MÉLANGES HULIN DE LOO
47
artisti di Francia e di Fiandra possedevano tradizione e
pratica. Sappiamo dal Vasari che Giulio II volendo provve-
dere di vetrate dipinte il Vaticano dovette rivolgersi in
Francia, e fu cosi che venne in Italia, insieme con altri
artisti, Gnglielmo de Marcillat. Oltre che per Roma, per
Arezzo e per Cortona, Gnglielmo opero anche per Perugia,
eseguendo una vetrata per la Chiesa di San Domenico, che
andô perdnta allorchè rovinô una parte dell ’edificio nel
Seicento. Di un altro lavoro per la medesima chiesa aveva
preso l’impegno, allorchè fu sopraggiunto dalla morte.
In Umbria, corne del resto in Toscana, alla fine del Quat-
trocento e al principio del Cinquecento si praticava la pit-
tura su vetro, e sappiamo che lo stesso Perugino ha ese-
guito cartoni per vetrate : si trattava perd sempre di
esempi più o meno isolati, inspirati ai prototipi che, per
limitarci alPUmbria, s ’erano venuti creando durante il
Trecento ad Assisi, a Orvieto, a Perugia, dove la nécessita
di prowedere ai grandi finestroni gotici aveva fatto guar-
dare a cio che si eseguivo nei paesi oltramontani. In questi
paesi la consuetudine di siffatti lavori soprawisse invece
larga e diffusa, anche se sotto l’influsso di cause diverse,
tra le quali oertamente in primo luogo son da ricordare gli
esempi del Rinascimento Italiano, le vetrate si son venute
trasformando, o, piuttosto, snaturando. Determinata nella
sua essenza dalla nécessita di completare con un particolare
adornamento cromaticole architetture gotiche, al chiudersi
del periodo di massimo flore e di più grande originalité del
gotico la vetrata perde, col suo significato, i caratteri tra-
dizionali. Corne più tardi nel secolo XVIII, soprattutto
per opéra délia Manifattura di Beauvais, l’arazzo si tras-
formerà nella tapisserie-tableau, cosi ora all’aprirsi del
secolo XVI, in Francia ugualmente, la vetrata si trasforma
nel tableau de verre.
A distanza di mezzo secolo Arrigo Fiammingo ci si pré-
senta vicino a Gnglielmo de Marcillat più di quanto non
ci aspetteremmo, corne artista in genere e corne pittore
47
artisti di Francia e di Fiandra possedevano tradizione e
pratica. Sappiamo dal Vasari che Giulio II volendo provve-
dere di vetrate dipinte il Vaticano dovette rivolgersi in
Francia, e fu cosi che venne in Italia, insieme con altri
artisti, Gnglielmo de Marcillat. Oltre che per Roma, per
Arezzo e per Cortona, Gnglielmo opero anche per Perugia,
eseguendo una vetrata per la Chiesa di San Domenico, che
andô perdnta allorchè rovinô una parte dell ’edificio nel
Seicento. Di un altro lavoro per la medesima chiesa aveva
preso l’impegno, allorchè fu sopraggiunto dalla morte.
In Umbria, corne del resto in Toscana, alla fine del Quat-
trocento e al principio del Cinquecento si praticava la pit-
tura su vetro, e sappiamo che lo stesso Perugino ha ese-
guito cartoni per vetrate : si trattava perd sempre di
esempi più o meno isolati, inspirati ai prototipi che, per
limitarci alPUmbria, s ’erano venuti creando durante il
Trecento ad Assisi, a Orvieto, a Perugia, dove la nécessita
di prowedere ai grandi finestroni gotici aveva fatto guar-
dare a cio che si eseguivo nei paesi oltramontani. In questi
paesi la consuetudine di siffatti lavori soprawisse invece
larga e diffusa, anche se sotto l’influsso di cause diverse,
tra le quali oertamente in primo luogo son da ricordare gli
esempi del Rinascimento Italiano, le vetrate si son venute
trasformando, o, piuttosto, snaturando. Determinata nella
sua essenza dalla nécessita di completare con un particolare
adornamento cromaticole architetture gotiche, al chiudersi
del periodo di massimo flore e di più grande originalité del
gotico la vetrata perde, col suo significato, i caratteri tra-
dizionali. Corne più tardi nel secolo XVIII, soprattutto
per opéra délia Manifattura di Beauvais, l’arazzo si tras-
formerà nella tapisserie-tableau, cosi ora all’aprirsi del
secolo XVI, in Francia ugualmente, la vetrata si trasforma
nel tableau de verre.
A distanza di mezzo secolo Arrigo Fiammingo ci si pré-
senta vicino a Gnglielmo de Marcillat più di quanto non
ci aspetteremmo, corne artista in genere e corne pittore