Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia (7.1851)

OSSERVAZ. INTORNO AD UNA ISCRIZ. OSCA. 5?

del moderno dialetto con gli esempii rimastici dell' an-
tico , di più la simpatia pei mezzi suoni, o dittonghi
che ha la lingua Osca, a colpo sicuro nel Sereuci io rav-
viso il Silici, che tuttavia in bocca della plebe si trasfor-
ma in Sercio. I Romani pronunziavano egualmente Pali-
lia, e Parilia , Latialis, e Latiaris. Quanto al dittongo
33 , oltre al potervi essere qui il □ come dopo 1' V del
Nuvlanus, del Nuvhrinum, del Tuvticus, ho detto più.
sopra che neh" antica lingua del Lazio, e neh" osco veg-
gonsi frequentissimi in uso i suoni composti, invece dei
semplici. Ho letto in Pompei su di una parete Cràudelif
altrove Aleixscinder; altrove Ampitheiatrum. Stabilita l'ana-
logia del Sereuci col Silici, e trovatolo far parte di più
lungo vocabolo, naturai cosa è inferirne, che abbiasi in
esso il senso verbale del Selciare, che i latini dicevano
Silici stemere, e che supposto nel HaflNVWIfl 0 s'S'os, o 8/fAty,
donde ai latini derivò aedes e domus, si abbia da tra-
durre tutto insieme Silici slemeiidas equivalente al Se-
reucidimadenas ( == a Sereucidiniadnas cf. Perkedn -
Perkenn ).

*na*nvv. quì

come in HN^VV^JS, in H3QTVV8 rad-
doppiasi la V. Ripetesi poscia che tal lavoro si è fatto ius-
su, conchiudendo col facile Aediles próbaverunt.

Se la storia municipale degli ultimi tempi della re-
pubblica non fosse oscurissima, troveremmo forse quindi
qualche argomento per determinar 1' epoca della nostra
lapida. Il più che si può dire è, che non par probabile,
che sia posteriore alla colonia dedotta da Siila, la quale
sarebbesi al certo occupata della rifazione delle strade in-