DE GLI ANFITEATRI 28
Roma ragionevolmente dubita il Padre Donati,
l- 3. non aitro foise che una fonte in forma di Tea-
tro. Finalmente computò Filandroper Anfi-
teatro l’edificato da Traiano nel Campo mar-
zo, e ben tosto dal successore Adriano di-
strutto, di che fa memoria Sparziano. An-
Montf. che 1’ ultimo raccoglitore d’ Antichità ha
computato tra gli Anfiteatri di Roma quel
di Traiano.: il qual veramente potea con
qualche ragione sospettarsi, che fosse tale,
IH,. perchè chiamollo Pausania Teatro grande ,
circolare d'ogniparte. Nonpertanto di Tea-
zxóreX tro dee pure intenderli, benché non del-
ja pj^ comune Struttura . Non si erano
' in quel tempo cominciati ancora a con-
fondere questi nomi, onde perchè chia-
merebbesi Teatro , non /blamente da Pau-
sania, ma da Sparziano ancora , il qua-
le col suo nome mentova pur quando
occorre 1’ Anfiteatro nell’istessà vita? Ma
di quello daremo in altro luogo pruova più
certa, e mostreremo, qual sorte di Teatro
quel di Traiano folle. Non di tutti questi
adunque, che Anfiteatri non furon mai,
ma nel presente proposito è da ragionar so-
llmente di quel di Statilio Tauro,. e del
Castrense, atteso che da Vittore sono an-
noverati, e da Rufo nella descrizione, che
ci hanno lasciata delle quattordici Regioni
di Roma , onde di tre Anfiteatri fanno
menzione.
Ma quel di Tauro abbiam già veduto ,
come in poca considerazione, e di pochiHi-
mo uso fu anche nel suo primo tempo, e
come siotto Nerone si abbruciò. Gli avan-
zi di elso, e il nome ad essi rimalo ne a-
vranno fatta far menzione a Vittore, non
dovendoli già credere, che gli edifizj, e le
cose da lui nominate follerò a suo tempo
ancora tutte in edere, e in uso. Del Ca-
strensé forza è credere, che aliai minor co-
sa foise, non trovandosene altrove menzio-
ne alcuna. Imperadori furono, che per gra-
tificare i soldati Pretoriani diedero tal vol-
li;*. z 54. ta giuochi Gladiatori! nel loro Alloggiamen-
s’v auro:? al che fece esempio Augnilo: vi sarà
però fiata eretta una spezie d’ Anfiteatro;
forsè da Tiberio, che a giuochi Castrensi
. j». Tì. 24. intervenne, e vi saettò egli stessò un Cigna-
-4*« 47Ì Ie’ ma com’egli per altro fu nimico degli
in'ciauoi. spettacoli, così è più fàcile, che da Clau-
dio, il quale pugna gladiatoria negli Allog-
rium in giumenti Pretoriani fece fare ogn’ anno ;
sassrìs eie. ma Come facenda di poca con Siderazione ,
non meritò tal fabrica, d’ elsere mentova-
ta da Storico, nè da Scrittore alcuno .
Credesi in oggi elsier relìduo di tale An-
fiteatro quel recinto non di pietra ma la-
terizio, che si vede compreso nelle mu-
ra presso il Monafiero di S. Croce in Ge-
rusalemme . Strada a questa cognizione ,
correggendo 1’ errore di molt’ altri, fece il
Panvinio nella sua Carta di Roma, polla
poi col trattato de’ Circensi. Da quanto so-
pravanza si può arguire, che l’interno sof-
se di legno, e dall’eisere fin da tempi d’
Aureliano slato incluso nelle mura, e fatto
servir come di bastione, si può conoscere
quanto d’antico ne ceisassè l’uso. Non così
può additarli dove folsequel di Tauro, poi-
ché sicuro vestigio non ne rimane, e poco
aiuto in ciò ci predano gli antichi Autori.
Il Panvinio attribuì ad elso le muraglie ,
ch’ora sostentano il giardino Spada nel mon-
te Palatino , ma quelle indicano Teatro ,
non Anfiteatro. Io crederei però, che quel
di Tauro non aveise molto lunga vita ,
e non lafcierò di proporre il sospetto na-
tomi da un’ Epistola di Caisiodorio , che
a tempi di Teodorico fosse già atterrato, e Va?. 1. 4.
il luogo di esso reso privato. Ordinò queH1-
Re di restituire a due nobili pupilli T arretri
Circi, atque locum Ampbiteatri, che il pa-
dre loro avea polseduto, e che altri avea
lor tolto. Quello palso intende!! da me d4
Ansiteatro diroccato , il luogo del quale
folse però divenuto privato; e così di torre
' eretta forsè nel sito d’alcun Circo parimen-
te disfatto. L’ Autore del Diario Italico
intese quelle parole d’un luogo distinto per^* s’c
vedere i Giuochi nell’Anfiteatro, e d’ una
torre nel Circo, adeguata a quella fami-
glia Senatoria per rimirar da ella gli spet-
tacoli , il che dice era onor grande. Ma in
tanta quantità d’Autori Latini, e Greci,
che parlano del Circo, niuno mai ha fatto
menzione di torri , che in elso foisero , e
se vi foisero Hate, il rimirar da e!se sareb-
be fiato dell’ultima gente , perchè i luo-
ghi Senatorii erano à più bassi, e più vi-
cini al campo. Le logge , o palchetti
(com’or si direbbe) del Circo surono ben-
sì detti speftacida, efori, ma non mai tur-
resi quelli de’ Consoli, e de’primi Magi-^ 4$.
firati gli chiama Livio foro? publicos. L’ime.
Imperador Claudio assègnò a’ Senatori
in comune il luogo di seder nel Circo ,
non per famiglie, e il suo ordinamento fu ser-
valo ne’ sussèguenti tempi, come insegna
Dione . Così nell’ Anfiteatro non potea &>.
generalmente parlando alle persone in par-
ticolare essèr usurpato il sito, perchè all’
ordine Senatorio era assegnato il Podio tut-
to intorno, e così a gli Equiti ’ lor gradi-
ni. I luoghi però erano di chi gli occu-
pava, pur che fosse di quell’Ordine: quin-
di è, che il Cavalier Romano sopramen-
tovato , cui fece Augnilo intendere, che
quand’ei volea desinare se n’andava a ca- shiintil.
sa , rispose ; tu puoi sarlo , perchè non bai l-6-e- 3-
paura
Roma ragionevolmente dubita il Padre Donati,
l- 3. non aitro foise che una fonte in forma di Tea-
tro. Finalmente computò Filandroper Anfi-
teatro l’edificato da Traiano nel Campo mar-
zo, e ben tosto dal successore Adriano di-
strutto, di che fa memoria Sparziano. An-
Montf. che 1’ ultimo raccoglitore d’ Antichità ha
computato tra gli Anfiteatri di Roma quel
di Traiano.: il qual veramente potea con
qualche ragione sospettarsi, che fosse tale,
IH,. perchè chiamollo Pausania Teatro grande ,
circolare d'ogniparte. Nonpertanto di Tea-
zxóreX tro dee pure intenderli, benché non del-
ja pj^ comune Struttura . Non si erano
' in quel tempo cominciati ancora a con-
fondere questi nomi, onde perchè chia-
merebbesi Teatro , non /blamente da Pau-
sania, ma da Sparziano ancora , il qua-
le col suo nome mentova pur quando
occorre 1’ Anfiteatro nell’istessà vita? Ma
di quello daremo in altro luogo pruova più
certa, e mostreremo, qual sorte di Teatro
quel di Traiano folle. Non di tutti questi
adunque, che Anfiteatri non furon mai,
ma nel presente proposito è da ragionar so-
llmente di quel di Statilio Tauro,. e del
Castrense, atteso che da Vittore sono an-
noverati, e da Rufo nella descrizione, che
ci hanno lasciata delle quattordici Regioni
di Roma , onde di tre Anfiteatri fanno
menzione.
Ma quel di Tauro abbiam già veduto ,
come in poca considerazione, e di pochiHi-
mo uso fu anche nel suo primo tempo, e
come siotto Nerone si abbruciò. Gli avan-
zi di elso, e il nome ad essi rimalo ne a-
vranno fatta far menzione a Vittore, non
dovendoli già credere, che gli edifizj, e le
cose da lui nominate follerò a suo tempo
ancora tutte in edere, e in uso. Del Ca-
strensé forza è credere, che aliai minor co-
sa foise, non trovandosene altrove menzio-
ne alcuna. Imperadori furono, che per gra-
tificare i soldati Pretoriani diedero tal vol-
li;*. z 54. ta giuochi Gladiatori! nel loro Alloggiamen-
s’v auro:? al che fece esempio Augnilo: vi sarà
però fiata eretta una spezie d’ Anfiteatro;
forsè da Tiberio, che a giuochi Castrensi
. j». Tì. 24. intervenne, e vi saettò egli stessò un Cigna-
-4*« 47Ì Ie’ ma com’egli per altro fu nimico degli
in'ciauoi. spettacoli, così è più fàcile, che da Clau-
dio, il quale pugna gladiatoria negli Allog-
rium in giumenti Pretoriani fece fare ogn’ anno ;
sassrìs eie. ma Come facenda di poca con Siderazione ,
non meritò tal fabrica, d’ elsere mentova-
ta da Storico, nè da Scrittore alcuno .
Credesi in oggi elsier relìduo di tale An-
fiteatro quel recinto non di pietra ma la-
terizio, che si vede compreso nelle mu-
ra presso il Monafiero di S. Croce in Ge-
rusalemme . Strada a questa cognizione ,
correggendo 1’ errore di molt’ altri, fece il
Panvinio nella sua Carta di Roma, polla
poi col trattato de’ Circensi. Da quanto so-
pravanza si può arguire, che l’interno sof-
se di legno, e dall’eisere fin da tempi d’
Aureliano slato incluso nelle mura, e fatto
servir come di bastione, si può conoscere
quanto d’antico ne ceisassè l’uso. Non così
può additarli dove folsequel di Tauro, poi-
ché sicuro vestigio non ne rimane, e poco
aiuto in ciò ci predano gli antichi Autori.
Il Panvinio attribuì ad elso le muraglie ,
ch’ora sostentano il giardino Spada nel mon-
te Palatino , ma quelle indicano Teatro ,
non Anfiteatro. Io crederei però, che quel
di Tauro non aveise molto lunga vita ,
e non lafcierò di proporre il sospetto na-
tomi da un’ Epistola di Caisiodorio , che
a tempi di Teodorico fosse già atterrato, e Va?. 1. 4.
il luogo di esso reso privato. Ordinò queH1-
Re di restituire a due nobili pupilli T arretri
Circi, atque locum Ampbiteatri, che il pa-
dre loro avea polseduto, e che altri avea
lor tolto. Quello palso intende!! da me d4
Ansiteatro diroccato , il luogo del quale
folse però divenuto privato; e così di torre
' eretta forsè nel sito d’alcun Circo parimen-
te disfatto. L’ Autore del Diario Italico
intese quelle parole d’un luogo distinto per^* s’c
vedere i Giuochi nell’Anfiteatro, e d’ una
torre nel Circo, adeguata a quella fami-
glia Senatoria per rimirar da ella gli spet-
tacoli , il che dice era onor grande. Ma in
tanta quantità d’Autori Latini, e Greci,
che parlano del Circo, niuno mai ha fatto
menzione di torri , che in elso foisero , e
se vi foisero Hate, il rimirar da e!se sareb-
be fiato dell’ultima gente , perchè i luo-
ghi Senatorii erano à più bassi, e più vi-
cini al campo. Le logge , o palchetti
(com’or si direbbe) del Circo surono ben-
sì detti speftacida, efori, ma non mai tur-
resi quelli de’ Consoli, e de’primi Magi-^ 4$.
firati gli chiama Livio foro? publicos. L’ime.
Imperador Claudio assègnò a’ Senatori
in comune il luogo di seder nel Circo ,
non per famiglie, e il suo ordinamento fu ser-
valo ne’ sussèguenti tempi, come insegna
Dione . Così nell’ Anfiteatro non potea &>.
generalmente parlando alle persone in par-
ticolare essèr usurpato il sito, perchè all’
ordine Senatorio era assegnato il Podio tut-
to intorno, e così a gli Equiti ’ lor gradi-
ni. I luoghi però erano di chi gli occu-
pava, pur che fosse di quell’Ordine: quin-
di è, che il Cavalier Romano sopramen-
tovato , cui fece Augnilo intendere, che
quand’ei volea desinare se n’andava a ca- shiintil.
sa , rispose ; tu puoi sarlo , perchè non bai l-6-e- 3-
paura