tale
1
lera
ice
ePÌtet,
> e
una
uni i
4
sacra si,,
una felli,
eilìNe,f|
1 paniere é,
* collocane
"n maerùcdh
rnanoab
che le mai
3. Altra cu:
•ah'l'alo ito
nei i:
uello spiti:
uWÌO è OD!
la D
)).
'Ob
tanti
TAVOLA XVI. 289
Apollo jpuiu con un ramo della diletta sua pianta assiste
alla nascita di un fratello, di cui non ebbe il più somi-
gliante nella beltà, nel privilegio della perpetua gioventù ^
nel consorzio delle muse x> : fin qui il Lanzi '. Quindi pro-
seguendo approvò 1' opinione di chi sopra 1' alata Dea leg-
ge quella tronca epigrafe mtjsam: ma a questa e ad ogni
altra lezione preferì quella del Visconti, che ivi trovò mu~
rjn cioè Morpav, la Parca : se non che veggendosi nel Disco
dopo la prima lettera espressa un' 1, preferì il vocabolo
miran formato dalla soggiuntiva del greco dittongo e dal-
la tx ridondante forse per errore di pronunzia, come nel
greco antico talvolta .
«Era dottrina di Omero che nel dì della nascita ciascuno
avesse dalla Parca un destino, e che quanto ella avea
scritto , come qui vedesi, o filato , come Omero si esprime *,
fosse un incontrastabil fato ed una legge irrevocabile , per
cui significare tien la Parca, e qui e in altri monu-
menti., un'ampolla dell'acqua di Stige con cui i giuramen-
ti in cielo si sanzionavano 3. Scrive dunque la Parca le
sorti di Bacco , nel modo che Diana di se racconta averle
assegnata le Parche, nel suo primo nascere, la sorte eli soc-
correre le partorienti fra le lor doglie 4 ».
La Dea che dalla coscia di Giove tragge il nume infan-
te si reputa dal prelodato scrittore essere stata celebre fra
gli Etruschi. Nella nascita di Pailade dal cervello di Gio-
ve , rappresentata qui alla Tav. X, si vede alla destra di lui
1 MS. cit.
a Iliaci., lib. xx, v. 128.
3 Hesiod., Theog., v. y85.
S. IL
4 CaJlim., Hymn. in Diati,, v. 21,
et sq.
3?
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sacra si,,
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TAVOLA XVI. 289
Apollo jpuiu con un ramo della diletta sua pianta assiste
alla nascita di un fratello, di cui non ebbe il più somi-
gliante nella beltà, nel privilegio della perpetua gioventù ^
nel consorzio delle muse x> : fin qui il Lanzi '. Quindi pro-
seguendo approvò 1' opinione di chi sopra 1' alata Dea leg-
ge quella tronca epigrafe mtjsam: ma a questa e ad ogni
altra lezione preferì quella del Visconti, che ivi trovò mu~
rjn cioè Morpav, la Parca : se non che veggendosi nel Disco
dopo la prima lettera espressa un' 1, preferì il vocabolo
miran formato dalla soggiuntiva del greco dittongo e dal-
la tx ridondante forse per errore di pronunzia, come nel
greco antico talvolta .
«Era dottrina di Omero che nel dì della nascita ciascuno
avesse dalla Parca un destino, e che quanto ella avea
scritto , come qui vedesi, o filato , come Omero si esprime *,
fosse un incontrastabil fato ed una legge irrevocabile , per
cui significare tien la Parca, e qui e in altri monu-
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ti in cielo si sanzionavano 3. Scrive dunque la Parca le
sorti di Bacco , nel modo che Diana di se racconta averle
assegnata le Parche, nel suo primo nascere, la sorte eli soc-
correre le partorienti fra le lor doglie 4 ».
La Dea che dalla coscia di Giove tragge il nume infan-
te si reputa dal prelodato scrittore essere stata celebre fra
gli Etruschi. Nella nascita di Pailade dal cervello di Gio-
ve , rappresentata qui alla Tav. X, si vede alla destra di lui
1 MS. cit.
a Iliaci., lib. xx, v. 128.
3 Hesiod., Theog., v. y85.
S. IL
4 CaJlim., Hymn. in Diati,, v. 21,
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