MITO DI TALO 55
detto , clicea Talo formato da Vulcano in grazia di Mi-
nosse, perchè ne facesse un custode (<Pi5Xag) di Creta 1).
È probabile , benché dirsi non si possa con certezza, che
in ciò Sofocle era pure d'accordo con Simonide: e certo
è poi che nella tradizione della fislula fatale, che Talo
ebbe presso il calcagno , Apollonio segue Sofocle. Se nella
tragedia di Sofocle si accennasse all'avventura, per cui
Talo perdè la vita nella occasione del ritorno degli Ar-
gonauti , ci rimane ignoto. Ma anche qui crediamo che
Sofocle , e forse anche Simonide , non abbiano taciuta
una tale avventura, il che , come agevolmente s'inten-
de, nella favola del tragico altrimenti avvenir non potea,
eiie per allusioni, e divinazione di un futuro avvenimento.
Certo è almeno, che non dee credersi inventata da Apollo-
nio per la prima volla la narrazione delle avventure di
Talo cogli Argonauti , poiché ad esse si accenna anche da
altri scrittori di cfuella spedizione , e precisamente dallo
pseudo - Orfeo , il quale anzi par che ne ragioni come
di cosa ben conta all'universale, e quindi senza fermarsi
ad alcuna minuta descrizione , è contento a dire che
grandi angosce diè Creta agli Argonauti, poiché ivi il tri-
1) Della sinonimia Ira <Zpos e (piAa'g
vedi Eustazio ad Iliad. 0 p. 700 ed al-
trove: e ci sembra notevole pel nostro mito
la derivazione eli' egli propone di ovpos
da opos termine, come se il custode, a gui-
sa di un termine allontani dalla cosa cu-
stodita lutto ciò che può nuocerle. Apol-
lodoro nel luogo, che trascriveremo nel-
la noia 1 a pag. 5b', indica chiaramente
la doppia tradizione intorno a Talo ,
quella cioè che lo dice un uomo della età
di ferro, seguita da Apollonio Rodio, e
secondo la quale Giove dovette farne
dono ad Europa, e quella di Simonide
che il dice formato da Vulcano, e dato a
Minosse per custode dell'isola. Si sa poi
che l'autore dell'Iliade chiama lo stesso
Minosse Kpr.Ty t^noùpov ( lib. N v. 45o )
detto , clicea Talo formato da Vulcano in grazia di Mi-
nosse, perchè ne facesse un custode (<Pi5Xag) di Creta 1).
È probabile , benché dirsi non si possa con certezza, che
in ciò Sofocle era pure d'accordo con Simonide: e certo
è poi che nella tradizione della fislula fatale, che Talo
ebbe presso il calcagno , Apollonio segue Sofocle. Se nella
tragedia di Sofocle si accennasse all'avventura, per cui
Talo perdè la vita nella occasione del ritorno degli Ar-
gonauti , ci rimane ignoto. Ma anche qui crediamo che
Sofocle , e forse anche Simonide , non abbiano taciuta
una tale avventura, il che , come agevolmente s'inten-
de, nella favola del tragico altrimenti avvenir non potea,
eiie per allusioni, e divinazione di un futuro avvenimento.
Certo è almeno, che non dee credersi inventata da Apollo-
nio per la prima volla la narrazione delle avventure di
Talo cogli Argonauti , poiché ad esse si accenna anche da
altri scrittori di cfuella spedizione , e precisamente dallo
pseudo - Orfeo , il quale anzi par che ne ragioni come
di cosa ben conta all'universale, e quindi senza fermarsi
ad alcuna minuta descrizione , è contento a dire che
grandi angosce diè Creta agli Argonauti, poiché ivi il tri-
1) Della sinonimia Ira <Zpos e (piAa'g
vedi Eustazio ad Iliad. 0 p. 700 ed al-
trove: e ci sembra notevole pel nostro mito
la derivazione eli' egli propone di ovpos
da opos termine, come se il custode, a gui-
sa di un termine allontani dalla cosa cu-
stodita lutto ciò che può nuocerle. Apol-
lodoro nel luogo, che trascriveremo nel-
la noia 1 a pag. 5b', indica chiaramente
la doppia tradizione intorno a Talo ,
quella cioè che lo dice un uomo della età
di ferro, seguita da Apollonio Rodio, e
secondo la quale Giove dovette farne
dono ad Europa, e quella di Simonide
che il dice formato da Vulcano, e dato a
Minosse per custode dell'isola. Si sa poi
che l'autore dell'Iliade chiama lo stesso
Minosse Kpr.Ty t^noùpov ( lib. N v. 45o )