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per
TAVOLA XLVT. /fio
considerazione di essa divinità 1, ora ci presentano un cac-
ciatore divorato dai cani? Quanto segue servirà di risposta.
E inutile ch'io ripeta (perchè a tutti palese) che gli an-
tichi, nelle religioni loro moltiplici e variatissime, tutti
concorsero a confessare Y esistenza di una divina Provvi-
denza, arbitra e regolatrice delle cose terrene, dalla quale
inevitabilmente dipendono, e che dagli Etruschi addita vasi
col nome di Fato 2; mentre presso la generalità del paga-
nesimo, allorché questa Provvidenza riguardava una giu-
sta retribuzione, assegnando a ciascuno ciò che per de-
stino del Fato gli apparteneva, e quando ancora quasi con
geloso animo puniva coloro che s'inorgogliavano, per mag-
gior fortuna eli quella che dal destino gli veniva assegna-
ta; allora questa Provvidenza distributrice con giusta mi-
sura si distingueva col nome di Nemesi.
Posto ciò resulta che questa Nemesi è spesso un simbo-
lo morale di quell' ìntimo sentimento che appelliamo co-
scienza , e pel quale siamo allontanati da tutto ciò che è
biasimevole. Lo stesso nome significando biasimo segre-
to ne manifesta il carattere \ Essa tiene il freno delle no-
stre azioni. Conservare le qualità naturali di una bell'a-
nima e per conseguenza porla sotto la protezione di que-
sta Dea severa, senza la quale la più brillante fortuna di-
viene la più dannosa delle illusioni, come argomenta uno
scrittore moderno , era il fine di tante morali massime dei
Greci, colle quali raccomandavasi una savia temperanza,
ed una prudente moderazione dell' anima .
i Ved. p. 91 , 9*2 , 200.
2 Ved. p. 2 5y seg.
3 Herder , Nemesis , Conservatoire .
1. cit, Tom. -vi, p. 35g, not. 1.
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TAVOLA XLVT. /fio
considerazione di essa divinità 1, ora ci presentano un cac-
ciatore divorato dai cani? Quanto segue servirà di risposta.
E inutile ch'io ripeta (perchè a tutti palese) che gli an-
tichi, nelle religioni loro moltiplici e variatissime, tutti
concorsero a confessare Y esistenza di una divina Provvi-
denza, arbitra e regolatrice delle cose terrene, dalla quale
inevitabilmente dipendono, e che dagli Etruschi addita vasi
col nome di Fato 2; mentre presso la generalità del paga-
nesimo, allorché questa Provvidenza riguardava una giu-
sta retribuzione, assegnando a ciascuno ciò che per de-
stino del Fato gli apparteneva, e quando ancora quasi con
geloso animo puniva coloro che s'inorgogliavano, per mag-
gior fortuna eli quella che dal destino gli veniva assegna-
ta; allora questa Provvidenza distributrice con giusta mi-
sura si distingueva col nome di Nemesi.
Posto ciò resulta che questa Nemesi è spesso un simbo-
lo morale di quell' ìntimo sentimento che appelliamo co-
scienza , e pel quale siamo allontanati da tutto ciò che è
biasimevole. Lo stesso nome significando biasimo segre-
to ne manifesta il carattere \ Essa tiene il freno delle no-
stre azioni. Conservare le qualità naturali di una bell'a-
nima e per conseguenza porla sotto la protezione di que-
sta Dea severa, senza la quale la più brillante fortuna di-
viene la più dannosa delle illusioni, come argomenta uno
scrittore moderno , era il fine di tante morali massime dei
Greci, colle quali raccomandavasi una savia temperanza,
ed una prudente moderazione dell' anima .
i Ved. p. 91 , 9*2 , 200.
2 Ved. p. 2 5y seg.
3 Herder , Nemesis , Conservatoire .
1. cit, Tom. -vi, p. 35g, not. 1.