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non'!.
TAYOLA 1SOKA. 197
La stessa nudità sua non tanto mostra lascivia, quanto i re-
conditi arcani della natura in lei svelati ; al che può riferirsi
quanto dice Arnobio di Venere Dionea, cioè che ella mo-
strava con indecenza gl'intestini \
Quanto ho detto di questa femminile figura basti a prova-
re che potrà giudicarsi piuttosto una Dea che la sorella di
Circe; poiché questa vi sarebbe inattiva, insignificante ed
inutile, ancorché vi fossero Circe ed Ulisse come è stato
supposto. Ma potremo noi con eguale ragionevolezza assicu-
rare esser quella una Venere, piuttostochè una Giunone co-
me il di lei diadema fa sospettare? E posto ancora che que-
sto non debba essere un distintivo sufficiente a dichiararla
tale, fa d'uopo riflettere che siccome Cibele o Rea divide
con Venere molti dei suoi attributi, come ho accennato qual-
che verso di sopra, per cui fu detta E'ypavia {suscitatri-
ce}*, così ha con Giunone tanta comunanza di significati,
che Luciano esaminata l'indole del culto e degli attributi
allegorici della Dea Siria, scrisse che corrispondeva in assai
cose alla Giunone dei Greci \. All' incontro gli stessi Frigj
ebbero un tempio sotto l'invocazione di Venere Cibele *.
La sola astronomia, per quanto sembrami, può darci qual-
che ragione di questo intreccio, che in tutt'altro aspetto re-
sta inconseguente. Stabilirono pertanto gli astrologi, che il
pianeta Venere fosse l'astro d' Iside, di Giunone e della
Madre degli Dei 5, e che intanto si registrasse nel numero
delle stelle benefiche 6,- il che ben corrisponde allusivamen*
1 Àrnob., lib. i, p. 52.
a Orph. Hymn. ad Naturam, s>. a.
3 Lucian , de Dea Syr., p. 47^*
4 JNonn., Dionys., lib. xlyui , v. 654-
5 Plin., Hist. Nat., lib. ir, cap. vm,
p. f5.
6 Sext. Empir, ad?. Astrolog., ìife,
V, p- 343.
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La stessa nudità sua non tanto mostra lascivia, quanto i re-
conditi arcani della natura in lei svelati ; al che può riferirsi
quanto dice Arnobio di Venere Dionea, cioè che ella mo-
strava con indecenza gl'intestini \
Quanto ho detto di questa femminile figura basti a prova-
re che potrà giudicarsi piuttosto una Dea che la sorella di
Circe; poiché questa vi sarebbe inattiva, insignificante ed
inutile, ancorché vi fossero Circe ed Ulisse come è stato
supposto. Ma potremo noi con eguale ragionevolezza assicu-
rare esser quella una Venere, piuttostochè una Giunone co-
me il di lei diadema fa sospettare? E posto ancora che que-
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tale, fa d'uopo riflettere che siccome Cibele o Rea divide
con Venere molti dei suoi attributi, come ho accennato qual-
che verso di sopra, per cui fu detta E'ypavia {suscitatri-
ce}*, così ha con Giunone tanta comunanza di significati,
che Luciano esaminata l'indole del culto e degli attributi
allegorici della Dea Siria, scrisse che corrispondeva in assai
cose alla Giunone dei Greci \. All' incontro gli stessi Frigj
ebbero un tempio sotto l'invocazione di Venere Cibele *.
La sola astronomia, per quanto sembrami, può darci qual-
che ragione di questo intreccio, che in tutt'altro aspetto re-
sta inconseguente. Stabilirono pertanto gli astrologi, che il
pianeta Venere fosse l'astro d' Iside, di Giunone e della
Madre degli Dei 5, e che intanto si registrasse nel numero
delle stelle benefiche 6,- il che ben corrisponde allusivamen*
1 Àrnob., lib. i, p. 52.
a Orph. Hymn. ad Naturam, s>. a.
3 Lucian , de Dea Syr., p. 47^*
4 JNonn., Dionys., lib. xlyui , v. 654-
5 Plin., Hist. Nat., lib. ir, cap. vm,
p. f5.
6 Sext. Empir, ad?. Astrolog., ìife,
V, p- 343.