MITO DI TALO 99
possa muoversene dubbio per la sola circostanza j che que-
sta figura sia vestita del torace, mentre nuda è quella nella
quale abbiamo riconosciuto Giasone nella prima scena in
atto di ascender la scala della nave : poiché molti motivi
aver potè il pittore a tal variazione, e precisamente, se
non c'inganniamo, quello che qui presentandosi Giasone a
Circe, era opportuno il dargli quel ricco arnese militare,
che al duce di tanta spedizione era conveniente.
Seguono le due figure muliebri messe da canto, e
come nel centro della composizione. Io le intendo per Circe,
e Medea : quella è abbastanza distinta dalla patera, che
rammenta le cerimonie della espiazione, le quali benché,
come dicemmo, sieno varie in Apollonio, pure si riassu-
mono nella principale indicata dalle libazioni ( xvr\cc ) da
Apollonio medesimo Ed in quanto a Medea la crediamo
ancor essa convenientemente indicata dal serpe che dall'o-
tfetXi's. V. l'Eckhel doclr. t. II p. 140.
Ma come nel nostro vaso lo hanno an-
che i Dioscuri, così dee credersi piut-
tosto additato in esso un pileo vìa Io-
rio, allusivo al viaggio di ritorno degli
Argonauti.
1) Vedi sopra nella nota allap. 0,5 il
v. 708 di Apollonio , e nella stessa nota
recansi le parole dello scoliaste che pre-
senta pur Circe v%wp tTri^ivouffci xarct
tov vó(*ov. Delle espiazioni degli omicidi,
sagacemente distinte in Mastiche, ed in
catartiche , ha recentemente ragionato
magistralmente, e da suo pari il Mai-
ler nel suo comentario alle Eumenidi
di Eschilo pag. i36 e segg. Tanto nelle
prime, che nelle seconde, avea distinto
posto quella che faceasi coli' acqua
( Xourpóv, àiróvi'j.<J.ct ). Vedi precisamen-
te le pag. 141, 142, 146,147 della dot-
tissima opera citata. Non isfugge ivi
all' autore tragli altri il luogo di Apol-
lonio rodio relativo alla espiazione di
Medea e di Giasone fatta da Circe. 11 non
men dotto sig. Lobeck, il quale osser-
va che le espiazioni degli omicidi fu-
rono ignote ad Omero, e tesse un lungo
catalogo di quelle, che appartengono a'
tempi eroici, omette in esso questa di
Medea e Giasone fatta da Circe. Vedi
le pag. 298 e segg. àeWslglaophàinus,
e Vepìmetrum a pag. 967 e segg.
*
possa muoversene dubbio per la sola circostanza j che que-
sta figura sia vestita del torace, mentre nuda è quella nella
quale abbiamo riconosciuto Giasone nella prima scena in
atto di ascender la scala della nave : poiché molti motivi
aver potè il pittore a tal variazione, e precisamente, se
non c'inganniamo, quello che qui presentandosi Giasone a
Circe, era opportuno il dargli quel ricco arnese militare,
che al duce di tanta spedizione era conveniente.
Seguono le due figure muliebri messe da canto, e
come nel centro della composizione. Io le intendo per Circe,
e Medea : quella è abbastanza distinta dalla patera, che
rammenta le cerimonie della espiazione, le quali benché,
come dicemmo, sieno varie in Apollonio, pure si riassu-
mono nella principale indicata dalle libazioni ( xvr\cc ) da
Apollonio medesimo Ed in quanto a Medea la crediamo
ancor essa convenientemente indicata dal serpe che dall'o-
tfetXi's. V. l'Eckhel doclr. t. II p. 140.
Ma come nel nostro vaso lo hanno an-
che i Dioscuri, così dee credersi piut-
tosto additato in esso un pileo vìa Io-
rio, allusivo al viaggio di ritorno degli
Argonauti.
1) Vedi sopra nella nota allap. 0,5 il
v. 708 di Apollonio , e nella stessa nota
recansi le parole dello scoliaste che pre-
senta pur Circe v%wp tTri^ivouffci xarct
tov vó(*ov. Delle espiazioni degli omicidi,
sagacemente distinte in Mastiche, ed in
catartiche , ha recentemente ragionato
magistralmente, e da suo pari il Mai-
ler nel suo comentario alle Eumenidi
di Eschilo pag. i36 e segg. Tanto nelle
prime, che nelle seconde, avea distinto
posto quella che faceasi coli' acqua
( Xourpóv, àiróvi'j.<J.ct ). Vedi precisamen-
te le pag. 141, 142, 146,147 della dot-
tissima opera citata. Non isfugge ivi
all' autore tragli altri il luogo di Apol-
lonio rodio relativo alla espiazione di
Medea e di Giasone fatta da Circe. 11 non
men dotto sig. Lobeck, il quale osser-
va che le espiazioni degli omicidi fu-
rono ignote ad Omero, e tesse un lungo
catalogo di quelle, che appartengono a'
tempi eroici, omette in esso questa di
Medea e Giasone fatta da Circe. Vedi
le pag. 298 e segg. àeWslglaophàinus,
e Vepìmetrum a pag. 967 e segg.
*