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Volume III.

STORIA DELL' ARTE CRISTIANA

MONUM. II.

che sia esistito un pittore di molto superiore al secolo in
cui visse, nondimeno sarà sempre vero il giudicarle degne
di miglior epoca, se le mettiamo a confronto colle compo-
sizioni del secol IX. Così noi siamo costretti ad attribuire
al secolo Vili la stupenda testa di S. Anastasio persiano,
emula delle migliori teste dateci dall' arte già perfetta dopo
la rinascenza ; e dobbiamo credere ai nostri occhi, che nel
secol IX -ai tempi di Angilberto Arcivescovo di Milano ope-
rava un modellatore di nome Volvino, che ci ha lasciato
nel paliotto della Basilica di S. Ambrogio un miracolo d'arte.
Messa per tuttociò da parte ogni considerazione, ho riputato
saggio consiglio inserire nella mia Storia le pitture del rotolo
palatino, perchè si degne di rappresentare l'arte cristiana;
inoltre esse riempiono una lacuna nelle rappresentanze dei

fatti di Giosuè. V è anche a considerare qualmente in esse
trovasi fatto grande uso di quel!' artistico linguaggio del quale
fecero pompa gli artisti dell'età superiori; ond'è che riuscir
mi sembrano capaci di fecondare il genio dei nostri mo-
derni pittori di bibliche rappresentanze. Nel porre in tavole
e distribuire i dipinti di questo rotolo, avvegnaché non
ignorassi quanto piacevol cosa sarebbe stata il mirar intere
le composizioni, ciò non pertanto mi son veduto talvolta
costretto a troncarle, perchè ineguali nel numero delle figure
e nello sviluppo della composizione. Tuttavia ho cercato
supplirvi con ripetere le figure separate o anche tronche
per mezzo.

Ora veniamo alle rappresentanze.

TAVOLA CIATI.

2. Il luogo montuoso è piantato d'alberi: nel fondo della
scena vedesi un monte, e sopra di esso a destra la città di
Gerico, e a sinistra un giovine sdraiato sulla vetta, che è la
personificazione del monte. Le due spie di Giosuè, l-CVTA-
CKOnOI (i), in tunica e clamide e armate di lancia, sal-
gono di fretta per la montagna (Iosue, e. II, 22). Nel basso
sul piano, i due cavalieri mandati dal re di Gerico vanno
in traccia delle spie, spingendo a gran corsa i loro cavalli
verso il Giordano. L'epigrafe che gli accompagna dice :

KXT^AicÒKONTec tovc i<x rxci<ónovc

(los. II, 22). Una torre quadrata presso di un albero indica

il termine della composizione, e quel giovane che dietro
deli' albero sta in agguato, altro non è che la personificazione
dello ay.onóg, spia, osservatore, in cui luogo gli antichi posero
una figura feminile, che esprimer potesse il nome di axoma.

3. Giosuè, ÌHCOVC Ò TOV NXVH, preceduto dal-
l'arca del testamento, H KIBCJDTÒe THC A1X6HKHC

KV, che i sacerdoti del Signore, IgEfGlC KV, si son
levata in collo, invita i soldati e gl'Israeliti, ICpXHAITAJ,
a seguirla dov'ella va, che è verso il Giordano (cap. Ili, 5, 6).
Nella prospettiva vedesi figurato un monte.

TAVOLA CLVIII.

1. INel fondo della scena, sopra un'alta cresta di monte, è
assiso il fiume Giordano, O IOJ*AANHC, volto di schiena
e appoggiato sopra l'urna rovescia, dalla quale scorre un
rivo d'acqua; egli ha inoltre una canna palustre nella si-
nistra. Dall'alveo del fiume escono i sacerdoti coli'arca in

ispalla (2), e sono preceduti da Giosuè e dagl'Israeliti, che
portano in collo le dodici pietre levate dall'alveo del fiume
(IV, 3-5). Dietro dell'arca alcuni del popolo pongono nel-
l'alveo del Giordano, ove si son fermati i sacerdoti col-
l'arca, dodici pietre in luogo di quelle che ne sono state

(0 Le iscrizioni, che qui e appresso riporto, sono riprodotte, come
nell'originale, cogli accenti e spiriti, o senza, in quella guisa medesima
che ho adoperato nella Dichiarazione delle Tavole antecedenti.

(2) Ometto le leggende che spiegano i soggetti, tutte le volte che
sono ripetizioni inutili; ometto del pari i lunghi tratti del sacro testo,
che narrano l'avvenimento.
 
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