntes cum precibus et lacrimis adB. M.
semper Virg. Genitr. Dni nostri I. C. Basilicam congregemur, ut
ibi diutius cum Jletu ac gemitìi Dho supplicantes, peccatorum nostro-
rum veniam promereri valeamus. E questa disposizione contraddice
apertamente alle due opinioni predette, e sembrerebbe favorire l'imagine
di S. Maria Maggiore, se potesse provarsi che S. Gregorio la recò in
processione a S. Pietro, di che non vi è testimonianza veruna, come
dimostrerò, né in S. Gregorio, né in Giovanni Diacono, e neanche in
S. Gregorio Turonense che aveva in Roma il suo diacono, il quale
tutto vide quanto avvenne e glie ne mandò una minuta descrizione,
che si legge narrata dal medesimo Santo nelle sue opere (H. Eccles.
Frane, e. io).

— I?
 
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