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Pitture

DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE

Tavv. i3g, i4o.

Nel cantone superiore a destra è il disco splendente del sole
in volto umano, con due raggi sulla fronte, e nel cantone
a sinistra è la luna in volto umano, e porta sulla fronte il
pianeta crescente.

Nel basso della grandiosa scena mirasi la SS. Vergine
orante, cinta di aureo nimbo con orlo ceruleo, e in tunica
e pallio violaceo: ha il cinto bianco e le scarpe rosse, ed ha
a destra e a sinistra due Angeli vestiti di bianco tendente al
ceruleo, cinti ancor essi di nimbo ad orlo rosso e con bastone
nella mano, i quali avvisano gli Apostoli che non debbano
star ivi a guardare in cielo, perchè quel Gesù che ora è stato
assunto in cielo, così verrà, dicono, come l'avete veduto
andare (Act. Apost. I, 11). Il colore delle vesti indossate dagli
Apostoli rassomiglia a quello degli Angeli, se due ne eccettui
che hanno pallio rosso, ed un terzo che' veste tunica cerulea
e pallio giallo. Dalla parte destra avanti tutti vedesi S. Pietro
che reca la croce in asta, quale insegna del nuovo princi-
pato, e dalla parte sinistra fra gli altri sei primeggia S. Paolo,

che ha la testa calva e in mano un libro con coperta di
porpora.

Il Cherubino a quattro teste e quattro ale ha, come ho
detto, una mano d'uomo che sporge di sotto fra le ale
aperte. Ezechiele narra al capo I, 7, 8, che il Cherubo a lui
apparso presso il fiume Cobar aveva forma d'uomo e mani
e piedi la cui pianta rassomigliava alla pianta del piede
bovino : ma le mani erano quattro, quante le teste e le ali.
Pare quindi che le altre mani, come i piedi, siano occultate
dalle ali e dal corpo sospeso orizzontalmente a volo. Nulla-
dimeno potrebbe dirsi piuttosto che il pittore abbia espressa
la visione come si narra nel capo X, dove il Profeta descrive
il Cherubo che porta sul dorso la gloria di Dio: e non no-
mina espressamente che una sola mano sporgente di sotto
fra le penne delle ali (versicolo 8): Et apparuit in Cherubini
similitudo manus hominis subtus pennas eorum. Questo sog-
getto è ritratto nel D'Agincourt, Pitture tav. XXVII, e spiegato
a suo modo nel tomo IV, pagina 186.

TAVOLA CXL.

I.(Bl!

. (Discioni, tav. XXVI). Nel Codice questa rappresentanza
è in ultimo luogo, dove la mettono l'Assemani e il Biscioni.
Il mio incisore l'ha invece collocata nel penultimo. E qui
dipinto il Cenacolo cogli Apostoli, e nel mezzo di loro la Ver-
gine. Stanno tutti in piedi ricevendo lo Spirito Santo, che
dall'alto discende in forma di colomba, diffondendo dal rostro
raggi di luce. La SS. Vergine veste tunica di color giacinto
e pallio violaceo fosco con orlo bianco, ed ha nimbo bianco
con striscia rossa intorno, e scarpe rosse. I dodici Apostoli
sono egualmente cinti di nimbo, che è bianco con orlo
ceruleo, hanno paliti generalmente bianchi tendenti all'az-
zurro e tuniche bianche con strisce rosse ornate in mezzo
di bianco, ovvero tunica azzurrina e pallio bianco. Sul capo
a ciascuno brilla la celeste fiamma, simbolo dello Spirito.

2. (Biscioni, tav. XXV). In questo dipinto Gesù ha corti e
ricci capelli, ed è quasi imberbe, laddove finora se fu rappre-
sentato coi capelli ricci, ebbe anche la barba, ovvero insieme
colla barba gli furon dati lisci e lunghi capelli. Ma in que-
sta età due erano i tipi che promiscuamente si adoperavano
dai Greci, siccome dimostrano le monete di Giustiniano ri-
notmete. Siede egli adunque in cattedra di color rosso fosco

con piumaccio rosso e predella bianca, e appoggiando al
volume la sinistra, alza la destra parlante. Egli sta in mezzo
a quattro personaggi : due di essi, che sono i più vicini al
trono del Salvatore, sono di dignità maggiore, perchè hanno
introdotti alla presenza del Salvatore i due venerabili per-
sonaggi, che sono alla destra e sinistra del trono. Tutti e
quattro son barbati, vestono tuniche e palli! di color rosso-
lacca carico, e tre di loro calzano le scarpe; ma uno fra
tutti, ed è quello che ha il cappuccio, invece delle scarpe
porta i sandali. I due personaggi che portano un libro nelle
mani velate e sembrano offrirlo a Cristo, hanno il capo
scoperto; dei due che a Cristo li presentano, uno si copre
il capo col cappuccio. Forse costui è S. Giacomo Apostolo,
molto venerato dai Siri, e l'altro è S. Efrem, come ha con-
ghietturato l'Assemani. I due che stanno a capo scoperto e in
atto di presentare a Gesù i loro libri, saranno probabilmente
i due Abbati del monastero di Zagba, che fecero trascrivere
questo Codice. Questa rappresentanza è messa sotto un'abside
sostenuta da due colonne, sulla cui volta vedesi un globo
sormontato dalla croce. Nel campo sopra la volta vedonsi
due struzzi. I Latini chiamano questi uccelli pàsseres marinos;
Plinio gli appella, a motivo della lor mole, Struthiocamelos.

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