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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0070
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127

DE GLI /ANFITEATRI

128.

mente, pollo eh’ ei fotte qual da noi qui
si rappresènta: anzi quel luogo mirabilmen-
te conferma, come la sirada, per cui en-
trava ITmperadore a vedere i Giuochi, era
una delle diametrali per largo, ed era per
l’appunto qual veggiam le nostre in Vero-
na, e non punto limile alle due maggiori
per lungo. Racconta quell’Istorico, come
il giovane mandato per uccider Commodo,
seelse per tal fatto il sito d’ingresso nell’
/•5. 1, Anfiteatro , sperando di poter quivi stare
acuito per effer luogo ofcuro, Se quella via a-
vede avuto nel suo termine una porta nella
Piazza * non ^are^^e hata oseura, ma mol-
to lucida, come vediamo ©siere le due per
lungo, contribuendovi anche l’ampiezza,
e l’altre circoslanze. Non tanto oseuro sa-
rebbe anche slato ogn’altro ingresso, poi-
ché quel solo nello sboccare al terzo porti-
co trova una muraglia cieca di fronte, come
nella nostra pianta al numero 19 si può co-
noseere; dovendo chi per ©sio entrava, pie-
gare alquanto a dritta o a sinistra, per is-
boccare dall’un de’due Vomitorj. Ecco
però con quanto piacere quel che veggiamo
ancora nell’ Arena nostra, ci fa intendere
ciò che nell’ Istoria si legge , e come ciò
che nell’Istoria si legge , vien comprovato
mirabilmente da quello che nell’Arena pos-
siam tuttora osièrvare.
CAPO SETTIMO,
Come vennero nella Piazza le
Fiere” Podio intorno.
LA piazza era tutta libera. Giulio Li-
psio trattò dp gh Dei, a’quali era sia-
cre 1’ Anfiteatro , pensò , che un’ ara di
Giove stessè nel Campo, e la polè in me-
zo ad esiò nel sino diléguo. Ala 1’ Anfitea-
tro non era veramente consiacrato a Deità
veruna, non essondo un Tempio; bensì a
gli Dii si consiacravano i Giuochi, che si
andavan facendo: tanto insegnò Sisinnio
Capitone ne’libri, ove trattava de gli spet-
l. 6.c. 10. tacoli, citati da Lattanzio. Propriamente
parlò adunque Tertulliano, quando disiè
Marte, e Diana di tali Giuochi esièr Pre-
sidi; e figuratamente, quando disiè ad as-
si- pri Numi consecrarsi l’Ansiteatro. Ara pe-
rò sarà forsè fiata in esiò, ma non nel me-
zo, e dove potess’ esser d’ impedimento,
anzi nè pur Ussa, ma portata secondo oc-
correnza ove si richiedeva. Il piano di que-
lla piazza, che ora si ragguaglia col più
ballo grado, il corpo del quale reità siepol-
to , era anticamente più fondo quali tre
piedi e mezo, Ho imparato il sito deh’ an-

tico piano con Acutezza dall’1 altezza de’
condotti, che sotterra si conservano, e de’
quali si parlerà a suo luogo. Refiava piedi
1. once 4. più basso, del portico interiore,
da cui fi saliva al Podio. L’altezza del gras-
so muro, che qingea il Campo, veniva ap-
punto a ragguagliarli col penultimo grado,
che si vede in oggi ; talché il suolo restava
.più badò del pavimento del Podio piedi
quattro e mezo...
Curiosità nasee a ciascheduno, che con-
templa l’Anfiteatro, di sapere come fòsser
condotte le bestie nel campo. Si è comu-
nemente accettata bopinion di Lipsio , eh©
tenendoli esse in cave sotterranee, adiacen-
ti al Campo stesso d’intorno, si facesièra
venire a villa del popolo, per quelle' porte,
quali vie^'ereduto fossero nel muro , che
sostentava il Podio. Perciò, detto Autore,
seguito dagli altri tutti, otto o dieci per
parte ne pose sotte al Podio nel suo dise-
gno., per unica ragione assègnandone , il
vederli quelle porte nell’Anfiteatro Vero-
nese. Ma 1- Anfiteatro Veronelè è appunta
1’ unico, in cui scavando siali veduto eoa
sicurezza, come tali porte non. ci erano,
nè qi potea.n’ essere. Quello errore di Lip’
sio, del Desgodetz, del Perrault, del Fon-
tana, e de gli altri balta a turbare tutta JP
economia dell’Anfiteatro; perchè dicendoa
che i più bassi sbocchi mettano nella piaz-
za, si viene-a far perdere un ordine di Ve-
mitorj, ed a. ridurgli in tre mani, quando,
eran quattro , e tre sole mani ne mostra
però erroneamente anche il Desgodetz non
meno degli.altri, nel Cpliseo di Roma. Si,
viene in oltre con ciò. a serrare gli aditi al
più nobil luogo , cioè al. Podio x eh’ altri
ingrelsi non avea, e pel quale, come anco?
ra, per gli più bassi gradi, eran detonati i
Vomitorj. dell’ ordin primo. Dicendo poi,
e facendo comparir ne’ disegni,, che quelli,
fori riuseissero lotto il Podio, e mettessero
le Fiere nel Campo, e che ad elsi corni-
pondelsero le prigioni delle Fiere, ben mo-
strasi di non aver’ osservato Anfiteatri nello,
fiato in che fi trova il nostro, nè fatta bqP
dante considerazione sòpra quello fatto ;
poiché il profondo muro è grasso quindici
piedi ; dietro il muro, e corrispondente nel
piano alla sommitàdi esiò, è il corridor cit>
colare, nel quale è incavato tutto attorno
un condotto coperto, di che si parlerà a
suo tempo . Nella cinta che succede son
bensì alcune stanze, quali mostrano essère
siate prigioni ; ma fuorché quattro, con
la porta nel corridor di là, e non verso il
campo, e così piccola, che sòl per uomini
potea servire. Dove dunque potea mai tra»
varsi luogo per incavernare centinaia di
Leoni,
 
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