140 BEI VASI FITTILI
che l'Alcide vinse i nioslri e dio compimento alle sue immortali fati-
die (1).
Difatli noi troviamo questo medesimo soggetto ripetuto, mollo nelle pit-
ture de'vasi. Lo attesti la tavola seguente num. XCVI , tratta dall'opera
dell'llanearville , dove si vede altresì l'apoteosi d'Ercole con pochissima
variazione dell'antecedente. Qui apprendiamo che Iride poleasi rappresentare
anch' senz' ali : licenza che rende oltremodo arduo l'indovinare i soggetti di
queste pitture. Difalli nell' ultima edizione che fu data a Parigi della prima
raccolta hamilloniana di tali pitture , è stata presa quella giovine per una
I'roserpina rapita da Plutone , a sostenere il qual supposto fu detto altresì'
eh' egli tiene lo scctlro del regno sligio. Ma chi scrisse ciò non aveva osser-
vato che non è quella una forma conveniente agli scettri antichi; ed io so-
spetto che il disegnatore arbitrasse Dell'ornare soverchiamente la clava
d'Ercole, riducendola in forma di moderno sccllro dei regi. Dalle scarse
variazioni che osservansi nelle due pitture , certo rilevasi che provengono
entrambe da una scuola medesima, quantunque non copiate l'una dall'altra.
TAVOLA XCVll.
La spiegazione ch'io detti alla pittura della lav. LXX11 serve a spiegare
complelamenle la presente che per altro è più semplice, mentre non v'è
che un Bacco ed un Satiro, senza il Mercurio conduttore dell'anima, rap-
presentala qui in quel salirò sì rabbuffalo e partecipe della nalura brula e
selvaggia che mostra nella coda e orecchie di cavallo, menlre si fa seguace
di Bacco ad oggetto di migliorar condizione di vita, figurando così di pas-
sare alla civiltà dalla vita selvaggia per opera de'misteri, onde vivere lie-
tamente e comodamente nel mondo, e quindi sperare una vita anche migliore
Dell' altra ; di che e' istruisce Cicerone assai chiaramente (2).
Lo stile arcaico di questa pittura, quand' anche sia d'imitazione e non
originalmente antico, mostra che vi si tratta di antiche religiose e inaltera-
bili dottrine, e la trascurala maniera colla quale se ne vede l'esecuzione,
ci fa conoscere che non per ornalo ma piuttosto per atto di opinione reli-
giosa esegiiivansi ed ornavansi tali stoviglie. La pittura pubblicata in prima
(I) Peintures de Vases antiq. appelés etrosq. voi. n, pi. uni, p. 23.
[2] Cic. ad Allic. de legib. I. u, e. xiv.
che l'Alcide vinse i nioslri e dio compimento alle sue immortali fati-
die (1).
Difatli noi troviamo questo medesimo soggetto ripetuto, mollo nelle pit-
ture de'vasi. Lo attesti la tavola seguente num. XCVI , tratta dall'opera
dell'llanearville , dove si vede altresì l'apoteosi d'Ercole con pochissima
variazione dell'antecedente. Qui apprendiamo che Iride poleasi rappresentare
anch' senz' ali : licenza che rende oltremodo arduo l'indovinare i soggetti di
queste pitture. Difalli nell' ultima edizione che fu data a Parigi della prima
raccolta hamilloniana di tali pitture , è stata presa quella giovine per una
I'roserpina rapita da Plutone , a sostenere il qual supposto fu detto altresì'
eh' egli tiene lo scctlro del regno sligio. Ma chi scrisse ciò non aveva osser-
vato che non è quella una forma conveniente agli scettri antichi; ed io so-
spetto che il disegnatore arbitrasse Dell'ornare soverchiamente la clava
d'Ercole, riducendola in forma di moderno sccllro dei regi. Dalle scarse
variazioni che osservansi nelle due pitture , certo rilevasi che provengono
entrambe da una scuola medesima, quantunque non copiate l'una dall'altra.
TAVOLA XCVll.
La spiegazione ch'io detti alla pittura della lav. LXX11 serve a spiegare
complelamenle la presente che per altro è più semplice, mentre non v'è
che un Bacco ed un Satiro, senza il Mercurio conduttore dell'anima, rap-
presentala qui in quel salirò sì rabbuffalo e partecipe della nalura brula e
selvaggia che mostra nella coda e orecchie di cavallo, menlre si fa seguace
di Bacco ad oggetto di migliorar condizione di vita, figurando così di pas-
sare alla civiltà dalla vita selvaggia per opera de'misteri, onde vivere lie-
tamente e comodamente nel mondo, e quindi sperare una vita anche migliore
Dell' altra ; di che e' istruisce Cicerone assai chiaramente (2).
Lo stile arcaico di questa pittura, quand' anche sia d'imitazione e non
originalmente antico, mostra che vi si tratta di antiche religiose e inaltera-
bili dottrine, e la trascurala maniera colla quale se ne vede l'esecuzione,
ci fa conoscere che non per ornalo ma piuttosto per atto di opinione reli-
giosa esegiiivansi ed ornavansi tali stoviglie. La pittura pubblicata in prima
(I) Peintures de Vases antiq. appelés etrosq. voi. n, pi. uni, p. 23.
[2] Cic. ad Allic. de legib. I. u, e. xiv.