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ere
mezZo »
^-Presso,'
confront
per|
ade che
teeano il
finità dag
IgO il j
li a qu
Qi mina
u che '
gradirne IV
i di ave
!»■ prime Iti»
ino, per ina
ad Opi
i m le
TAVOLA NONA. 189
ture^ propongo l'esame del verbo libare per far libazione
che in latino dicesi libò, accusandosi proveniente dal greco
ucp» che vuol dire non già piovere, ma stillare, cioè versa-
re a gocce, per cui lo stesso verbo stillare fu poi anche si-
nonimo di versar lacrime e piangere; significati che rac»
chiudonsi nel solo greco verbo *«'j3»,.èd osservazione da me ri-
petuta alla stessa occasione di esaminare l'atto della libazio-
ne *. Al greco utp* corrispondono altresì il fluere latino
e l'italiano fluire, donde aerivi fluido) col qual giro di
voci tornasi al fluido contenuto nella tazza di Bacco di so-
pra indicato. Se giusto è il mio raziocinio, avremo la ragio-
ne perchè Cecrope istituì la libazione alla Terra ed al Cielo,
significando con essa,, cred'io, quell'umore benefico, il qua-
le dal cielo scendendo in terra dà vita e vegetazione ad o-
gni essere vivente-, in quella guisa che le piante prendono
quotidiano alimento dalla rugiada: e ben di questa doveva
intender Cecrope nel portar in Grecia religiosi, istituiti dal*
l'Egitto, ove la rugiada tien luogo di pioggia.
Frattanto con questi dati meglio si comprenderà F enig-
matico discorso di quel Persiano Dschemo da me altrove
riportato, che facea vedere i portenti degli Dei e quanto
si genera sulla terra, (cioè spiegava i fenomeni della na-
tura ) per mezzo della tazza medesima con la quale anco
libava 2. Così pure si potrà intendere come gli Specchi mi-
stici da me presi ad illustrare, ritengono qualche somiglian-
za con le patere da libare agli Dei, nel tempo stesso che
le figurate hanno dei soggetti allusivi ai fenomeni della na-
tura. 3 Quello stesso che abbiamo in esame attualmente,
lib. 1,1
1 Ved. p. 33.
a Ved. p. 88.
3 Ved. la spìeg. della tav. vii ìa
fine, p. 3 56.
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teeano il
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Qi mina
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gradirne IV
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!»■ prime Iti»
ino, per ina
ad Opi
i m le
TAVOLA NONA. 189
ture^ propongo l'esame del verbo libare per far libazione
che in latino dicesi libò, accusandosi proveniente dal greco
ucp» che vuol dire non già piovere, ma stillare, cioè versa-
re a gocce, per cui lo stesso verbo stillare fu poi anche si-
nonimo di versar lacrime e piangere; significati che rac»
chiudonsi nel solo greco verbo *«'j3»,.èd osservazione da me ri-
petuta alla stessa occasione di esaminare l'atto della libazio-
ne *. Al greco utp* corrispondono altresì il fluere latino
e l'italiano fluire, donde aerivi fluido) col qual giro di
voci tornasi al fluido contenuto nella tazza di Bacco di so-
pra indicato. Se giusto è il mio raziocinio, avremo la ragio-
ne perchè Cecrope istituì la libazione alla Terra ed al Cielo,
significando con essa,, cred'io, quell'umore benefico, il qua-
le dal cielo scendendo in terra dà vita e vegetazione ad o-
gni essere vivente-, in quella guisa che le piante prendono
quotidiano alimento dalla rugiada: e ben di questa doveva
intender Cecrope nel portar in Grecia religiosi, istituiti dal*
l'Egitto, ove la rugiada tien luogo di pioggia.
Frattanto con questi dati meglio si comprenderà F enig-
matico discorso di quel Persiano Dschemo da me altrove
riportato, che facea vedere i portenti degli Dei e quanto
si genera sulla terra, (cioè spiegava i fenomeni della na-
tura ) per mezzo della tazza medesima con la quale anco
libava 2. Così pure si potrà intendere come gli Specchi mi-
stici da me presi ad illustrare, ritengono qualche somiglian-
za con le patere da libare agli Dei, nel tempo stesso che
le figurate hanno dei soggetti allusivi ai fenomeni della na-
tura. 3 Quello stesso che abbiamo in esame attualmente,
lib. 1,1
1 Ved. p. 33.
a Ved. p. 88.
3 Ved. la spìeg. della tav. vii ìa
fine, p. 3 56.