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LIBRO SECONDO.
142.
fedilì degli spettdtorr, e che da quella Preclu-
sione di nuovo insra le mede fimo fi dirigano le
gradazioni feconde. Veggo poi come le Me-
daglie ci inoltrano due delle superiori lea-
le , quali {piccandoli dalla sommità de i
gradi prendono in mezo un Vomitorio, e
vengono solto quali a congiungerli, cunean-
do lo spazso fra l’una e l’altra. Si ricono-
see però in esse, come 1’ altra diramazione
convien discendelse allargandoli, all’ istelso
modo che la prima ristringendosi : l’istelso
è da dire dell’altre due inferiori. Bench’ io
non abbia in costume, di far mettere in di-
segno ciò che non veggo, la certezza de gl’
indizj accoppiata con quella de i vestigj, ed
anche alquanto di compiacenza , provata
nel parermi d’ aver Acutamente rinvenuto,
come tal faccenda li stesse, mi fa por sotto
gli occhi nella nona Tavola i Cunei, dalle
scale formati, e dalle Prenozioni, perchè
n’apparisca ancora, quanto graziosamente
si venissero in quello modo a compartire i
gradi dalla cima al fondo; oltre all’uso ci-
vile, che aveano quelle distinzioni, di che
parleremo altrove. Non in altro modo cer-
tamente potrebbe dividerli in triangoli Io
Ipazio tutto, facendone però in tal manie-
ra le Precinzioni riuseire alcuni con la base
sotto, ed altri con la base sopra. Che Io F!<>r;J.
spazio fosse compartito in Cunei tutto, ap-
pare, perchè feuneati chiama Apuleio colo- quarutnur-
rà che non avendo ne’ marmorei gradi tro-
vato luogo, si rimanean nelle vie: e quan-
do Nerone pose soldati nell’ Anfiteatro, af-
finchè ogni parte di elso strepitassè d’applau-
si, si raccoglie da Tacito, come furon per
tutti i Cunei distribuiti. In quella Tavola
oltre alle scale, e cunei, che son nel me-
zo, si rappresentano anche gl’interni corri-
dori , de’quali si tratterà a suo luogo.
CAPO NONO.
Spiegatine della maggior Cinta
al pian terreno .
NEI non leggero assunto di far compren-
dere senza modello dinanzi a gli oc-
chi l’intero d’ un tanto edilizio, Ipero deb-
ba sopra ogni cola giovarmi l'ordine. Ho
fatto principio da ciò, che si prelenta pri-
ma, partitamente trattando del Prospetto.
Premessà poi la generale inspezion della
pianta , ho condotto il Lettore verso la
piazza, e gli ho dato contezza di tutte le
vie, e porte, che in elsa conducono. Quin-
ci ho esaminato tutto ciò, che dalla piazza
si vede. Sbrigato ora dall’ alzato citeriore
e dall’interiore, resta quanto fra l’uno, e
1’ alti» si contiene, vale a. dire, la parte
co-
LIBRO SECONDO.
142.
fedilì degli spettdtorr, e che da quella Preclu-
sione di nuovo insra le mede fimo fi dirigano le
gradazioni feconde. Veggo poi come le Me-
daglie ci inoltrano due delle superiori lea-
le , quali {piccandoli dalla sommità de i
gradi prendono in mezo un Vomitorio, e
vengono solto quali a congiungerli, cunean-
do lo spazso fra l’una e l’altra. Si ricono-
see però in esse, come 1’ altra diramazione
convien discendelse allargandoli, all’ istelso
modo che la prima ristringendosi : l’istelso
è da dire dell’altre due inferiori. Bench’ io
non abbia in costume, di far mettere in di-
segno ciò che non veggo, la certezza de gl’
indizj accoppiata con quella de i vestigj, ed
anche alquanto di compiacenza , provata
nel parermi d’ aver Acutamente rinvenuto,
come tal faccenda li stesse, mi fa por sotto
gli occhi nella nona Tavola i Cunei, dalle
scale formati, e dalle Prenozioni, perchè
n’apparisca ancora, quanto graziosamente
si venissero in quello modo a compartire i
gradi dalla cima al fondo; oltre all’uso ci-
vile, che aveano quelle distinzioni, di che
parleremo altrove. Non in altro modo cer-
tamente potrebbe dividerli in triangoli Io
Ipazio tutto, facendone però in tal manie-
ra le Precinzioni riuseire alcuni con la base
sotto, ed altri con la base sopra. Che Io F!<>r;J.
spazio fosse compartito in Cunei tutto, ap-
pare, perchè feuneati chiama Apuleio colo- quarutnur-
rà che non avendo ne’ marmorei gradi tro-
vato luogo, si rimanean nelle vie: e quan-
do Nerone pose soldati nell’ Anfiteatro, af-
finchè ogni parte di elso strepitassè d’applau-
si, si raccoglie da Tacito, come furon per
tutti i Cunei distribuiti. In quella Tavola
oltre alle scale, e cunei, che son nel me-
zo, si rappresentano anche gl’interni corri-
dori , de’quali si tratterà a suo luogo.
CAPO NONO.
Spiegatine della maggior Cinta
al pian terreno .
NEI non leggero assunto di far compren-
dere senza modello dinanzi a gli oc-
chi l’intero d’ un tanto edilizio, Ipero deb-
ba sopra ogni cola giovarmi l'ordine. Ho
fatto principio da ciò, che si prelenta pri-
ma, partitamente trattando del Prospetto.
Premessà poi la generale inspezion della
pianta , ho condotto il Lettore verso la
piazza, e gli ho dato contezza di tutte le
vie, e porte, che in elsa conducono. Quin-
ci ho esaminato tutto ciò, che dalla piazza
si vede. Sbrigato ora dall’ alzato citeriore
e dall’interiore, resta quanto fra l’uno, e
1’ alti» si contiene, vale a. dire, la parte
co-