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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 7.1851

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Vulpes, Benedetto: Illustrazione degli strumenti chirurgici di ferro trovati in Ercolano e in Pompei: letta dal cav. Benedetto Vulpes nella tornata de' 19 gennaio 1847
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.10822#0180

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l66 V U L V E s

co' farmaci nè col ferro tagliente: òrfocra (pappava ovz ir,rai
( ci avea lasciato scritto Ippocrate, o altri che sia ) cilnpo?
t$rar òffa, crilnpog ovx inrou, <xvp intai. Quae medicamento,
non sanant, ea ferrum sanai. Quae ferrum non sanai, ea
ignis sanai J). Ma di quali mezzi gli antichi si servivano
per applicare il fuoco ? Essi conoscevano i cauterii poten-
ziali ed attuali, e preferivano questi a quelli. Albucasi nel
libro primo capitolo primo chiaramente lasciò scritto :
Actuale potentiali multis spatìis praevalere, E Tommaso
Fieno, il quale riporta questo passo del Medico Arabo ,
soggiunge : Sic quoque in ictibus venenatis, putredine,
omnibusque ajfectibus ubi veneni aliqua suspicio est,
melius semper est actuali uii : nam potentialia venenosa
vi id saepissime irritant, fovent, et saltem minus igne
purissimo oppugnant 2). Per 1' applicazione del fuoco attuale
gli antichi più frequentemente si servivano di un corpo ro-
vente. Cornelio Celso ne' suoi Libri di Medicina più volte
nomina il ferramentum candens. E il famigeratissimo Paolo
Egineta parlando del modo di frenare le emorragie definisce
la forma di questi strumenti infocati dicendo : <ro;s [/.yvouhcrt
xavrnpiois x?^iOV- •. instrumenlis lunatis candentibus uten-
dum 3). La forma di uno degli strumenti di ferro, che tro-
vasi nel R. Museo Borbonico e che sembra esser quello desti-
nato dagli antichi per applicare il fuoco, consiste in una
lamina rettangolare, cui è annesso un segmento di perimetro

1) Sect. VII. Aplior. 88 , sive ulti- cap. t pag. 5g a t.° Lovanii i5g8.
mus qui inter spurios adnumeratur. 3) Lib. VI cap. 42.

2) Thomae Fieni de Cauteriis lib. II
 
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