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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 6): Sculture non cimiteriali — Prato, 1880

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https://doi.org/10.11588/diglit.4666#0024
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Volume VI.

STORIA DELL'ARTE CRISTIANA

Monum. V.

ora è, come ho detto, presso il Marchese Trotti in Legnano:
egli vi ravvisò benissimo l'ingresso di Gesù in Gerusalemme.

Rimane però a noi, ora che la tavoletta è al suo posto,
di spiegare una precedenza, in aspetto si strana, data ad un
fatto che si narra avvenuto cinque di prima della Passione,
mentre qui seguitano dopo quegli avvenimenti che non si
possono rimettere a queir ultimo periodo. Egli è vero che,
come ho notato di sopra, non sempre si osserva l'ordine cro-
nologico, e quivi medesimo vediamo il miracolo di Cana,
sicuramente anteriore di tempo, ^messo dopo : ma questa
osservazione generale non ci pare da richiamarsi in questo
luogo, potendo noi avvalerci all'uopo di una congettura
probabilissima, la quale ha fondamento nel Vangelo di
S. Giovanni. Ivi si narra al capitolo II, 13-25, l'andata di
Cristo a Gerusalemme dopo il miracolo della conversione
dell' acqua alle nozze di Cana e come a colpi di sferza
avesse cacciato dal tempio i negozianti di buoi e di pecore
e i cambiavalute; una tal cacciata è invece dagli altri Evan-
gelisti (Matth. XXI, i-r i, Marc. XI, i-i i, Lue. XIX, 2C)-44)
riferita al solenne ingresso del Redentore poco prima della
Passione. Da- ciò si è conchiuso rettamente, che Gesù cac-
ciò dal tempio i profanatori due volte, la prima sul prin-
cipio della sua vita pubblica, la seconda sulla fine di essa.
Ora è probabile che volendo l'artista scolpire la prima an-
data a Gerusalemme narrata da S. Giovanni, l'abbia fatto
mandandogli incontro gli Ebrei coi rami di palma, lo che
non è narrato qui dai tre Evangelisti ma nei luoghi citati e
in S. Giovanni stesso al capo XII, 12-19. Si vede adunque
nel nostro avorio Gesù a cavallo dell' asina (Marc. /. cit. 2
òvov 5s<fe/zévijv), con la croce nella sinistra appoggiata sulla
spalla e una donna velata, la quale è uscita a lui incontro
con una stuoia o panno che stende sulla via : questa è
fuor di dubbio la città'di Gerusalemme: e poiché si legge
che appressandosi Gesù al monte degli olivi venne a lui

incontro un gran numero di discepoli che a gran voce
lodavano Dio, l'arte ha ciò significato ponendo un uomo
barbato in dalmatica e sopravvesta che è montato sopra un
olivo e spande le braccia inverso del Signore che passa:
ivi presso di questo olivo é un frontone di edifizio coperto
di tetto e vi si vedono due giovanetti con rami di palma
in mano. Quel!'edifizio rammenta il tempio dove il Re-
dentore si conduce.

Nella Tavola 4i5 n. 12 è un'area vuota, essendosi per-
duto l'avorio con la rappresentanza: segue dipoi il a. i3 col
miracolo della mutazione dell'acqua in vino, che è fuor
di posto separatamente, ma fu certamente collocato qui
dove l'ho posto io, come lo dimostra la rappresentanza del
dritto (Tav. 4i4, 4). .

4. Il Bottari (R. Sott. II, xv) pubblicando questo avorio
avverte che da gran pezza mancava con undici altri defe-
dici che adornavano l'antichissima sedia Pontificale raven-
natense, conservata nell'archivio archiepiscopale di quella
chiesa. Ei si dichiara obbligato di una forma in gesso che
gliene mandò il Gori. E qui espresso il miracolo di Cana.
Gesù ornato.di nimbo, con croce in asta nella sinistra, addita
una delle sei idrie coli'acqua mutata in vino. Ivi è a lui
d'incontro un uomo che ha in mano un calice e fa gesto
di sorpresa: v'è anche presente un uomo barbato con libro
nella sinistra, e nel fondo a sinistra un nobile edifizio so-
stenuto da colonne con cortina nel mezzo. Non dubito che
l'uomo col calice sia l'architriclino che ha gustato il vino
e stupisce: l'uomo col libro poi vi rappresenta i Discepoli,
che erano insieme con Gesù a quel convito. Il Bandini
(in tab. eburn. observationes, Elor. 1746) crede che il per-
sonaggio a cui Cristo mostra le idrie sia lo sposo. Ma il
Martigny a buona ragione vi riconosce l'architriclinus
(Dictionn. pag. 97).

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. (1 Facchini, ibid). La tavoletta si è sempre conservata al
suo posto. Vi è figurato un portico con archi in volta. Di-
nanzi al quale Gesù, cinto di nimbo crocigero, è in atto di
porre le mani sul bacino dei pesci e sopra il desco dei pani
sostenuti da due Apostoli ambedue barbati: sono presenti
altri due Apostoli, l'un dei quali è barbato, l'altro imberbe,
ambedue con libro nella sinistra velata: essi elevano la
destra in atto di meraviglia.

Nella Tavola 4i5 n. r5, è quella tavoletta ora per-
duta che fu espressa dal Bacchini (be', cit.) ed è da me

ridotta in piccolo nella Tavola citata. E figurato un convito
che è quello di Cana. Ma il Bacchini stima che Gesù stia
a mensa coi Discepoli di Emmaus; post resurrectionem cimi
discipulis manducat. Due uomini barbati seggono intorno
alla mensa con Gesù, il quale è il primo a destra, ma nel
Bacchini è posto come ho notato a sinistra: ei porta la
croce in asta ed è barbato, certamente per errore del dise-
gnatore. Sulla mensa è un pesce, e a pie di essa vedesi un
pavone che si va beccando le miche che cadono dalla tavola
dei due uomini sedenti a tavola, l'un dei quali ha nella sini-
stra un calice ed eleva la destra, l'altro si reca la sinistra

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