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nora di lui consorte procurò fiori bellissimi
dalla Sicilia e dal Regno di Napoli, sconosciuti
allora fra noi (i). Francesco I. fece fare in Bo-
boli molte semente di mori per uso dei sudditi,
ai quali facevali dispensare. Ferdinando I. fece-
vi far fontane, e perfezionò 1' acquedotto Reale
principiato da Cosimo I. Ferdinando IL fece
venire dall' Affrica e porre in esso Giardino le
patate, e le ghiande della querce latifolia (2).
A' tempi di Cosimo III. si raddoppiarono le di-
ligenze nel tenere il Giardino nel miglior ordi-
ne possibile. Egli vi fece coltivare agrumi, ci-
polle da fiori, margotti, e radiche d'innume-
revoli piante da Giardino. Sotto il regime di
Giov. Gastone le delizie di Boboli furono tra-
scurate. Francesco II. d'Austria, già Duca di
Lorena regnante in Toscana, ne prese cura, e
rintracciati ai suoi tempi i viali e le spalliere,
si restituirono gli artificiati vegetabili all' an-
tico stato. Ma passata la Toscana in Provincia,
il Giardino fu abbandonato al divertimento po-
polare; divenuto un bosco, dove non si scorge-
vano che nascondigli fronzuti, e passeggi sen-
za gentilezza (3). Tale abbandono cagionava no-
tabile deperimento nell' opere di Scultura, onde
nel 1758 il Maresciallo Botta, Plenipotenziario
allora in Toscana, ne commise i restauri ad uno
straniere stabilito in Firenze, nominato France-
(1) Galluzzi, Tom. I. p. 3o^.
(2) Targioni, Prodromo della Corografìa della Toscana , in più
luoghi.
(3) Firenze antica e moderna, Tom. VIII, pag. 16.
nora di lui consorte procurò fiori bellissimi
dalla Sicilia e dal Regno di Napoli, sconosciuti
allora fra noi (i). Francesco I. fece fare in Bo-
boli molte semente di mori per uso dei sudditi,
ai quali facevali dispensare. Ferdinando I. fece-
vi far fontane, e perfezionò 1' acquedotto Reale
principiato da Cosimo I. Ferdinando IL fece
venire dall' Affrica e porre in esso Giardino le
patate, e le ghiande della querce latifolia (2).
A' tempi di Cosimo III. si raddoppiarono le di-
ligenze nel tenere il Giardino nel miglior ordi-
ne possibile. Egli vi fece coltivare agrumi, ci-
polle da fiori, margotti, e radiche d'innume-
revoli piante da Giardino. Sotto il regime di
Giov. Gastone le delizie di Boboli furono tra-
scurate. Francesco II. d'Austria, già Duca di
Lorena regnante in Toscana, ne prese cura, e
rintracciati ai suoi tempi i viali e le spalliere,
si restituirono gli artificiati vegetabili all' an-
tico stato. Ma passata la Toscana in Provincia,
il Giardino fu abbandonato al divertimento po-
polare; divenuto un bosco, dove non si scorge-
vano che nascondigli fronzuti, e passeggi sen-
za gentilezza (3). Tale abbandono cagionava no-
tabile deperimento nell' opere di Scultura, onde
nel 1758 il Maresciallo Botta, Plenipotenziario
allora in Toscana, ne commise i restauri ad uno
straniere stabilito in Firenze, nominato France-
(1) Galluzzi, Tom. I. p. 3o^.
(2) Targioni, Prodromo della Corografìa della Toscana , in più
luoghi.
(3) Firenze antica e moderna, Tom. VIII, pag. 16.