TAVOLA XXX. 33o,
schkio ' potò addure le parole di Eustazio, dalle quali ap-
prendiamo che Pindaro chiama Celecloni quei Geni dedu-
cendolo dall' allettare col canto 2, dove i grammatici pon-
gono insieme allettare e dimagrare 3, cosicché vi si viene
a conoscere come Filostrato abbia nominate nrrm quel-
le che Pindaro disse khàhaonaz, mentre queste Celedoni in-
dicevano in estenuazione coloro che le ascoltavano pel so-
verchio piacere che producevano Col canto , come anche
le Ingi avevano tal proprietà relativamente agli erotici in-
cantesimi nei quali si usavano 4. Ma tutto questo si repu-
ta estraneo al soggetto che trattasi, qualora nella epigra-
fe di questo Vaso leggesi xaWov« e non altrimenti. Difatti
°ve più persiste 1' Huschkio 5 a mostrare con erudizione su-
blime che le Ingi vedevansi appese anche nei soffitti della
reggia Persiana 6, più incalza il Quaranta a sostenere che
là nostra citarista sedente non può assomigliarsi ad altri
oggetti comunque appesi alle soffitte : situazione più con-
veniente agli uccelli 7.
Non saprei peraltro concedere a questo scrittore che
dal non vedersi nel monumento usate le lettere simonidee,
Sgomentar se ne possa esser questo anteriore alla inven-
zione di esse 8, mentre il volgo non si prevalse immedia-
tamente di quella invenzione 9, ma fu per lo contrario an-
1 Comment.,1. cit., p. 12, ap.Qua- 6 Philostrat., Vii. Apollon., L 1,
tanta, p, 32. cap. a5 , p. 34-
* Eustat.( ad Odyss. M, p. 1709. 7 Quaranta, h cit., cap. iv, p. 34,
Hesych., in voce r.rìsl. xaTaftapaivw. *n un-
J Quaranta, 1. cit., cap. iv, p. 3a. 8 W., 1. cit., p. 3i.
Commet. , I. cit., p. i/f., »P> 9 Ved' P' 58 > l56, '76' 296'
Quaranta, p. 32.
schkio ' potò addure le parole di Eustazio, dalle quali ap-
prendiamo che Pindaro chiama Celecloni quei Geni dedu-
cendolo dall' allettare col canto 2, dove i grammatici pon-
gono insieme allettare e dimagrare 3, cosicché vi si viene
a conoscere come Filostrato abbia nominate nrrm quel-
le che Pindaro disse khàhaonaz, mentre queste Celedoni in-
dicevano in estenuazione coloro che le ascoltavano pel so-
verchio piacere che producevano Col canto , come anche
le Ingi avevano tal proprietà relativamente agli erotici in-
cantesimi nei quali si usavano 4. Ma tutto questo si repu-
ta estraneo al soggetto che trattasi, qualora nella epigra-
fe di questo Vaso leggesi xaWov« e non altrimenti. Difatti
°ve più persiste 1' Huschkio 5 a mostrare con erudizione su-
blime che le Ingi vedevansi appese anche nei soffitti della
reggia Persiana 6, più incalza il Quaranta a sostenere che
là nostra citarista sedente non può assomigliarsi ad altri
oggetti comunque appesi alle soffitte : situazione più con-
veniente agli uccelli 7.
Non saprei peraltro concedere a questo scrittore che
dal non vedersi nel monumento usate le lettere simonidee,
Sgomentar se ne possa esser questo anteriore alla inven-
zione di esse 8, mentre il volgo non si prevalse immedia-
tamente di quella invenzione 9, ma fu per lo contrario an-
1 Comment.,1. cit., p. 12, ap.Qua- 6 Philostrat., Vii. Apollon., L 1,
tanta, p, 32. cap. a5 , p. 34-
* Eustat.( ad Odyss. M, p. 1709. 7 Quaranta, h cit., cap. iv, p. 34,
Hesych., in voce r.rìsl. xaTaftapaivw. *n un-
J Quaranta, 1. cit., cap. iv, p. 3a. 8 W., 1. cit., p. 3i.
Commet. , I. cit., p. i/f., »P> 9 Ved' P' 58 > l56, '76' 296'
Quaranta, p. 32.