PRIMO.
14
T> ton.
H*l. I. 2.
Ti. e. 41.
Ann. 1.4.
H’jl. I. 2.
Ep. 1.
cinque miglia lontana da Roma disse Dio-
nigi ; ma per non esServi slati fatti i fonda-
menti continuati, e per non esser la com-
mettitura de i legni (lata incatenata Scura-
mente, nel celebrarvi lo Spettacolo precipi-
tò tutto a un tratto dal pelo de gli Spetta-
tori, con morte di Sopra ventimila perSone
dice Svetonio,e di cinquanta mila tra mor-
ti, e feriti, dice Tacito. Fuor delle mura
di Piacenza altro ne Su eretto belliffimo, e
più capace dì qualunque altro d'Italia per det-
to dell’ islelTo Storico: più altri adunque ve
n’ erano : eh’ essò ancora Sosie di legno, si
raccoglie, perchè nel tumultuario addito,
qual per la guerra civile di Vitellio, e d*
Ottone fu dato a quella Città, accesosì per
le faci e fuochi Scagliati di parte, e d’altra,
avvampò, e s’incenerì. Fu sospettato, gli
venisse in quell’ occasione malignamente po-
llo il Succo per invidia, che le vicine Colo-
nie n’ aveano.
CAPO Q~ U ARTO
Ansiteatro di Tito. Chiamato Ccdofsèo non per Co/ojso di TLerone.
MA finalmente intraprese Vespasianoil
portento delle fàbriche nell’ Anfitea-
tro di tutta pietra, che genera ancor mara-
viglia con quel pezzo della corteccia, che
ne susfiste . Fu quello il più Superbo, e il
meglio inteSo edilìzio del Mondo , e non
Suor di ragione dille Marziale, dovergli ce-
dere anche le Piramidi, e i MauSoìei, e
dover la fama parlar di elTo Solo per tutti
gli altri. Aderì Calsiodorio, che con tale^ z
spesa si. sarebbe potuto fabrica.re una Città «i. Jìvi-
capitale. Nel bel mezo di Roma Vespasia-
no il volle, dove Sapeva aver dellinato di ne cogitavi^
farlo Augnilo. Sotto di lui però nè fu con-
dotto a fine, nè forsè molto, avanti. Perfè- TóputTbi-
zionato Sotto Vespasiano converrà crederlo, um p»t«>s~
te vorremo aver fede alle Medaglie , che-^’
vanno in giro di quell’ Imperadore con 1’
An-
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T> ton.
H*l. I. 2.
Ti. e. 41.
Ann. 1.4.
H’jl. I. 2.
Ep. 1.
cinque miglia lontana da Roma disse Dio-
nigi ; ma per non esServi slati fatti i fonda-
menti continuati, e per non esser la com-
mettitura de i legni (lata incatenata Scura-
mente, nel celebrarvi lo Spettacolo precipi-
tò tutto a un tratto dal pelo de gli Spetta-
tori, con morte di Sopra ventimila perSone
dice Svetonio,e di cinquanta mila tra mor-
ti, e feriti, dice Tacito. Fuor delle mura
di Piacenza altro ne Su eretto belliffimo, e
più capace dì qualunque altro d'Italia per det-
to dell’ islelTo Storico: più altri adunque ve
n’ erano : eh’ essò ancora Sosie di legno, si
raccoglie, perchè nel tumultuario addito,
qual per la guerra civile di Vitellio, e d*
Ottone fu dato a quella Città, accesosì per
le faci e fuochi Scagliati di parte, e d’altra,
avvampò, e s’incenerì. Fu sospettato, gli
venisse in quell’ occasione malignamente po-
llo il Succo per invidia, che le vicine Colo-
nie n’ aveano.
CAPO Q~ U ARTO
Ansiteatro di Tito. Chiamato Ccdofsèo non per Co/ojso di TLerone.
MA finalmente intraprese Vespasianoil
portento delle fàbriche nell’ Anfitea-
tro di tutta pietra, che genera ancor mara-
viglia con quel pezzo della corteccia, che
ne susfiste . Fu quello il più Superbo, e il
meglio inteSo edilìzio del Mondo , e non
Suor di ragione dille Marziale, dovergli ce-
dere anche le Piramidi, e i MauSoìei, e
dover la fama parlar di elTo Solo per tutti
gli altri. Aderì Calsiodorio, che con tale^ z
spesa si. sarebbe potuto fabrica.re una Città «i. Jìvi-
capitale. Nel bel mezo di Roma Vespasia-
no il volle, dove Sapeva aver dellinato di ne cogitavi^
farlo Augnilo. Sotto di lui però nè fu con-
dotto a fine, nè forsè molto, avanti. Perfè- TóputTbi-
zionato Sotto Vespasiano converrà crederlo, um p»t«>s~
te vorremo aver fede alle Medaglie , che-^’
vanno in giro di quell’ Imperadore con 1’
An-