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1 d<tra>
la dazione
nte il
Ila
pili
nàtolo.
vano gè-
scorta, od-
ìumero ne
o. Semini
ite la filo
■ita pura e
nere colle
ne che di-
vita, non
' f animo
TAVOLA XXVII. 335
a soggiogar le passioni, uè a volgere l'incolta mente al-
le astratte contemplazioni di un Essere divino , che non
cadeva materialmente sotto i suoi sensi, né a nobilitare
quell' anima immortale di cui peraltro non sapeva formar-
si una compiuta idea. Ma una più illuminata classe di uo-
mini con animo filantropico e con titolo di ginnasiarchi,
di filosofi j di gerofanti, davasi premura sottrarre altri al-
la crassa popolare ignoranza e rozzezza della plebaglia ',
accordando loro il privilegio d' esser ascritti ad una scel-
ta comitiva d' individui col nome di ginnasti, o discepoli, o
d'iniziati,, ammaestrandoli blandamente in principio or con e-
nimmi come alla scuola dei pittagorici 2, or con simboli co-
me nei santuari d'Egitto 3, e nei particolari arredi sacri
àegY iniziati 4, al più scelto numero de' quali se ne comu-
nicava come per ispecial privilegio la interpetrazione b.
Questi enitnmi e questi simboli eran peraltro espressi in
una maniera goffas sensuale e non dirado indecente, onde
fosse corrispondente alle materiali fogge di chi doveali u-
dire e vedere. Ad esprimere, per esempio, che 1' uomo deb-
b' esser pronto ed attivo in tutte 1' ore del giorno. Pitago-
ra diceva: non uccidete il gallo; mentre il volgo è fami-
liare con questo volatile e colla sua qualità di vigilanza.
Così avviene dei monumenti simbolici, tra i quali sono
da annoverarsi gli Specchi mistici, i vasi fittili, ed altri
simili oggetti che sotto il velo di filosofici donimi ci mo-
i Ved. p. 87, seg.
2 Vid. Aurea carmina.
3 Veci. la mia nuova Collezione di
opuscoli e notizie di scienze, let-
tere ed arti, Tom. ii, p. 356.
4 Apul,, Metamorph., ìib. xi, p.
i46.
5 Ved. ser. v , p. 29.
^lle
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Ql ciò
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la dazione
nte il
Ila
pili
nàtolo.
vano gè-
scorta, od-
ìumero ne
o. Semini
ite la filo
■ita pura e
nere colle
ne che di-
vita, non
' f animo
TAVOLA XXVII. 335
a soggiogar le passioni, uè a volgere l'incolta mente al-
le astratte contemplazioni di un Essere divino , che non
cadeva materialmente sotto i suoi sensi, né a nobilitare
quell' anima immortale di cui peraltro non sapeva formar-
si una compiuta idea. Ma una più illuminata classe di uo-
mini con animo filantropico e con titolo di ginnasiarchi,
di filosofi j di gerofanti, davasi premura sottrarre altri al-
la crassa popolare ignoranza e rozzezza della plebaglia ',
accordando loro il privilegio d' esser ascritti ad una scel-
ta comitiva d' individui col nome di ginnasti, o discepoli, o
d'iniziati,, ammaestrandoli blandamente in principio or con e-
nimmi come alla scuola dei pittagorici 2, or con simboli co-
me nei santuari d'Egitto 3, e nei particolari arredi sacri
àegY iniziati 4, al più scelto numero de' quali se ne comu-
nicava come per ispecial privilegio la interpetrazione b.
Questi enitnmi e questi simboli eran peraltro espressi in
una maniera goffas sensuale e non dirado indecente, onde
fosse corrispondente alle materiali fogge di chi doveali u-
dire e vedere. Ad esprimere, per esempio, che 1' uomo deb-
b' esser pronto ed attivo in tutte 1' ore del giorno. Pitago-
ra diceva: non uccidete il gallo; mentre il volgo è fami-
liare con questo volatile e colla sua qualità di vigilanza.
Così avviene dei monumenti simbolici, tra i quali sono
da annoverarsi gli Specchi mistici, i vasi fittili, ed altri
simili oggetti che sotto il velo di filosofici donimi ci mo-
i Ved. p. 87, seg.
2 Vid. Aurea carmina.
3 Veci. la mia nuova Collezione di
opuscoli e notizie di scienze, let-
tere ed arti, Tom. ii, p. 356.
4 Apul,, Metamorph., ìib. xi, p.
i46.
5 Ved. ser. v , p. 29.