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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 2) — Florenz, 1853

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https://doi.org/10.11588/diglit.860#0124
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124

DEI VASI FITTILI

terpetre di questa pittura vede altresì al di lui cospetto Arianna singolare pel
corno d'abbondanza che tiene in mano. Tè Iride riconoscibile alla sua veste
coperta d'occhi, in atto di portar F ambrosia, alimento dei numi, eh' Ebe pur
presenta al nuovo Dio assiso al di sopra dell' altare a lui dedicato. Sileno suo
duce tiene in mano la lira, mentre un fauno pettinato da donna, viene ad
offrirgli del vino. I quori son per l'interpetre simboli bacchici, e vedonsi
sparsi probabilmente per indicare l'universalità del culto di questo nuovo
nume celeste (4). Non faccia poi meraviglia, se Bacco ha secoj' armonica lira,
sebbene esser non soglia di lui conosciuto attributo; ma pure è certo che a
lui erompetesi a tenore delle mitologie degli antichi, poiché si vede in altro
grandissimo vaso greco italico un' ugual figura dipinta con cetra in mano, che
indubitatamente è Bacco per l'epigrafe AioNYsOz a lui soprapposta e intanto
ha presso di se un giovanetto Fauno, che gli porge da bere, e sebbene que-
st' esempio non sia peranche di pubblico diritto pei rami, pure si può vedere
presso il sig. cav. Lamberti a Napoli.

TAVOLE CXCVII, CXCV1II, GXCIX, e CC.

Unisco in un sol gruppo le quattro Tavole seguenti, a spiegarne il signi-
ficato, perchè le giudico d'un medesimo genere spettante ai misteri di Bacco.
Lo scrittore che il primo le illustrò colle sue spiegazioni, lungi dal divergere
dà questa mia supposizione, la corrobora collo sviluppare inclusive le parti-
colarità di ciascuna di esse rappresentanze: non so peraltro con quanta verità,
ma certamente con molto ingegno e dottrina. Vede nella prima di queste
quattro Tavole una delle sacerdotesse destinate ai riti sacri a Bacco, e più
precisamente una delle figlie di Semaco investita di tal sacerdozio in premio
d'aver tenuto Bacco in ospizio in sua casa, e nei due giovani l'istituzione
della festa scira, ove gl'iniziandi ai misteri della grande Dea Cerere dovean
gareggiar fra loro alla corsa dal tempio di Bacco a quel di Minerva scirade;
e qui vede l'interpetre il principio di tale iniziazione guidata dalla sacerdo-
tessa eh' è fra que' giovani. Ma non reca testimonianza veruna che sostenga la
propria gratuita benché ingegnosa opinione.

(4) D'Hancarville, Antiquitées etr., grecques, et rom. etc. Tom. il, pi.

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